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CSR: il caso BP

04/08/2010

Le basi della CSR sono state sconvolte dall’incidente di BP nel Golfo del Messico. In casi come questi la responsabilità sociale si deve fare largo fra i limiti posti dalla legge, rischiando di perdersi e sparire tra regole e regolamenti. L'analisi di _Paolo D’Anselmi._

di Paolo D’Anselmi
Cosa sarebbe la CSR senza il casino del Golfo del Messico? Anche alla 9th International Conference on CSR, tenutasi a Zagreb, Croatia, a metà giugno, il disastro del Golfo è stato l’esempio principale. Se cerchiamo tuttavia di fondare la CSR come un campo distinto dalle altre discipline, dobbiamo riconoscere che nello spiegare e gestire la faccenda, la parte del leone è presa dalla legge, la regolamentazione, il comportamento organizzativo, la tecnica e dall’economia aziendale. La CSR è la new entry per cui si deve stringere tra queste ed indicare usi di queste per trovare una sua specificità. La CSR non ci libererà dai ladri (Enron) né dagli incidenti.
Vediamo tuttavia due esempi di come la CSR possa giocare un ruolo nei fatti del Messico.
1) Si può Osservare la legge alla lettera oppure nello spirito. Pare che la regolamentazione europea sulle trivellazioni sia più stringente di quella americana per quanto riguarda il BOP, blow out preventer, il meccanismo incaricato di “strozzare” il tubo di perforazione in caso di incidente. Si può allora fare un BOP “americano” (ed allora avremo l’insieme di azioni A) oppure un BOP “europeo” (ed avremo azioni B). Come ha notato Onyeka Osuji, professore di diritto aziendale in Inghilterra, le grandi imprese sanno la qualità delle regole perché concorrono a creare quelle regole, attraverso le attività di lobbying, per cui hanno le conoscenze necessarie per scegliere tra diversi comportamenti. Scegliere B invece che A, osserva il valore della “attuazione”, quello che riconosce – tra l’altro – che osservare la legge non è deterministico.
2) Dalla osservanza della legge passiamo alle decisioni gestionali poiché il management alla fine si riduce a responsabilità personale. Il primo dirigente BP ad essere interrogato da un comitato del Congresso USA, è stato il signor McKay, il 15 giugno 2010. Mentre il presidente della commissione lo invitava a chiedere scusa per quello che stava succedendo, il signor McKay continuava a rifugiarsi nella procedura, un classico della dialettica forense: “Noi abbiamo consegnato i filmati ed abbiamo ottemperato alle richieste delle autorità preposte.” Per tre volte il presidente ha dovuto ripetere l’invito prima che il signor McKay entrasse nella modalità umana e dicesse: “We are sorry.” Ci dispiace. Anche qui abbiamo una azione A ed una azione B. L’azione B riconosce che la responsabilità arriva al pettine di una risposta “sì sì, no no”, al valore della “micro-etica”. In cui l’individuo ritorna se stesso e non è più parte di una pur necessaria macchina organizzativa. Micro-etica, non l’Etica dei dilemmi che capitano una volta nella vita, l’etica di cento volte al giorno.
La cosa importante in tutto questo è che anche le azioni A sono legali, vanno bene, non sono criminose né incoscienti, mentre CSR è quell’atteggiamento diverso – non maggiore – che distingue le azioni A dalle azioni B e magari induce a fare le B invece che le A, osservando i valori guida della attuazione e della micro-etica.
Nel CSR report 2008, British Petroleum compieva e dava conto di una azione B fornendo dati sulle riserve di cui dispone rispetto alla produzione annuale. È questa la misura che dice per quanti anni ancora potrà permettersi di produrre tanto petrolio quanto nell’anno in corso. È questo un modo concreto di declinare la sostenibilità con misure concrete, osservando così il valore guida della attuazione. Sono poche le compagnie petrolifere che pubblicano questa informazione. È per creare nuove riserve che BP trivella anche nel Golfo del Messico.
Siamo immersi in un mondo di azioni A, che non sono appannaggio delle sole multinazionali del petrolio. Il 24 giugno 2010 Il Messaggero e il Corriere della Sera hanno lo stesso reportage sul Golfo del Messico, firmato da persone diverse, uno addirittura da un corrispondente: una azione di tipo A, in quanto presenta i pezzi come opere originali dell’ingegno, cosa che non sono. E poi c’è un tono inconsapevole delle implicazioni di responsabilità personale nelle critiche di noi consumatori a BP: dalla crisi petrolifera del 1973 abbiamo acquistato auto più efficienti in quanto aumentavano le prestazioni a parità di consumi (azione A), invece che auto che consumassero di meno in termini assoluti (azione B). E da ultimo abbiamo pure preso l’abitudine di aspettare la moglie che fa spesa al supermercato parlando al telefonino, fermi in auto, col motore e l’aria condizionata accesi. Molto A.
PS È di 35 centimetri il diametro del tubo da cui esce il petrolio del Golfo, che si vede nelle foto dei giornali a mo’ di ecografia.
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