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Imprese a digiuno di web? Una nuova chance per le Rp
24/08/2010
Web 2.0? Social marketing? Nuove strategie di comunicazione per nuovi media? Solo parole. Un’inchiesta-choc inglese rivela che oltre la metà delle aziende non è capace di aggiornare da sola il proprio sito.
di Gabriele Cazzulini
Siamo nel 2010. Ma leggendo i risultati della ricerca condotta da Fasthosts, rinomata compagnia di web hosting inglese, pare di ritornare indietro di un decennio. Secondo i dati, il 43% delle aziende (in questo caso sono aziende inglesi) deve affidarsi a società esterne per gestire il proprio sito web. Non si tratta di creare il sito dal nulla. Si tratta solo di amministrarlo nelle routines quotidiane, salvo imprevisti risolvibili solo dagli esperti. Il 56% non è neppure in grado di postare un nuovo contenuto. Il 70% non ha registrato il proprio dominio con i dati del proprietario dell’azienda – quindi tutti i dati del sito dell’azienda non appartengono all’azienda. Un altro 70% non possiede un backup dei propri dati: se il sito venisse chiuso, perderebbero tutto. Non è l’ultimo dei paesi sottosviluppati. E’ l’Inghilterra che s’era inventata la rivoluzione industriale partendo dai fili della lana. Invece oggi i fili della rete strozzano Londra. E l’Italia?
La soluzione più immediata per ripianare questo deficit informatico sarebbe quella di promuovere corsi intensivi sull’abc di internet per le aziende trasmettendo un messaggio forte e chiaro: l’impresa che fa web, e lo fa in modo intelligente, fa anche profitto. Nel 2010 questa è la scoperta dell’acqua calda. Ma tanti vivono ancora nell’era glaciale.
Tuttavia c’è un’alternativa migliore ai corsi d’informatica. Dato che il web è una loro risorsa fondamentale, le relazioni pubbliche possono inglobare la gestione minima indispensabile della parte tecnica del web dell’azienda – o addirittura presiedere il passaggio al web in caso di aziende ancora offline. Il web non è solo un groviglio di cavi: è una tecnologia a forte valenza relazionale e legata ai suoi contenuti. Un’azienda ha più bisogno di comunicatori che ingegneri, perché ha più bisogno di comunicazione che hardware.
Proporre ad un’impresa strategie di comunicazione senza un supporto web è una partita persa in precedenza. Ecco perché, invece di un outsourcing ad un servizio tecnico, il responsabile delle relazioni pubbliche può inglobare nella sua struttura una gestione tecnica minima indispensabile della parte web. Così il lato tecnico può interfacciarsi con la creazione e la gestione dei contenuti. Questo è il nodo centrale: in rete ogni messaggio presuppone una tecnologia comunicativa senza la quale il messaggio resta una parola sulla bocca del suo autore.
L’iniziale situazione di svantaggio tecnologico può ribaltarsi in una situazione di vantaggio per l’azienda che viene dotata di una strategia comunicativa completa e affidata ad un’unica “centrale”. Il postulato fondamentale è che gli operatori delle relazioni pubbliche capiscano che la gestione del web ha bisogno di entrare nelle loro competenze. Il web è diventato uno strumento essenziale per gestire le molteplici reti sociali con clienti, stakeholders, fornitori, enti pubblici e associazioni.
La gestione delle relazioni pubbliche mediante il web richiede un know-how che è anche tecnologico. Più la rete continuerà a diffondersi, più questa sfida diventerà un necessario potenziamento professionale.