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Elezioni Usa: la politica dei colpi bassi

06/09/2004

Una denuncia inquietante da parte di alcuni gruppi di difesa dei diritti civili: il partito repubblicano è accusato di organizzare una campagna per tenere lontani dalle urne gli afro americani e altre minoranze in grado di muovere migliaia di voti.

In realtà ancora non si sa per chi voteranno le minoranze etniche negli Stati Uniti. La Convention repubblicana è archiviata e al presidente Bush sono stati regalati dai sondaggi 11 punti di vantaggio. I guru democratici sperano soprattutto nella veridicità della teoria dei corsi e ricorsi storici e da oggi la battaglia si sposta negli Stati incerti. Ma Bush, pur avendo appena tirato un piccolo respiro di sollievo, teme moltissimo gli afro-americani che, non necessariamente ma probabilmente, potrebbero dare la loro preferenza ai democratici. In un recente report, il NAACP e il gruppo People for the American Way, due organizzazioni per l'uguaglianza dei diritti, citano alcuni episodi verificatisi in Florida e a Detroit.E il ping pong a colpi di invettive sembra non escludere nemmeno vere e proprie scorrettezze, come il presunto tentativo da parte dei repubblicani di dimostrare che alcuni afro americani degli stati citati non hanno diritto al voto. Per il momento sono solo accuse, cui gli uomini di Bush rispondono con stupore e incredulità. La U.S. Commission on Civil Rights ha chiesto al dipartimento di giustizia di fare chiarezza sull'errato esonero dal voto di molti cittadini, soprattutto afro americani.E intanto salta fuori che nelle elezioni del 2000 dai 4 ai 6 milioni di americani non hanno avuto accesso alle urne per semplici errori di registrazione, burocratici o tecnologici.Buona o mala fede?
Emanuela Di Pasqua-Totem
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