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Crolla la fiducia nei governi e cresce quella nelle imprese

24/01/2014

Il gap tra fiducia nelle amministrazioni e nelle aziende è il più grande di sempre. A dirlo l’edizione 2014 del _Trust Barometer_ di _Edelman,_ lo studio annuale condotto dalla società di comunicazione in 27 paesi nel mondo e presentato al _World Economic Forum_ di Davos.

di Richard Edelman
L’Edelman Trust Barometer 2014 mostra il più grande divario di sempre tra la fiducia nel mondo del business e l’amministrazione, da quando abbiamo iniziato questo studio nel 2001. Questo può essere attribuito alla continua erosione di fiducia che ha avuto inizio nel 2011 ed al costante aumento di fiducia nelle imprese dal suo nadir nel 2008. In quasi la metà delle 27 nazioni coinvolte nella ricerca, abbiamo individuato un gap di oltre 20 punti. In alcuni paesi , di ben 40 punti. Si tratta di un profondo cambio di rotta dall 2009, quando il business ha dovuto collaborare con l’amministrazione per riconquistasi la fiducia, ad oggi, quando il business conduce il dibattito per il cambiamento.
Le aziende possono interpretare questo come il momento di spingere per la deregolamentazione, come hanno fatto dieci anni fa. Questo sarebbe un madornale errore di giudizio. La nostra ricerca indica un hangover reputazionale per le imprese dalla Grande Recessione del 2008. Gli eventi degli ultimi 12 mesi, tra cui una multa record di 13 miliardi di dollari per JP Morgan per la cessione di titoli ipotecari in difficoltà, la più grande bancarotta dell’America Latina con il fallimento della EBX di Eike Batista, società di perforazione petrolifera in gravi difficoltà economiche e gli scandali alimentari riguardanti gli antibiotici nel pollame in Cina, hanno rinnovato le preoccupazioni sulle capacità del business di autoregolarsi.
Il risultato è una continua richiesta di controllo da parte dell’amministrazione. L’84 per cento degli intervistati cinesi ritiene ci sia troppo poca regolamentazione nella propria industria alimentare, pur con un margine di cinque rispetto a quelli di Regno Unito, Irlanda e Spagna che vorrebbero maggiore regolamentazione nei servizi finanziari.
Generalmente ricade sui capi di governo stabilire il contesto di cambiamento, plasmare il sentimento pubblico, e poi, attraverso il processo legislativo o regolamentare, creare le regole del gioco. L’ex Presidente degli Stati Uniti Teddy Roosevelt, ha dichiarato un capo di governo, aveva un “bully pulpit" o una piattaforma senza precedenti per educare (nota: " bully", ai quei tempi significava meraviglioso o eccezionale).
Ma oggi , il governo non ha uan visione a lungo termine ed un sostegno popolare per tenere il passo con l’innovazione che è transnazionale, complessa e richiedo un ripensamento dalle fondamenta. Ad esempio, descrivendo un incontro inconcludente che si è tenuto nel mese di dicembre tra il presidente Obama e i CEO delle principali aziende tecnologiche sulla scia della rivelazione della diffusione globale della sorveglianza da parte del National Security Agency, il New York Times ha scritto: "I leader tecnici e Obama condividono un problema: il dissolversi della fiducia dei cittadini”. Le prossime elezioni nei mercati chiave in via di sviluppo – Brasile, India, Indonesia , Sud Africa e Turchia – potranno congelare il processo politico, nonostante il malcontento popolare che ha trovato espressione nelle strade.
Ora è il turno del business di salire sul “bully pulpit” (o “soapbox” nello slang britannico). Le imprese hanno recuperato la fiducia dal periodo di crisi perché si è visto come abbiano fatto progressi dimostrabili in termini di trasparenza, supply chain e qualità del prodotto. La nostra ricerca mostra chiaramente come adesso ci sia un’opportunità per le imprese di cambiare, dal momento che il 79 per cento degli intervistati crede che le aziende dovrebbero essere coinvolte nella regolamentazione di settori come l’energetico e l’alimentare, mentre la maggioranza ritiene che il governo non possa fare da solo. L’84 per cento degli intervistati ritiene che le imprese possano perseguire il proprio interesse anche facendo un buon lavoro per la società. È questa, infatti, la licenza di condurre, oltre la figura giuridica della licenza di operare, verso una nuova funzione di cambiamento.
La domanda è: come il business può meglio assumere questo nuovo, sconosciuto ruolo nel discorso pubblico? Noi suggeriamo che il CEO diventi il Chief Engagement Officer, assumendosi la responsabilità della creazione del contesto in cui si verificherà il cambiamento. Invece della solita partita giocata all’interno delle imprese, basata sui regolatori di lobbying o sui funzionari eletti , l’amministratore delegato sottoporrà le proprie argomentazioni a pubblici più ampi, come Jeff Immelt di GE sta facendo nel settore dell’energia (GE è un cliente di Edelman ). Ci dovrebbe essere la solita forte logica economica, ma ci deve essere anche un’attenta considerazione data agli argomenti che riguardano l’emozione e il rischio, così come il beneficio della società. Questo è particolarmente importante in settori quali l’energetico, il tecnologico e l’alimentare, dove ci sono importanti conseguenze personali a carenze sistemiche come perdite o hacking di dati finanziari personali. E l’amministratore delegato deve avere il coraggio di ascoltare ciò che viene detto nel corso del dibattito ed essere disposto a cambiare di conseguenza.
Questo, tuttavia, non può basarsi esclusivamente sul CEO. Un modello di gestione globale che abbraccia docenti universitari, dipendenti, gruppi commerciali del settore, esperti tecnici e organizzazioni non governative consentirà alla società di diventare una voce credibile su importanti issues . La nostra ricerca mostra che un maggiore grado di fiducia è riservata a coloro che possiedono credenziali specifiche o che hanno una prospettiva simile (la fiducia nel direttore generale è del 43 per cento, mentre per un accademico è del 67 per cento e per “una persona come te” del 62). Come rilevato negli anni precedenti , la nuova normalità è il consenso trovato tra le informazioni trasmesse dall’alto al basso provenienti da istituzioni autorevoli, abbinato al flusso di conoscenza personale e orizzontale.
Si consiglia un approccio in tre fasi per la creazione del contesto e la realizzazione dei successivi progressi:

