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La comunicazione pubblica leva dei diritti di cittadinanza

08/05/2020

Per la riforma della legge 150/00 insieme comunicatori, giornalisti, accademici e organizzazioni della società civile, attivisti dell’Open Government Partnership Forum. Insieme per l’Amministrazione Aperta.

Daniela Vellutino, Università degli Studi di Salerno, Organizzazioni Società Civile, Open Government Partneship Forum

Dopo anni di riflessioni, dibattiti, incontri e scontri sulla riforma della legge 150/00 ora c’è un documento da cui partire.

In pochi mesi il nostro gruppo di lavoro, istituito su iniziativa della Ministra Fabiana Dadone nell’ambito dell’Open Government Partnership Forum (OGP), è riuscito a elaborare un documento che sintetizza i punti da cui partire per riformare una norma che, purtroppo, non è mai stata davvero ben applicata. L’OGP è l’iniziativa internazionale che mira ad ottenere impegni concreti dei Governi di tutto il mondo per la trasparenza, il sostegno alla partecipazione civica, la lotta alla corruzione dentro e fuori le Pubbliche Amministrazioni.

Per i miei studi e per l’attivismo civico che sostanzia da sempre le mie ricerche è stato davvero gratificante partecipare a questo gruppo di lavoro coordinato da Sergio Talamo, FormezPA.

È stata un’opportunità poter dire come dovrebbe essere la comunicazione pubblica.

Poter dire, non solo nei libri e nelle aule universitarie, che la comunicazione pubblica è una leva per i diritti di cittadinanza, che l’Ufficio relazioni con il pubblico (URP) deve garantire ai cittadini il diritto di accesso civico, che i bilanci di accountability - bilanci ambientali, sociali, di genere, di mandato – devono essere strumenti di comunicazione pubblica facilmente leggibili e accessibili per tutti i cittadini che vogliono essere attivi, reattivi e proattivi. (Ricordiamoci sempre che solo chi sa può ben partecipare ai processi decisionali della vita democratica del nostro Paese).

Poter dire che l’Ufficio stampa oggi ha un ruolo diverso perché deve essere capace di contrastare le fake news che possono nuocere l’ente per cui lavora perché avvelenano i rapporti con i cittadini e le relazioni con le aziende e le altre istituzioni.

Poter dire che l’URP può accogliere in tutte le PA d’Italia – e non solo in alcune comunità - laboratori per la partecipazione civica e per la co- progettazione dei servizi digitali. Ed ancora che deve essere compito dei comunicatori pubblici supportare le attività per la trasparenza amministrativa, l’accountability. Ed è compito dei comunicatori pubblici anche la promozione dello sviluppo socioeconomico perché con il loro lavoro contribuiscono a sviluppare il patrimonio informativo pubblico in dataset di dati pubblici in formato aperto affinché siano riusabili da chi, usandoli, può fare impresa e fare buon giornalismo investigativo.

Poter dire che le attività d’informazione e comunicazione nelle PA sono un lavoro agile da condurre ovunque e negli orari utili per servire al meglio la collettività.

Ed infine poter dire che l’italiano istituzionale, un tipo di lingua chiara, semplice ma precisa, può essere anche una risorsa per la trasformazione digitale.

Ho potuto dire tutto questo all’interno di un gruppo di lavoro costituito da tante anime, istituzioni, associazioni di rappresentanza dei professionisti dell’informazione e della comunicazione, università: Ferpi, l’Ordine dei Giornalisti, l’Associazione italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale, la Federazione Nazionale della Stampa, PAsocial, ANCI, Conferenza Stato Regioni, la Conferenza dei corsi laurea in Scienze della Comunicazione e l’OGP Forum.

Tutte questo che vi ho detto potrà diventare realtà se la riforma della legge 150/00 seguirà quanto scritto nel documento. Molto di quanto proposto poteva già essere fatto se solo ci fosse stato il “monitoraggio” di questa legge da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto farlo per dettato normativo.

Per questo sarà ora molto importante il ruolo delle associazioni civiche che si impegnano per la trasparenza amministrativa, il diritto di accesso civico, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Sarà molto importante fare il “monitoraggio civico” per far riformare e, poi, far applicare questa legge. Una legge che, se ben applicata, può dare buona occupazione a giornalisti e comunicatori di oggi e a quelli che ogni anno formo per essere i giornalisti e i comunicatori pubblici di domani.

 

 

 

 

 

 

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