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Bilanci e prospettive: senza paura di cambiare

21/12/2006

Una riflessione del Presidente Prandi su un intenso anno di vita italiana e di vita associativa. Gli auguri per un 2007 all'insegna del continuo rinnovamento che comincia da subito, con un cambio alla Direzione della FERPI: Enrico Fantaguzzi si appresta a subentrare a Valentina Pasolini.

Un anno si sta chiudendo ed è stato una anno importante per la nostra Associazione e anche per il nostro Paese, che pare stia vivendo una crisi di comunicazione, piuttosto che una crisi generazionale. La comunicazione del Governo è diventata un caso nazionale. Il povero Sircana incassa a destra e a manca e sembra ormai la causa di tutti i problemi nazionali. Non so se avete notato, ma ormai i portavoce di Prodi e Berlusconi sono quasi più presenti in video dei loro leader. Prodi manda sempre più spesso avanti l'ex Direttore delle Relazioni Esterne delle Ferrovie. Berlusconi riesce quasi a parlare dalla sala operatoria, grazie alla solerzia di Bonaiuti. Qualcuno potrebbe quasi inorgoglirsi e pensare "vedi quanto conta la comunicazione",  magari va a finire che divento importante anch'io. Invece, la riflessione che va fatta, è un'altra. Per bravi o cattivi che siano i comunicatori (mi spiace deludervi, ma non è qui mia intenzione esprimere dei giudizi personali), nel pubblico come nel privato, per potere essere efficaci devono avere il potere o la forza di guidare il processo di comunicazione. Senza una regia qualsiasi organizzazione rischia, infatti, di diffondere informazioni confuse o addirittura contraddittorie ai suoi pubblici. L'impressione è che in questa circostanza il portavoce di Prodi non sia stato messo nelle condizioni di coordinare la comunicazione del Governo. In un'azienda disegnare le strategie di comunicazione e definire i messaggi è certamente più facile perché, se si gode della fiducia dell'Amministratore Delegato, con la professionalità e un po' di carisma non è  impossibile coinvolgere il resto dell'azienda nelle azioni necessarie per una comunicazione di successo. In un Governo dove sono rappresentati interessi diversi è tutto molto più complicato, soprattutto se il leader si trova di fronte a delle difficoltà nel compattare la squadra. Quando la leadership è riconosciuta è più facile comunicare anche scelte impopolari. E l'impressione è che in entrambi i poli la leadership sia abbastanza in discussione, per vari motivi, tra cui l'età dei due concorrenti. Il Paese in effetti vive anche una crisi generazionale, spiegabile in termini di comunicazione, visto che la parte più attiva della società si riconosce a fatica nei leader dei due schieramenti, indipendentemente dalle proprie idee politiche. Del resto se guardiamo alle altre democrazie occidentali troviamo tutti leader più giovani dei nostri. Un male che per la verità caratterizza anche tante nostre imprese. Ricordo che quando Andrea Guerra, a 34 anni, diventò Amministratore Delegato della Merloni Elettrodomestici, il Financial Times applaudì con entusiasmo al cambio del capitalismo italiano. Sono passati 7 anni da allora. Guerra è ora il bravo AD di Luxottica, ma il Financial Times non ha avuto molte altre occasioni per entusiasmarsi. L'augurio che in questi giorni di festa mi sento di fare al Paese, a nome della FERPI, è quello di saper guardare avanti, di comprendere quello che deve essere il giusto peso dell'informazione e delle parole, senza sopravvalutarle, senza perdere di vista i problemi reali. Mi auguro che si abbia anche un po' più di coraggio nella capacità di aprirsi al nuovo. E qui permettetemi di parlare un po' di FERPI. La nostra Associazione di coraggio ne ha avuto tanto. Un anno e mezzo fa ha scelto un Presidente di 39 anni per guidarla, forse il più giovane della sua lunga storia e, per la prima volta dopo anni, un manager d'azienda. Se i primi sei mesi sono serviti a vincere alcune resistenze generazionali, il 2006 è stato per FERPI un anno di forte rinnovamento. Rinnovamento nei soci, con l'ingresso di numerosi professionisti, molti dei quali lavorano in alcune delle più importanti imprese italiane; nell'organizzazione territoriale; nella comunicazione, con un nuovo sito sempre più visitato (oltre 2.000 visite al giorno) e una nuova rivista; negli eventi più importanti, come l'Oscar del Bilancio, che più che mai quest'anno ha visto il proprio nome associato con quello di FERPI anche sui giornali; nella formazione con lo svolgimento di decine di corsi d'aggiornamento e la modifica del sistema di accreditamento dei soci, e con alcuni convegni di grande successo, come quello recentissimo su "valore e valori del comunicatore d'impresa", che ci ha messo di fronte a headhunters e direttori del personale; nella collaborazione con le altre associazioni e con l'Università; nella diffusione della cultura della CSR, con un'approfondita indagine pubblicata su Prima e presentata anche poche settimane fa a Roma in un convegno dell'ABI: rinnovamento nel modo di fare associazione con uno spirito di squadra degno del team Ferrari. Nel 2006 abbiamo fatto molto. Avremmo potuto fare forse anche di più se si avesse avuto ancora più coraggio. Ci sono molte partite aperte e non tutte saranno chiuse nei prossimi 6 mesi di presidenza. Quella del riconoscimento giuridico dell'Associazione è una partita ancora tutta da giocare e coltiviamo buone speranze. Poi ci sono tante rigidità associative di cui, vi dico la verità, farei volentieri a meno: avete un'idea di quanta gente, anche ben inserita nella comunità professionale, si vorrebbe iscrivere ma poi rinuncia per l'obbligo dei due soci presentatori? Se c'è una Commissione di Ammissione, non è questo di per sè sufficiente? Ma nella vita associativa è giusto tener conto di tanti punti di vista. Poi c'è il tema dell'Università: bisognerebbe andare a fondo per capire meglio le opportunità professionali delle migliaia di laureati in Scienze della Comunicazione. Forse non ha torto Prodi quando afferma che in un Paese dove ci sono più comunicatori che ingegneri c'è qualcosa che non va... Ma anche qui bisogna capire meglio come si genera questa dinamica. E poi, ultima provocazione: il nome. FERPI, è davvero quello giusto alla luce delle rivoluzioni che sono avvenute anche solo negli ultimi vent'anni nel nostro settore? Sei mesi non basteranno certo ad affrontare tutti questi temi, a meno che non si voglia fare casino per forza. Il tema invece più urgente è quello di dare continuità all'azione di rinnovamento cominciata di fatto un anno fa. Le scadenze elettorali (giugno 2007) impongono già ora una riflessione, prima che a qualcuno venga in mente la Restaurazione. Mi rendo conto di essere stato un elemento di forte rottura per la nostra Associazione anche se sono sempre più convinto di avere portato FERPI lungo la giusta rotta, con l'appoggio del Comitato Esecutivo e del Consiglio. Per farla breve, come mio stile, penso che sia giusto non ricandidarmi per il prossimo mandato, come del resto è prassi della nostra Associazione, lasciando spazio ad un nuovo Presidente che, alla scadenza del mio biennio, sappia proseguire lungo la direzione già impostata da questa squadra. Magari qualcuno che ne faccia già parte. Molti di noi pensano che debba essere un altro Presidente con caratteristiche simili alle mie, per età e per estrazione d'impresa. Io sono di questa idea.  Gli obiettivi raggiunti nel 2006 sono stati molti e sono stati raggiunti davvero con l'impegno (a titolo di puro volontariato) di molti professionisti coi fiocchi: vorrei nominarli tutti, a cominciare dal vicepresidente Fabio Bistoncini, il responsabile del coordinamento territoriale Giampietro Vecchiato, il Segretario Generale Florence Castiglioni, il Tesoriere Sara Ranzini, gli altri membri del comitato Davide Cefis e  il Past President Sissi Peloso (con la quale, a onor del vero, non abbiamo sempre condiviso la strategia). Un grande ringraziamento e un caro augurio va a tutti i Consiglieri e Delegati territoriali e a tutti coloro (soci e non) che nel 2006 hanno condiviso con noi questo progetto di rinnovamento della FERPI. Gli auguri vanno anche a quelli, da rispettare, che non lo hanno condiviso. Un ringraziamento speciale va a Valentina Pasolini, Direttore di FERPI, che quest'anno ci ha dato un supporto importante, sia nel servizio ai soci, che nella gestione settimanale del sito FERPI da cui vi scrivo. Da febbraio comincerà un nuovo lavoro nel campo della comunicazione. Sono sicuro che l'esperienza fatta con FERPI rimarrà nel suo bagaglio professionale. Non è stato facile trovare un sostituto altrettanto valido per il ruolo di Valentina, ma grazie all'instancabile lavoro del Segretario Generale Florence Castiglioni e degli altri colleghi del Comitato Esecutivo, pensiamo di avere avuto successo. Da febbraio ricoprirà la funzione di Direttore della FERPI Enrico Fantaguzzi, 30 anni, socio professionista, già da alcuni anni attivo in FERPI e fino ad oggi uomo di comunicazione della Tod's. E' un buon conoscitore dell'Associazione ed è uno dei "progettisti" del nuovo sito FERPI. Sono convinto che potremo contare su un ottimo Direttore. A tutti i lettori i miei auguri di un sereno Natale e di un fantastico 2007. Andrea PrandiPresidente
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