I Comitati Locali UniCredit: un originale strumento di relazione
25/07/2006
La prima case history della nuova iniziativa di FERPI Triveneto A cena con
Lo scorso 13 luglio a Verona la FERPI Triveneto ha svolto il primo della serie di incontri "A cena con...", appuntamenti conviviali dedicati alla presentazione di Case History dei colleghi.La nostra socia Patrizia Cozzi, Responsabile del Comparto Relazioni Esterne di UniCredit, ha aperto la rassegna raccontando l'esperieza di UniCredit nell'ambito dei rapporti con il territorio di riferimento con la costituzione dei Comitati Locali.Di seguito presentiamo un resoconto del suo intervento.
Gennaio 2003. A fronte della riorganizzazione strategica del Gruppo denominata "S3", UniCredito Italiano concludeva il passaggio epocale da una struttura bancaria di tipo federale (composta da sette aziende di credito generaliste: Credito Italiano, Rolo Banca 1473, Cariverona, Banca Crt, Cassamarca, Caritro e CRTrieste) alla creazione di tre banche nazionali specializzate per segmento di clientela. Nasceva così UniCredit Banca rivolta al mondo retail, UniCredit Banca d'Impresa dedicata al settore corporate e UniCredit Private Banking destinata alla gestione dei grandi clienti privati.
L'acquisizione di banche così radicate in ambito locale garantiva senz'altro a UniCredit un'estesa capacità di penetrazione nei territori, ma creava al contempo disorientamento in termini di visibilità e forti resistenze al cambiamento da parte della clientela. Dal malessere percepito a seguito della trasformazione, si faceva quindi sempre più viva l'esigenza di creare nelle aree di gravitazione delle vecchie realtà bancarie degli organismi consultivi di "ascolto", rappresentativi delle diverse anime di cui i territori erano portatori. Questa l'origine dei Comitati Locali. UniCredit si prefiggeva in tal modo di coniugare le caratteristiche di una grande banca nazionale, con l'esigenza di mantenere un attento e solido radicamento domestico, imprescindibile per il successo del neo costituito Gruppo.
Se inizialmente i Comitati potevano implicitamente assumere un ruolo risarcitorio sui territori, ben presto ci si rese conto che la loro funzione andava ben oltre, assumendo la dimensione di organismi utili alla crescita di quelle comunità di cui interpretavano le istanze evolutive. Di qui la realizzazione di interventi che hanno brillantemente coniugato sviluppo economico e benessere sociale. Ne sono testimonianza i progetti a supporto delle imprese sul fronte dell'innovazione, dell'internazionalizzazione, del passaggio generazionale, così come i progetti utili alla coesione sociale su temi come quello degli anziani, degli immigrati, dei giovani, progetti a difesa dell'ambiente, del turismo, della CSR, etc.
In generale infatti obiettivo dei comitati non era solo quello di riconciliare la banca con il suo territorio d'origine, bensì di prefigurare percorsi di crescita di quell'area, osservandone le dinamiche evolutive, ricercando nuove soluzioni per progettare il futuro della comunità, coinvolta nei processi sempre più generalizzati di grande cambiamento. Oggi i Comitati sono complessivamente diciotto, composti da esponenti delle autonomie funzionali, dell'imprenditoria, dell'associazionismo, della cultura, del volontariato, unitamente a rappresentanti delle banche del Gruppo.
In sostanza i Comitati locali UniCredit rappresentano un veicolo di comunicazione a due vie per sostenere il dialogo tra le logiche dell'innovazione globale e i valori fondanti delle tradizioni locali.
La relazione con il territorio rimane fattore distintivo per UNICREDIT che, pur continuando la sua espansione (il gruppo nel frattempo si è già internazionalizzato attraverso l'acquisizione di Hvb), rimane con i piedi ben piantati per terra, là dove è nata.