A proposito di sondaggi: il carisma mediatico dei leader politici
07/03/2006
Il socio Carlo De Sio riporta e commenta i risultati di una personale indagine ... "on the road".
A proposito di sondaggi: il Carisma mediatico dei leader politici.di Carlo De Sio
Non sono un'esperto di comunicazione politica e chiedo venia ai colleghi specialisti, ma lo sfizio di capirci di più è cominciato quando un amico politico mi ha spiegato la nuova legge elettorale e le perversioni insite in essa.
Evito di entrare nei meandri della stessa, e mi appiglio al punto di maggior interesse per noi comunicatori: l'indiscussa importanza - per questa tornata - del carisma mediatico dei leader.Pertanto, ho approfittato di aver terminato anzitempo un sondaggio su base regionale di un prodotto, e - un po' per gioco un po' per non morir - ho occupato il tempo avanzato facendo fare 1.000 interviste, a risposte chiuse, all'uscita di 22 supermercati sparsi in Campania.
M'interessava analizzare la percezione che ha la gente comune del carisma dei leader dei contrapposti schieramenti.Il campione intervistato era ovviamente - costituito per lo più da gente semplice e le interviste sono state costruite con domande altrettanto semplici, mirate a provocare negli intervistati risposte a pelle sui cinque parametri costituenti il carisma.
I risultati sono questi:
Simpatia
della persona
Credibilità
della persona
Chiarezza
quando parla
Autorevo- lezza della persona
Decisionismo della persona
Punteggio finale per Leader
Punteggio finale per Area
PRODI
61
102
45
54
45
307
FASSINO
113
113
96
111
83
516
RUTELLI
115
110
82
88
95
490
BERTINOTTI
124
123
132
110
109
598
1.911
BERLUSCONI
169
110
170
121
137
707
CASINI
147
146
171
101
80
645
BOSSI
31
21
11
9
29
101
FINI
120
144
203
152
191
810
2.263
NON SO
120
131
90
254
231
826
Tot. interviste
1.000
1.000
1.000
1.000
1.000
5.000
Per quanto tali risultati siano limitati e circoscritti per area geografica e campione, non può passare inosservato che Prodi è il leader meno percepito come tale in Campania, dove la sinistra si permette il lusso di non fare ballottaggi alla Regione, in tre province ed in una caterva di Comuni... in una Regione, poi, dove Bertinotti vale il 31% dei consensi della sua area, più di Rutelli e Fassino che pure prendono più consensi del professore!Il campione sarà stato pure di gente semplice dedita a piatti e pentole... ma pure questa andrà a votare!
Io non so se questi risultati abbiano valenza politica, ma confesso che finora non avevo valutato quanto questa nuova legge elettorale fosse scollegata dagli interessi locali e quanto invece incardinata ai leader nazionali proprio in termini di comunicazione e di carisma personale.
Questo nuovo stato di cose è stato affrontato, in termini di comunicazione, in modo diverso dai due poli.L'Unione forte del successo delle passate regionali - ha creduto di puntare tutto sul carisma accademico di Prodi, sulla seriosità dei problemi della politica, sul ribaltamento dello status quo.Il centrodestra con Berlusconi punta sulla politica spettacolo, sulla comunicazione in un futuro sicuramente migliore, sulla non crucialità e risolvibilità dei problemi attuali: concetti semplici che prevalgono sui contenuti stessi della proposta politica.
Su questo il Silvio è un grande, un sofista caposcuola, un comunicatore eccezionale. Dai poster sembra continuare con le sue storielle, scherza e ripete semplificando al massimo il succo dei suoi interventi televisivi: "pagare più tasse?", "più immigrazione clandestina?" ...etc.. tutte domande con risposta telefonata che però fanno consenso e istillano un ottimismo che rasserena: proprio quello che ha fatto breccia anche su Bush.
Al contrario Prodi si appiglia ad un concetto impegnativo da rendere: promette serietà nel governo che verrà, ma lo fa con un poster recante un'immagine un pò angosciante, una sorta di apparizione spiritica del professore.Per sovrappiù nei discorsi fa un me-too pericoloso: più asili, più euro per i bebé e i pensionati; rilancia su proposte già fatte dalla destra; troppo poco se si accetta il campo di battaglia del nemico.Nelle interviste poi, diciamolo!, occorre una certa cultura ed un orecchio allenato per godere dei concetti del professore.Gli altri nomi forti della sinistra stanno un po' defilati al momento, e da quello che sento dire dalla base, sono incavolati neri per l'assenza di una chiara strategia di comunicazione, mentre la destra punta sia pur con motivazioni calcistiche - su tre nomi molto attrattivi per elettori di centro-destra, ma anche per quelli non politicizzati che voteranno sicuramente contro qualcuno e non per qualcuno, come giustamente fa notare Marcello Veneziani.Queste come considerazioni generali.
