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CSR: i giovani, protagonisti del Salone 2018

21/09/2018

Redazione

Ylenia Esther Yashar, una delle prime giovani ad aderire al network CSRnatives, avrà un ruolo attivo durante Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale che si terrà a Milano, in Università Bocconi il 2 e 3 ottobre. Abbiamo chiesto a Ylenia qualche anticipazione sull’attività dei CSRnatives in questa edizione.

La rete dei CSRnatives è attiva dal 2015: ci spieghi perché vi definite “appassionati di sostenibilità” e perché hai scelto di partecipare a questo network?
Alla nostra rete oggi aderiscono oltre 250 studenti e neolaureati di diversi parti d’Italia con background accademici differenti (ad esempio le facoltà più diffuse sono economia, scienze politiche, scienze della comunicazione e marketing, giurisprudenza), e con in comune la volontà di diffondere teorie, concetti, chiavi d’interpretazione e, soprattutto, best practice da valorizzare sulla responsabilità sociale d’impresa e di creare condivisione su queste tematiche. I nostri e-book scaricabili gratuitamente sono la prova del credere fermamente nell’importanza di lanciare messaggi senza limiti ad altri nostri coetanei, già appassionati o futuri CSRnatives. Per quanto riguarda la mia esperienza, io racconto sempre questo episodio: ero sui banchi di università e ho ascoltato una lezione su Robert Kennedy e il P.I.L.. Ho iniziato così ad interessarmi moltissimo alle teorie dell’economia dello sviluppo “tradizionale” e “sostenibile” e alle politiche ambientali, ad indicatori complementari al P.I.L.. È stato un vero e proprio “amore a prima vista” che mi ha condotta poi alla responsabilità sociale d’impresa. Terminata la laurea specialistica, ho proseguito su questa strada con un Master ad hoc per acquisire maggiori competenze. La sostenibilità è stata il mio primo vero lavoro e ancora adesso è una mia grande passione. Ogni mattina cerco tutti gli articoli usciti sul tema e “li divoro”. Sono veramente orgogliosa di tutti gli esempi italiani eccellenti dei quali sto leggendo negli ultimi mesi e devo dire che l’innovazione che creano, in svariati casi, è sorprendente.

Al Salone alcuni CSRnatives parteciperanno al programma culturale per portare la voce (e le idee) dei giovani su diversi argomenti. Quali sono i temi che ritieni più importanti per la crescita della cultura della sostenibilità?
La cultura della sostenibilità è molto sentita tra chi legge e si documenta (ormai anche sui quotidiani di stampo economico almeno una volta alla settimana c’è un articolo/trafiletto dedicato) e tra chi opera in settori “a rischio/molto impattanti” che, al momento, sono sotto i riflettori (direi alimentare, energetico, carbon-fossile, dei rifiuti e tessile), ma rimane ancora lontana e sconosciuta in particolare tra le fasce della popolazione poco istruite e di età avanzata in quanto, a differenza della mia generazione che affronta quotidianamente certe problematiche ambientali, da una parte, non ne hanno mai sentito parlare e, dall’altra, hanno vissuto il periodo del boom economico-industriale nel quale si sono tenute ben poco in considerazione le esternalità negative o l’attenzione alle comunità di riferimento. Il target strategico di oggi devono essere i bambini e gli adolescenti perché loro creeranno la società di domani, ma aprire queste tematiche a tutti, come fa Il Salone della CSR, è un’occasione unica. Il tema del “positivo e concreto”, anche se piccolo, è fondamentale. Se raccontiamo i casi degli imprenditori che hanno creato e stimolato innovazione, valori, supporto, condivisione nel sociale e nell’ambientale possiamo arrivare anche al singolo che inizia ad implementare piccoli comportamenti sostenibili nel quotidiano, generando, in questo modo, una catena virtuosa. Non parliamo solo delle grandi aziende che realizzano progetti grandiosi, costosi e già molto pubblicizzati; diamo voce anche alle PMI, alle Ong e ai cittadini impegnati per diffondere pratiche sostenibili.

Valorizziamo i loro progetti concreti per dire che la sostenibilità nel medio-lungo periodo per l’impresa non è affatto un costo aggiuntivo (anzi!) e che può permeare ogni settore industriale. In effetti noi giovani in tal senso abbiamo una grande responsabilità e un grande potere social da sfruttare. Alcuni di noi ricopriranno in futuro anche ruoli dirigenziali e la sfida è questa: chi sarà (finalmente) il CEO dalle scelte sostenibili ormai “fatte proprie” e chi sarà (ancora) il CEO perennemente in lotta con un CSR Manager, al contrario, dalle idee lungimiranti e controcorrente.

State lavorando alla costruzione della Mappa della sostenibilità che sarà presentata dai CSRnatives il 3 ottobre 2018 alle 17 nella seconda giornata del Salone. Ci dai qualche anticipazione?
Abbiamo iniziato a costruire la mappa nel mese di febbraio: ad oggi sono state individuate circa 600 imprese su tutto il territorio nazionale, secondo un’analisi basata su 23 strumenti distribuiti nelle tre aree Etica del Business e Governance, Ambiente e Persone.

Intendiamo proseguire nel lavoro che naturalmente sarà in continuo aggiornamento.

Al Salone due colleghi del nostro network presenteranno l’avanzamento lavori e spiegheranno come si può “interrogare” la mappa in base ad alcuni criteri di selezione.

Pensiamo che questo lavoro sia utile per i giovani che cercano imprese responsabili dove andare a lavorare ma anche per tutti coloro che credono nella sostenibilità.

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