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Dal festival di Trieste una nuova identità per le rp

26/07/2005

Un articolo di Lina Sotis del Corriere sul WPRF.

Dal Corsera Magazine del 21/07/2005 - Tendenze -Meglio la PR di ieri o di oggi?Di Lina SotisOrmai, soprattutto d'estate, siamo avvezzi ai Festival. Musica, poesia, teatro rallegrano le città d'arte che vanno fiere quando hanno un Festival proprio. Ma un Festival delle Relazioni Pubbliche stupisce anche le habituèe del genere. Al culmine dell'estate, a Trieste, non è mancato nemmeno quello.Serissimo e quanto mai professionale, con 500 fra docenti e studenti che provenivano da 32 paesi, il Festival delle Relazioni Pubbliche, organizzato dalla Global Alliance e dalla Ferpi, ha messo i puntini sulle i di questo difficile mestiere tanto complicato da collocare nell'immaginario collettivo. Quella due giorni di relazioni di premi Nobel e professori rappresentanti di organizzazioni sociali, pubbliche e private di tutto il mondo, sarebbe piaciuta soprattutto a quelle mamme che, con un po' di patema d'animo, si sentono dire dai propri figli: ho deciso di fare pubbliche relazioni. Lavoro che evoca signore con pochi studi, qualche blasone appannato, difeso anche con i denti anche dopo l'abbandono del marito aristocratico, buoni guadagni quando l'economia lo permette e buone entrature secondo la quantità di amici che costituiscono il patrimonio della signora, del signore o dei signorini che hanno deciso di intraprendere quel duro lavoro in cui si deve sorridere, sempre.A Trieste è emerso che questa è ormai un'immagine vecchia e settoriale della professione e che, pur esistendo ancora, ne è solo la parte più folcloristica. Il brasiliano Manoel Ribeiro ha spiegato come la comunicazione abbia consentito alle favelas di Rio de Janeiro una parziale riappropriazione del territorio occupato dai narcotrafficanti. Il pierre sudafricano ha raccontato come la democrazia nel suo Paese faccia i conti con 12 lingue ufficiali e un'altra relatrice, sempre sudafricana, ha spiegato come si batta per la parità del lavoro. Esattamente come i pierre americani che vengono usati dai colossi finanziari per valorizzare, attraverso la comunicazione, le diversità dei dipendenti. Insomma mamme state tranquille: il mestiere, se uno lo vuole ampliare, è quanto mai serio. 
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