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In Italia si fa poca comunicazione scientifica

05/02/2008

Se ne è parlato a Napoli in un convegno promosso dalla Stazione zoologica 'Anton Dohrn' organizzato in occasione della presentazione dell'Opera "La scienza a Napoli tra Ottocento e Novecento".

Lunedì 4 e martedì 5 febbraio in occasione della presentazione dell'opera "La Scienza nel Mezzogiorno dall'Unità d'Italia ad oggi" promossa e realizzata dall'omonimo comitato nazionale e con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività culturali si è svolto a Napoli il convegno "La Scienza a Napoli fra Ottocento e Novecento" sull'importanza e il ruolo della comunicazione edella divulgazione scientifica. Il Mezzogiorno d'Italia ed in particolare la città di Napoli per molti anni hanno rappresentato - e ancora rappresentano - un'importante punto di riferimento internazionale in fatto di ricerca scientifica e tecnologica, anche per la  presenza di prestigiose istituzioni scientifiche e centri di ricerca.
Per gentile concessione di uno degli autori, Riccardo De Sanctis, anticipiamo il primo paragrafo del capitolo sulle "Forme e Istituzioni della Comunicazione Scientifica" dell'Opera in tre volumi edita da Rubettino. De Sanctis, storico e giornalista, dal 2004 insegna comunicazione della scienza presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. E' presidente della Commissione scienza e società della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli dov'è anche direttore dell'ufficio comunicazione. Ha scritto e diretto numerose trasmissioni scientifiche per la televisione italiana, tra cui lo storico programma "Quark" e per le maggiori tv pubbliche internazionali.
Forme e Istituzioni della Comunicazione Scientifica
di Riccardo De Sanctis
Il tema della comunicazione scientifica coinvolge in larga parte i rapporti fra la scienza, la ricerca e la società nel suo complesso e nella sua particolarità locale. La scienza, da quando è diventata moderna , ha sempre avuto la necessità di farsi conoscere, di spiegare, far capire, dire quello che fa per ottenere finanziamenti pubblici o privati, per ottenere una collocazione, uno status sociale, per operare in un certo contesto. La scienza è sempre, anche, un'immagine, una rappresentazione di sé rispetto al contesto in cui opera. I singoli ricercatori sono inevitabilmente inseriti in una società, in una mentalità, in un complesso di valori che possono indurre a una ricerca invece di un altra, a valutare in un certo modo un risultato, a fare certe scelte, ad assumere talune priorità invece di altre. Sono anche consapevole che il campo, la storia locale o regionale, che si occupa di avvenimenti in una specifica area geografica, offre il fianco a provinciali polemiche.
Occuparsi della scienza, del suo farsi, delle sue istituzioni e delle sue forme di comunicazione in un determinato contesto geografico (il Meridione, Napoli ecc, in questo caso) non vuol dire infatti voler affermare un primato, o andare a cercare quello che "funzionava" o le ricerche che venivano fatte qui invece che altrove. Non vuol dire voler costruire una tradizione scientifica . Né tanto meno voler paragonare quella tradizione ad altre per dire che era migliore o peggiore. Le scale di valori non dovrebbero entrare nel campo della storia, soprattutto in quello della storia della scienza. Il dialogo tra il pubblico e la scienza avviene, anche e forse soprattutto storicamente, attraverso luoghi e media diversi. Luoghi che sono fisici ma anche virtuali, trasmettendo informazioni ma anche emozioni, messaggi razionali e suggestioni. Sono molti gli attori coinvolti , i linguaggi , i segni e a loro volta i contesti di certe tradizioni culturali, che variano da disciplina a disciplina, talvolta da luogo a luogo. La situazione della scienza nel suo complesso in Italia nell' Ottocento( Regno di Napoli, Lombardo Veneto, Piemonte, Stato Pontificio e statarelli vari è arretrata rispetto all'intera Europa nord occidentale perchè è l'italia che è arretrata nella sua realtà sociale,civile, culturale, politica, e scientifica.Esistono tuttavia alcune eccezioni, alcune isole di eccellenza che soprattutto nel Meridione non comunicano o comunicano male con il Paese perché mancava, forse manca ancora, il sistema paese nella sua interezza e nelle sue articolazioni. L'illuminismo napoletano, con i due Galiani e Genovesi fra gli altri , non da vita a una classe politica dirigente capace di intervenire nel sociale, nell' ammodemarlo. C'è la sottovalutazione, ad esempio ,da parte di molti intellettuali italiani e meridionali in particolare del ruolo che la politica può giocare. Il vero grande divario fra Nord e Sud -vale la pena ricordarlo- incomincia nella sua drammaticità solo dopo l'Unità. Su questo torneremo con alcuni dati.
E' necessario incominciare a delineare un percorso che analizzi in tutti i suoi aspetti la ricerca scientifica, le sue istituzioni, i suoi personaggi , come componente storica sociale fondamentale nel Meridione La storia della scienza in italia (nelle sue varie accezioni, interna ed esterna )e la storia trascurata della sua comunicazione nelle sue varie forme ( dalla divulgazione popolare dei giornali ,ai musei ,alle mostre ,alle fiere) si è occupata finora prevalentemente di quelle che apparivaio le zone più sviluppate del Paese, trasc.urando in larga parte il Meridione, acuendo in questo modo i problemi e le incomprensioni .Una piccoia questione meridionale all'interno della questione meridionale... La scienza.. ."è. un'impresa in larga misura sopranazionale, ma come il pubblico la recepisce e come essa s'insinua nel contesto sociale è evidentemente un processo legato a tradizioni culturali, economiche e istituzionali nazionali, quando non regionali, come nel caso dell'italia post-unitaria." come è stato ben sottolineato da Paola Govoni (Un pubblico per la scienza, Carocci, Roma 2002, p317).Per poter affrontare questi temi con un minimo di razionalità è necessario definire alcuni periodi storici. Il percorso della scienza e della sua comunicazione varia infatti parecchio dal periodo post-unitario al Novecento. In maniera approssimativa il nostro discorso può essere diviso in cinque periodi La fase che segue l'Unità d'italia che è all'inizio influenzata dalle idee del cinquantennio precedente e dalla presenza di alcune Istituzioni create nel decennio francese e durante il regno dei Borbone, come gli Osservatori Astronomici, i Musei naturalistici, il Museo vesuviano ecc. Il periodo a cavallo fra Unità e primi anni dei Regno che vede una sempre maggiore professionalizzazione delle discipline scientifiche la pubblicazione dirompente delle teorie di Darwin , delle ricerche di Pasteur, dei nuovi campi di ricerca della fisica e della chimica. Il trionfo del positivismo dalla fine del secolo fino alla prima guerra mondiale. Il periodo fra la prima e seconda guerra mondiale,con l'arrivo del fascismo e con una forte presenza burocratica dello stato nella ricerca. Un'ultima fase infine dopo la seconda guerra mondiale, con la diffusione sempre pi1i capillare dei mezzi di comunicazione di massa, con la globalizzazione, internet ecc. E' ovvio che più ci si avvicina al nostro tempo e meno le differenze regionali e geografiche si fanno marcate riguardo alle forme della comunicazione che sono sempre più generalizzate, sempre meno locali e più internazionali.
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