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Cerealia: tra pluralismo culturale e governo delle relazioni

19/06/2012

Si è appena concluso _Cerealia_, il festival del Mediterraneo che ha per scopo la valorizzazione dello scambio interculturale all’insegna del modello glocale, affrontando tematiche quali l’alimentazione, l’ambiente, l’economia, la dimensione sociale, il turismo, nel variegato contesto attuale che ruota intorno al mondo dei cereali.

di Paola Sarcina
Un festival interamente dedicato ai cereali, come di fatto avveniva negli antichi riti romani delle Vestali e nei Ludi di Cerere. Cerealia, la cui seconda edizione si è conclusa l’11 giugno scorso, volge una particolare attenzione ai paesi del bacino del Mediterraneo – da cui il sottotitolo Cerere e il Mediterraneo – valorizzando lo scambio interculturale e gemellando ogni anno la festa con un paese diverso (nel 2012 con la Turchia).
Il Mediterraneo è stato ed è, ancora oggi, il punto d’incontro di una miriade di società, appartenenti a sistemi culturali parzialmente connessi ed altrettanto sostanzialmente diversi. Il pluralismo culturale rappresenta, sin da tempi remoti, dunque una caratteristica duratura del bacino del Mediterraneo.
Cerealia è una manifestazione culturale che sin dalla prima edizione del 2011, ha costruito la sua struttura organizzativa sul modello relazionale, aprendo tavoli di confronto, operatività e dialogo tra i vari stakeholder in ambito istituzionale, imprenditoriale e del non-profit.
Il festival costituisce prima di tutto una occasione d’interscambio culturale, affrontando tematiche quali l’alimentazione, l’ambiente, l’economia, la dimensione sociale, il turismo, nel variegato contesto attuale che ruota intorno al mondo dei cereali. Comprendendo l’immenso valore sociale ed economico dei cereali, i promotori di Cerealia con questo progetto si pongono il fine di diffondere la conoscenza e la coscienza del valore della terra e delle culture autoctone, di riallacciare i legami tra il territorio di produzione e la tavola del consumatore, riportando in vita anche usi e costumi antichi, fondati sul rispetto della terra e dei suoi frutti.
Il festival ha inoltre il suo valore aggiunto in termini relazionali nella scelta di applicare alla struttura organizzativa il modello glocale, neologismo che definisce una modalità operativa che valorizza il lavoro di vari operatori/partner nella dimensione locale, mentre fa del network lo strumento per la dimensione, globale e internazionale del lavoro, della progettazione dei contenuti e delle attività.
L’intento è quello di utilizzare una dimensione organizzativa leggera, che valorizzi e metta in relazione le potenzialità di ogni struttura aderente al festival, agendo come una rete culturale, in cui la cooperazione sia finalizzata al raggiungimento di un unico scopo condiviso da soggetti differenti, pubblici e privati. Grazie ai vari seminari, workshop, incontri e tavole rotonde, ma anche attività più squisitamente culturali o ludiche, i vari soggetti pubblici e privati coinvolti nel festival (più di 50 nel 2012) si sono confrontati sulle diverse tematiche affrontate dal festival, davanti a un pubblico prevalentemente di non addetti ai lavori.
Se, Cerealia crescerà negli anni allargando il proprio raggio di azione a livello nazionale, tale struttura relazionale costituirà una sfida forte da affrontare in termini organizzativi, ma soprattutto sarà un’ eccellente opportunità per incidere fortemente nel tessuto politico-sociale di uno o più territori, con l’auspicio di avviare processi di cambiamento culturale, che saranno tanto più significativi, tanto più forte sarà la comunicazione, lo scambio e la condivisione e di idee e strategie tra i diversi soggetti che vi parteciperanno.
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