Entrando nel particolare, e ritornando alla ricerca fatta, io credo che a tutto quanto detto finora occorra fare qualche riflessione sul parametro simpatia: in Campania Prodi prende appena il doppio di Bossi! E sì che il padano non ne è un campione per la sua faccia truce e per la strafottenza con la quale risponde ai giornalisti non padani.
Io penso che i dati vadano letti non nel senso che Prodi sia più antipatico di altri... io temo che aleggi una sorta di indifferenza verso questo leader sicuramente di valore, ma che non riescono a trasmettere emozioni, almeno nello standard dettato da Berlusconi; del resto se Bertinotti è il più carismatico nella sua area, significherà pur qualcosa!
Vero è che la simpatia verso un leader è un sentimento irrazionale ed inspiegabile, però diventa determinante quando non hai alcuna indicazione locale e sei costretto a votare un candidato-simbolo che non hai mai visto da vicino e che puoi valutare solo per come appare e per le cose che dice in televisione.In tal senso il cavaliere resta il più simpatico, ma guardando sempre i dati - ad un'incollata c'è Casini, perché è un fatto che il fascino del cavaliere va appannandosi. E' un fatto tanto noto che in F.I. stiano facendo scaldare i muscoli a Formigoni, riconosciuto campione di credibilità, chiarezza espositiva e buon comunicatore.
Il Professore recupera con la credibilità ma cade a piombo per la chiarezza espositiva credo penalizzata nelle interviste da un tono di voce incolore e dall'assenza di mimica facciale e gestualità oratoria.Non sprizza poi per decisionismo, forse perché compresso dalle troppe anime della sinistra da accontentare, e per autorevolezza, compromessa non tanto dal ribaltone orchestrato da D'Alema nella passata legislatura, ma dal promemoria puntuale che ne fa ad ogni occasione il cavaliere! Guarda caso.
Un simpaticissimo vecchietto di Castellammare di Stabia ha sintetizzato meravigliosamente quanto sopra ad una vostra intervistatrice: "Ogni vvote cà parla, pare cà dice à messa cù é jiaculatorie..." (Ogni volta che parla sembra che dica messa con le giaculatorie...).Di contro il Berlusca va forte anche se Fini in Campania, eccezion fatta per la simpatia, lo batte per tutto.Sempre lo stesso vecchietto che ha voluto farci compagnia per un bel po', ha sentenziato: "Berlusconi, dice sempe è stesse cose... Fini me pare nù libbro stampato, isse parla e jie ò capisco" (Berlusconi, dice sempre le stesse cose...Fini parla come un libro stampato, capisco tutto quello che dice).
E' fin troppo facile affermare che le prossime elezioni saranno condizionate dal consenso mediatico dei leader; essi verranno valutati soprattutto in funzione di come essi bucheranno il video.In tal senso saranno sicuramente determinanti gli indecisi (in questa indagine il 17% del totale) che andranno a votare sulla base di convincimenti giunti a maturazione dalla TV, e che poco avranno a che fare con l'orientamento politico.
La futura classe politica sarà la prima in Italia ad aver fatto una campagna con pochi contatti con l'elettorato, e sarà la prima ad avvantaggiarsi (o meno) del carisma dei leader.
Siamo quindi alla valorizzazione del significante a scapito del significato?Se la risposta è sì, credo che la sinistra non abbia ancora un leader che possa esserlo in tal senso.Le primarie, da questo punto di vista, potevano essere una grande occasione per farlo venir fuori, ed invece forse hanno contribuito ad annebbiare le strategie: sono state fatte sull'onda della vittoria alle regionali, puntando nei fatti ad un plebiscito verso un solo candidato, senza alternative forti... Veltroni è solo uno dei nomi inspiegabilmente assenti dalla corsa, a mio parere.Sondaggi a parte, è un dato di fatto che tra destra e sinistra non c'è più il gap di sei mesi fa.E' la prova che in questo mondo globalizzato - privo di ideologie e pieno di opinioni "adattabili alla bisogna" è la comunicazione a fare la differenza.Che Berlusconi stia tentando con essa di ribaltare una situazione compromessa, è sotto gli occhi di tutti.Se vincerà sarà tutto merito della comunicazione?Io penso di si, e voi?
Carlo De Sio