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Cultura per l’infanzia: tutt’altro che un gioco

13/05/2009

Pare esistere una propensione a credere, da parte di alcuni colleghi comunicatori di altri settori, che chi opera nel segmento bambini faccia un lavoro semplice, forse per l’errata convinzione che “ai bambini va bene tutto”. Ebbene le cose non stanno esattamente così: si tratta di un pubblico da conquistare estremamente esigente, in un mercato - quello in crescita dell’edutainment - che si evolve rapidamente e spesso su livelli di qualità. Alessandra Grasso ci racconta la sua esperienza professionale in uno _science centre._

di Alessandra Grasso


La pratica delle relazioni pubbliche in un science centre, realtà ancora poco sviluppata nel nostro Paese perchè di concezione pragmaticamente anglofona, permette di lavorare intensamente sul concetto democratico di “scienza per tutti”.


Luoghi come La città della scienza di Napoli, l’Immaginario scientifico di Trieste e La città dei bambini e dei ragazzi di Genova – tanto per fare alcuni esempi italiani – si connotano per la loro capacità di attirare folle di adulti e bambini, in controtendenza rispetto alla media dei musei civici, per fare esperienze ludiche, che consentano ai partecipanti di scoprire ed imparare, trascorrendo un tempo di qualità assieme.


La chiave del successo di questi musei interattivi è la possibilità di “toccare con mano” i segreti della scienza, quelli stessi che a scuola sono spesso motivo di grattacapo per molti dalle inclinazioni letterarie!


Al di là dell’apprezzabile lavoro degli uffici stampa, costretti spesso a combattere con la banalizzazione a cui sono soggette le attività per bambini, la professione di relatore pubblico permette di maturare una rete di contatti di pregio con i numerosi stakeholder che i cosiddetti “hands-on” vantano; così come di sperimentare azioni discendenti dal concetto di responsabilità sociale d’impresa, che può declinarsi nel favorire le imprese a compiere attività culturali a favore della comunità territoriale a cui il centro afferisce, da coniugare con le imprescindibili istanze di gestione commerciale e di sostenibilità economica dello stesso.


Le aziende private in questa ottica possono fare molto per permettere lo sviluppo dei servizi aggiuntivi del sito, non solo con un contributo economico, ma anche facendosi portatori di un sapere tecnico, utile alla divulgazione. Il science centre, dal canto suo, può essere la vetrina che consente all’impresa privata di mostrare ad un pubblico allargato il suo impegno responsabile.
E’ ovvio che vista la delicata missione del centro nei confronti delle nuove generazioni, le relazioni esterne e il marketing hanno la responsabilità di attivare azioni sinergiche che medino tra i bisogni del cliente-sponsor e quelli di sostenibilità del centro. La didattica e l’animazione diventano così un ottimo strumento di valorizzazione di questo connubio.


La doppia anima sociale-educativa e turistico-commerciale consente a chi vi opera di dialogare a vari livelli con servizi sociali, scuola e terzo settore, da un lato, e partner privati provenienti da vari mondi per l’attrattività del sito, dall’altro.
Ciò presuppone un lavoro di squadra articolato e una gestione aziendale operativa dove la comunicazione interna ha un ruolo importante.


La promozione e le relazioni pubbliche in continuo fermento si sviluppano sul territorio locale e nazionale per assicurare la vita di un prodotto cultural-turistico alla continua ricerca di novità, per rappresentare al meglio il dinamismo della società in cui è immerso. E’ chiaro che comunicare e promuovere luoghi insoliti e affascinanti come questi non può ridursi al mero acquisto di spazi pubblicitari da parte del gestore, perchè uno spot non basta a descriverli nella loro interezza, vista la quantità di settori che coprono e pubblici di riferimento con cui dialogano.


La sperimentazione più interessante è il mestiere divulgativo nell’accezione più allargata, che ha lo scopo di rendere un concetto complesso in uno stimolo comprensibile e divertente per bambini e perciò accessibile a tutti, adulti compresi.


Questo impegno si traduce quotidianamente nella realizzazione da parte di uno staff con diverse funzioni nell’animazione scientifica per scuola e famiglia, nell’organizzazione di eventi, nelle collaborazioni con l’Università (Scienza della Formazione, Architettura, dipartimenti scientifici) e dello sviluppo del percorso espositivo. A questo proposito, negli ultimi anni, ci si è cimentati sia nella comunicazione spaziale – per parlare su due livelli a bambini e adulti – che nella progettazione di nuovi exhibit per l’intrattenimento educativo del pubblico in visita. Per questi obiettivi, è fondamentale intrecciare competenze diverse che hanno a che fare indiscutibilmente, tecnicismi a parte, con la comunicazione.


Così, a fine giornata rimane poco tempo per giocare!



Immagini: Costa Edutainment/ph. Merlofotografia
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