Anti-corruzione e lobbying: un’ opportunità verso la regolamentazione
20/06/2012
La rappresentanza di interessi è tornata presente nell’agenda politico-istituzionale del governo. Questa rinnovata attenzione al tema si mostra in linea con la volontà di Ferpi che continua ad essere disponibile a confrontarsi con il legislatore per condividere la propria proposta di regolamentazione del settore. _Fabio Ventoruzzo_ delinea il punto della situazione.
di Fabio Ventoruzzo
Era da un po’ che la rappresentanza degli interessi, dopo i tanti proclami di qualche mese fa, non era presente tra i temi presenti nell’agenda politico-istituzionale.
Ciò che, almeno per ora, non era riuscito ad entrare dalla porta pare ripresentarsi ora dalla finestra. Galeotto fu l’ormai famigerato disegno di legge anti-corruzione (approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato) che oltre a rappresentare la “Linea Maginot” delle schermaglie parlamentari tra centro-destra e centro-sinistra, è stato più recentemente terreno di discussione e confronto proprio sulla regolamentazione della rappresentanza degli interessi. Andiamo con ordine.
1. Durante l’approvazione alla Camera del ddl anti-corruzione è stato inserito, per la prima volta nel nostro ordinamento, il reato di “traffico di influenze illecite”, in coerenza, peraltro, con quanto già avviene in altri Paesi europei.
Questo il testo dell’articolo in questione: art. 346-bis (traffico di influenze illecite). Chiunque, fuori dai casi di concorso nei reati di cui agli articoli 318, 319 e 319-ter, sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da uno a tre anni.
La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale.
La pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio.
Le pene sono altresì aumentate se i fatti sono commessi in relazione all’esercizio di attività giudiziarie.
Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita.
A commentatori e professionisti del settore il testo appare subito molto vago, nonostante alcune modifiche portate durante la discussione. E soprattutto, come evidenziato dal nostro socio, Fabio Bistoncini, delegato alle Relazioni Istituzionali di Ferpi, in un approfondimento del suo blog SporcoLobbista , appare evidente “il rischio che, affidando ai singoli giudici l’interpretazione della norma, si possa far ricadere nella sua applicazione anche la legittima attività di lobbying”.
Anche Il Foglio di venerdì 15 giugno evidenzia l’eccessiva discrezionalità di interpretazione offerta alla magistratura per un’attività che, sebbene dai contorni spesso sfuocati, si avvale di relazioni legittime e trasparenti con Istituzioni e amministrazioni pubbliche “a vantaggio di un’impresa, di un settore produttivo o anche di gruppi sociali determinati”.
Come dire: il confronto e il legittimo dialogo tra gruppi d’interesse e processo decisionale è importante per la salute della democrazia e la competitività del Paese.
2. Durante la votazione finale del provvedimento, la Camera ha approvato anche due ordini del giorno (uno presentato da Futuro e Libertà, l’altro da Italia dei Valori ) che impegnano il Governo ad adottare provvedimenti normativi per introdurre una disciplina ampia ed organica dell’attività di lobbying e di rappresentanza degli interessi. (testo integrale degli emendamenti su SporcoLobbista).
3. E arriva, puntuale, anche il commento/chiarimento del Ministro della Giustizia, Paola Severino: “Il governo si è impegnato, e me ne compiaccio, con un ordine del giorno. La prima è definire quale sia l’attività di lobbying e cosa sia invece traffico di influenze. Bisogna definire ciò che è lecito, il lobbying è lecito nella maggior parte dei paesi avanzati e non vorrei che l’Italia si dotasse di una legislazione deteriore. E’ illecito un indebito pagamento per una indebita influenza.”
E ora?
Questa rinnovata attenzione alla regolamentazione (indipendentemente con l’esito incerto del ddl anti-corruzione) è in linea con l’auspicio di Ferpi: procedere a un intervento normativo da parte della Presidenza del Consiglio, in grado di garantire uniformità nell’approccio ed evitare che ciascuna istituzione (come rischiava di succedere con il ministero dell’Agricoltura) potenzialmente coinvolta proceda autonomamente, determinando una proliferazione di provvedimenti.
Ferpi continua ad essere disponibile a confrontarsi con Governo e Parlamento per condividere, come già successo nei mesi scorsi con i Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Catricalà e Peluffo, la propria proposta di regolamentazione del settore per contribuire così alla trasparenza del processo decisionale, nel rispetto delle Istituzioni, dell’opinione pubblica e dei professionisti.
La fine di questa legislatura si sta lentamente avvicinando. Ma il tema continua ad essere dibattuto. Rimanete in ascolto. Tutto il calcio minuto per minuto.