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Crescono i giornalisti su Twitter

10/01/2012

Il 2011 è stato l’anno di Twitter. Insieme al grande pubblico anche la stampa italiana mette in luce il trend ascendente. _Vincenzo Cosenza_ ha studiato un “microcosmo” di 341 giornalisti presenti sul social network e ne mostra le principali caratteristiche.

di Vincenzo Cosenza

Negli ultimi mesi la stampa italiana si è innamorata di Twitter ed è riuscita probabilmente a sostenerne la crescita (cosa che non era accaduta con Second Life e Facebook, come documentato in questo mio post del 2008). Molti giornalisti hanno ben compreso lo strumento tanto da usarlo non soltanto come amplificatore dei propri articoli. Così ho deciso di dare un’occhiata ai giornalisti italiani su Twitter, raccolti nella lista di Stampa Tweet, attraverso la tecnica della social network analysis.
I giornalisti con più follower, alla data del 5 gennaio, sono: Beppe Severgnini (154.522), Roberto Saviano (96.904), Alfonso Signorini (91.963), Ilaria D’amico (62.022), Franca Sozzani (60.176), Guido Meda (58.853), Paolo Attivissimo aka Disinformatico (58.551) che deve la sua notorietà più all’attività di blogger, che a quella di giornalista, Gianni Riotta (48.972), Riccardo Luna (44.684), Ferruccio De Bortoli (39.924). Seguono a distanza ravvicinata Travaglio, Sottile, Bignardi. Sotto i trentamila follower troviamo De Biase, Sofri, Di Marzio, Calabresi, Neri, Telese, Ruotolo.
In basso la visualizzazione del reticolo di rapporti tra i vari account, con le immagini del profilo di grandezza proporzionale al numero di follower. I colori dei nomi variano dal rosso (pochi tweet alla data considerata) al verde (molti tweet).
Gli unici account verificati, ossia che hanno superato l’esame di autenticità di Twitter, sono quelli di Severgnini e Riotta (sui loro profili è visibile il tipico bollino blu identificativo). Impossibile sapere se la verifica è stata richiesta dagli interessati (Update: Riotta e Severgnini dicono che non c’è stata), ma di sicuro ha influito sul numero di follower accumulato (Twitter dà maggiore visibilità a tali profili).
Interessante notare che la crescita del numero di follower, solitamente legata all’anno di apertura dell’account, in questo caso è più influenzata dalla notorietà della persona. Ad esempio Signorini e la D’Amico, al terzo posto e quarto tra i più seguiti, sono approdati su Twitter rispettivamente il 2 dicembre e 19 febbraio 2011.
Il rapporto tra numero di account seguiti e follower cambia in base alla notorietà del giornalista (in basso il grafico interattivo). Tra i primi 20 giornalisti col maggior numero di follower quelli che presentano il più alto rapporto following/follower sono Riccardo Luna (2,5%), Luca Sofri (1,5%) e Ferruccio De Bortoli (1,3%).
Tra i 20 più seguiti ci sono 3 profili, quelli di Saviano, della Sozzani e di Travaglio, che non rispondono mai alle sollecitazioni dei follower, tanto da sembrare gestiti da altri.
Ma cosa succede restringendo l’indagine al microcosmo dei 341 giornalisti considerati? Chi sono i più seguiti? Come usano lo strumento?
Sempre attraverso la social network analysis è possibile rilevare alcune metriche in grado di far luce su tali quesiti. Ad esempio con quella detta “in-degree” si può capire chi sono i giornalisti più seguiti dai colleghi.
Nella visualizzazione in basso (foto 2) le immagini del profilo sono di grandezza proporzionale al numero di in-degree. Dal raffronto con il grafico precedente (foto 1), è immediato notare che mentre l’interesse del grande pubblico si concentra su un nucleo ristretto di nomi famosi, i giornalisti tendono a seguirsi a vicenda. I più seguiti risultano essere Ferruccio De Bortoli, Gianni Riotta, Beppe Severgnini, Mario Calabresi, Ezio Mauro, Dario Di Vico, Luca Sofri, Luca De Biase, Stefano Menichini. Direttori opinionisti che, in alcuni casi, non sono noti al grande pubblico.
Specularmente alcuni top giornalisti in termini di follower come Alfonso Signori, Franca Sozzani, Guido Meda, Marco Travaglio, Salvo Sottile, risultano non essere tra i più seguiti dai colleghi.
Il grafico evidenzia i nomi con sfumature di colore variabile dal verde al rosso in ragione della data di iscrizione a Twitter (da Antonio Sofi, iscrittosi nel febbraio 2007, ad Antonio Prudenzano, attivo dal 20 dicembre 2011). Questo parametro non influisce visibilmente sulla decisione di entrare in connessione con un utente.
Interessante notare che quasi il 40% dei giornalisti analizzati ha iniziato a usare il social network nel 2009. Nel 2007 erano solo 25, l’anno successivo 18. Anche il 2011 si è rivelato un anno di iscrizioni con 94 ingressi.
L’uso di Twitter è differenziato: c’è chi ne ha compreso i meccanismi di informazione e interlocuzione, chi invece lo usa solo come strumento di comunicazione broadcast, preferendo seguire pochissime persone. Antonio Padellaro, direttore de Il Fatto Quotidiano ne segue 6, Marco Travaglio e Vera Montanari, direttore di Grazia e Flair, solo 9, Rampini, Madron e la coppia televisiva Porro-Telese, meno di 20. In generale quasi un terzo dei giornalisti segue meno di 100 persone.
Dei 341 profili analizzati 33 indicano di essere de Il Sole 24 Ore, 28 de La Repubblica, 24 de Il Corriere della Sera, 22 de La Stampa. Solo 11 della RAI e 1 di Mediaset.
Quasi tutti tendono a compilare accuratamente le informazioni di profilo, tranne 15 che non hanno aggiunto neanche una descrizione (tra questi Formigli, Mauro, Bignardi, Paragone). Solo il 53% si è preoccupato di indicare la città dalla quale twitta (93 non indicano nulla e 69 tengono quella di default).
I giornalisti che tweettano di più sono: Marina Petrillo di Radio Popolare (59.895), Fabrizio Goria de Linkiesta (31.493), Ciro Pellegrino de Il Mattino (29163). Tra i più noti Riotta e Menichini, il primo ha superato la barriera dei 10.000 tweet, il secondo c’è molto vicino.
Tratto da Vincos blog
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