Partecipare: Cercare input da una vasta gamma di stakeholder. I partner con le organizzazioni non governative nella stesura di obiettivi chiaramente articolati, che offrono sia un caso aziendale che una logica societaria. Condurre un tour di ascolto delle comunità interessate per affrontare i problemi emotivi durante la creazione di rapporti personali con i leader locali. Coinvolgere i dipendenti, arruolando il loro coinvolgimento per assicurare l’allineamento organizzativo intorno a obiettivi e valori.
Sostenere: Offrire una strategia ben articolata che inizia con il contesto di come una variazione proposta possa migliorare la vita dei clienti, così come i vostri profitti. Andare in tour, impegnandosi in un dibattito con i critici, informando i media, dai mainstream ai social. Abilitare i vostri partner, dalle ONG agli accademici, per il briefing regolarmente. Promuovere una cultura che sostiene i collaboratori a parlare, amplificando l’impegno e la creazione di un movimento di massa.
Valutare: Evolvere il comportamento in base agli input collettivi. Avere risultati misurabili, quantitativi specifici e obiettivi qualitativi. Fare frequenti report sui progressi contro metriche. Riconoscere dove la consegna è sotto le aspettative ed avere un percorso per migliorare le prestazioni. Modificare la propria strategia e gli obiettivi, pur mantenendoli autentici.

Questo “bully pulpit” è un terreno in gran parte sconosciuto per gli imprenditori. Ma, al momento, l’innovazione nel settore è ostacolato dalle preoccupazioni giustificate del pubblico sull’incapacità di governi e imprese di fare un passo avanti. Esortiamo vivamente il business a cogliere l’occasione per ridefinire il valore, a connettersi con i propri stakeholder in maniera più profonda spiegando il contesto economico, sociale e ambientale in cui si cerca di operare. La fiducia sarà trasmesso a quelle aziende e quei settori che riconoscono la necessità di andare oltre il pensiero transazionale verso una migliore comprensione delle azioni concrete che risolveranno i problemi che abbiamo di fronte.
Fonte: 6 A.M.
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