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Crowdfunding, nuovo paradigma d'impresa

29/01/2013

Un fenomeno ancora acerbo in Italia ma molto diffuso negli Stati Uniti: è il crowdfunding, una forma partecipativa di finanziamento dal basso che utilizza il web per finanziare progetti di persone o di organizzazioni. L’analisi di _Estelle Raffaele._

di Estelle Raffaele
Se il crowdsourcing consiste in progetti interamente realizzati grazie al contributo di un nutrito numero di persone, da circa un anno sta emergendo in Italia un altro fenomeno: il crowdfunding, così definito da Wikipedia: “un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizzano il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni”.
In realtà, forme partecipative di finanziamento dal basso sono sempre esistite. Ciò che ha dato slancio, in tempi recenti, a questa modalità di raccolta fondi è stato il Web: Internet ha infatti reso possibile sia i micro pagamenti in forma telematica sia la nascita di community, all’interno delle quali gli utenti della rete, sebbene fisicamente lontani, possono confrontarsi sui contenuti dei vari progetti da sostenere.
Attualmente a livello mondiale esistono 452 piattaforme di crowdfunding, con un ritmo di crescita del 63% annuo. Se digitiamo la parola crowdfunding su Google appaiono circa 10 milioni di risultati: è evidente che stiamo parlando del fenomeno del momento che può portare a una rivoluzione del modo di progettare, lavorare e finanziare progetti.
Negli Stati Uniti, il crowdfunding è una pratica molto diffusa e presente già dal 2006, per finanziare idee innovative, come avviene all’interno di Kickstarter, il più famoso sito di crowdfunding ora attivo con oltre 300 mila finanziatori e più di 30 milioni di dollari raccolti nei primi 18 mesi di vita: un risultato che ha lasciato senza parole anche i più scettici.
Diversa la situazione in Italia: sarà per il digital divide che ancora ci attanaglia, sarà perché questa pratica è considerata ai limiti della legalità, sarà che gli italiani non hanno ancora “confidenza” con l’utilizzo delle carte di credito, ma il crowdfunding ha ancora pochi seguaci.
Tuttavia, grazie al recente Decreto Sviluppo, sembra che qualcosa si stia muovendo. Il ministro Passera, infatti, ha previsto la possibilità di finanziare le start up attraverso il crowdfunding.
Il Decreto in questione potrebbe quindi dare finalmente all’Italia la possibilità di raggiungere un elevato livello d’avanguardia e aprire una finestra di opportunità che, se sfruttata rapidamente e correttamente, potrebbe aiutare il nostro Paese a tornare a essere competitivo sul mercato mondiale.
Il crowdfunding è da ritenersi anche un’opportunità di sviluppo sostenibile, ad esempio durante la conferenza Crowdfuture, the future of crowdfunding, la prima convention in Italia interamente dedicata al crowdfunding tenutasi a Roma lo scorso ottobre, si è analizzato il caso studio della ricostruzione delle zone emiliane colpite dal terremoto, garantendo uno sviluppo sostenibile. Il processo partecipativo permetterà di formulare un’idea progettuale in modo condiviso e di inserirla in una piattaforma di crowdfunding per implementare la sua realizzazione. Il background di supporto per la costruzione del progetto è la strategia europea Europa 2020, tesa a costruire una crescita creativa e sostenibile.
Tra i vari settori di sviluppo sostenibile quello che trarrebbe sicuramente maggior beneficio dal sistema del crowdfunding è il settore delle energie rinnovabili. In questo modo è nata WindQuota, una giovane società che vuole sviluppare la produzione di energia eolica attraverso la vendita di piccole “quote”, come dice il nome stesso, degli impianti eolici a una cifra accessibile a tutti.
La stessa idea è stata applicata anche al settore fotovoltaico quando un cittadino della provincia di Cuneo, che volendo realizzare un impianto fotovoltaico, ha pensato di contattare tramite Internet altre persone interessate a condividere le spese e, in futuro, l’energia. Ne è nata l’iniziativa Adotta un Kw, che nel giro di un anno ha portato alla realizzazione di un impianto fotovoltaico.
È chiaro, quindi, che il crowdfunding applicato nel settore delle rinnovabili è tanto ingegnoso quanto semplice: affrontare le ingenti spese di realizzazione degli impianti grazie al finanziamento collettivo, ossia tramite l’acquisto di piccole quote da parte dei privati.
I benefici di questo sistema risultano così essere molteplici, è possibile accelerare la diffusione delle rinnovabili, svincolarsi dall’incertezza finanziaria che sta attanagliando il settore e offrire a tutti i benefici che il mercato delle rinnovabili può offrire.
A questo punto la sfida per le nascenti piattaforme di crowdfunding, attive in questo settore, è coinvolgere anche l’imprenditoria sempre più intenzionata a soddisfare il consumatore responsabile attento alla sostenibilità del processo industriale.
Fonte: Green Business Web
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