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La comunicazione per la formazione degli operatori non sanitari

25/11/2018

Letizia Pini

L’importanza della comunicazione per sensibilizzare la formazione di operatori non sanitari sarà uno dei temi al centro del convegno dedicato alla Morte cardiaca improvvisa, in programma il 15 dicembre a Siena, con il patrocinio della Delegazione Ferpi Toscana.

In occasione della quarta edizione del convegno nazionale “Morte cardiaca improvvisa 4.0: Evoluzione del trattamento dell’arresto cardiaco sul territorio” che si terrà a Siena il 15 dicembre prossimo, compare finalmente il tema della ‘comunicazione’. E non quella diretta intesa tra personale medico-paziente o familiari bensì quella che può e deve aiutare a sensibilizzare la cittadinanza al tema scottante del pronto intervento e alla necessaria e imprescindibile formazione di personale laico in grado di intervenire con il BLSD sui territori ormai per legge sempre più ‘cardio protetti’.

Il convegno, organizzato da Siena Cuore - con il comitato scientifico composto dai Dott.ri Francesca Diana, Gorelli Juri e Felicetta Simeone, con il patrocinio di ITACTA e dell'università di Siena con la Scuola di Specializzazione Anestesia,Rianimazione, Terapia intensiva e del Dolore -  intende condividere con tutti i soggetti coinvolti nel trattamento sanitario dell’arresto cardiaco lo sforzo di rafforzare e diffondere la cultura della ‘cardio-protezione’ in linea con i programmi della Regione Toscana che attraverso il progetto “I–Cuore” intende diffondere la formazione nei cittadini per realizzare le condizioni di pronto intervento da parte di personale non sanitario nei casi di arresto cardiaco.

Non si tratta di semplice, e per altro importantissimo, ‘volontariato’ ma di presa di coscienza  e di responsabilità. La sensibilizzazione al tema della formazione laica che prepari all’intervento tempestivo in attesa di personale specializzato è un’azione di forte impegno civile che coinvolge dai bambini agli adulti. L’importanza di far comprendere ai bambini e ai ragazzi quanto si possa fare con poco, ne va a beneficio anche di investimenti medico sanitari da mettere in campo dopo il recupero della persona oltre che indubbiamente a favore della vita stessa. Sensibilizzare alla comprensione dell’importanza dei avere territori cardio protetti dove macchine e capitale umano assieme in una sinergia di tecnologia e sapienza permette di andare sempre avanti anche con la ricerca e dare maggiori garanzie di riuscita e di servizio. Riuscire a parlare di quanto si stia facendo a livello di sensibilizzazione e comunicazione, portare expertise e case history al riguardo, spesso dalla viva voce dei bambini o degli studenti, comprendere e far conoscere quante iniziative di coinvolgimento vengano fatte al tal riguardo  serve anche ad avvicinare la popolazione a temi scottanti come quello dell’arresto cardiaco e dell’intervento tempestivo, ancor ora purtroppo non molto conosciuto e sul quale davvero invece si potrebbe fare da subito la differenza. Accostare temi scientifici così prettamente tecnici ad aspetti invece del tutto non sanitari ci dà contezza di quanto si possa collaborare e quanti margini di manovra possano esserci, perché in ogni momento, in ogni dove ciascuno di noi potrebbe essere chiamato ad intervenire, e tanti episodi testimoniano già la valenza di avere macchine pronte all’uso e persone in grado di saperle far funzionare… senza che nessuno si improvviso quello che non è ma riuscendo comunque ad anticipare l’intervento specifico e a fare la differenza in termini di vite umane. Sottolineare l’importanza di una pianificazione condivisa degli interventi in grado di ridurre i danni da arresto cardiaco a partire dal territorio fino all’interno dell’ospedale. La presenza dei Progetti ‘Vita’ in tutta Italia che sono partiti da Piacenza, aiutano a suggellare l’impegno pubblico e privato e gli sforzi compiuti per portare ovunque la possibilità di formazione di personale laico.

 

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