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La credibilità dei media locali in Italia: una ricerca a cura di Roberto Portanova

20/09/2005

Il testo della ricerca si trova nella sezione introduttiva del volume "Spazio RP Media"

Spazio RP ringrazia i referenti territoriali della Ferpi e dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale, i Presidenti dei Co.Re.Com e degli Ordini Regionali dei Giornalisti per la loro collaborazione in questa ricerca.Le esigenze informative dei pubblici "locali"La nostra ricerca parte dallo studio delle aspettative dei fruitori dell'informazione locale.E' da un po' di anni che in tutto il Paese si registra una "costante crescita" * di attenzione nei confronti sia dei quotidiani che delle emittenti radio-televisive a diffusione regionale o provinciale.*Paola Guarneri, comunicatrice pubblica presso il Comune di Reggio Calabria
Questo dato riferito ai quotidiani, almeno per gli addetti ai lavori, era abbastanza assodato. Stupisce invece che anche le emittenti radio-televisive, spesso tacciate di "provincialismo" riscuotano un crescente successo.Al proposito Alberto Nuvolari, presidente del Corecom del Veneto, scrive:"Gli utenti che scelgono i mezzi locali sono in costante aumento, sia per quanto riguarda le radio che le televisioni e la conferma giunge dall'interesse pubblicitario verso le emittenti che operano sul territorio."
Le motivazioni di questo crescente interesse sono abbastanza scontate: da un lato il surplus di informazione nazionale, dall'altro il bisogno di conoscere quello che tocca da vicino la realtà della nostra vita di tutti i giorni.
Su quali argomenti vogliono essere informati i cittadini?
Soprattutto la cronaca (è molto eccitante, anche a detta di diversi studiosi di sociologia, leggere notizie su persone conosciute o che magari, abitando vicino a noi, rischiamo di aver incrociato almeno una volta; così come è eccitante riconoscere in foto o al TG luoghi visti o frequentati); ma anche l'economia, lo spettacolo e tutti i temi che possono diventare argomento di conversazione tra amici o in luoghi di ritrovo. Meno entusiasmante è la politica, ma soprattutto perché i fruitori considerano poco imparziale l'atteggiamento degli operatori dell'informazione nei confronti della classe politica. Pensiero del resto condiviso dalla maggior parte dei professionisti.Non a caso scrive Vincenzo Fierro, comunicatore pubblico presso ACTA Potenza:
"Il potere esercitato dalla classe politica su quella degli operatori dell'informazione è notevole. Il ruolo, ad esempio, del giornalista non dovrebbe essere quello di compiacere il politico di turno o criticare chi non è del sistema. E' chiaro che fino a quando gli operatori saranno i lacchè di sindaci o presidenti di turno, l'informazione sarà sempre pilotata e mai aderente alla vera realtà, poiché deve soddisfare il bisogno di condizionare il lettore/ascoltatore/spettatore del buon operato dell'amministrazione."
Concludendo possiamo dire che un mercato per i mezzi d'informazione locali c'è ed è un mercato sempre più attento ed esigente.La sfida per l'informazione ce la segnala lo stesso Vincenzo Fierro che, parlando della sua realtà lucana, segnala forse un'esigenza riconoscibile a livello nazionale:
"Il grado di istruzione della classe sociale di Basilicata e la voglia di essere informati è cambiata anche rispetto alle esigenze ed ai bisogni intellettuali. Ora sta al mondo dell'informazione nel suo complesso calibrare i contenuti e renderli adatti a questa nuova trasformazione." 
Di fronte a questa crescita d'interesse dei lettori/telespettatori di media locali, il numero di questi ultimi risulta sufficiente?
A questa domanda le risposte cominciano a manifestare una divergenza a seconda dell'area geografica.Il Sud dimostra una fame di informazione locale non del tutto appagata dalle strutture attuali.Il numero di media locali nelle aree meridionali è notevole. In alcune regioni (Basilicata, Molise, Campania) c'è un'offerta più che soddisfacente di mezzi cartacei. In altre (Sicilia, Puglia e Calabria) sono le emittenti ad essere particolarmente numerose.Nonostante ciò, i cittadini da un lato e i professionisti della comunicazione dall'altro segnalano ancora possibilità di crescita quantitativa dell'offerta. Come ad esempio segnala la sopra citata Paola Guarneri (Calabria):
"Considerando l'importanza della funzione di servizio che i media locali svolgono nei confronti del territorio - anche perché sono le più vicine alle comunità locali - è da valutare positivamente un loro eventuale incremento."
Un dato apparentemente contraddittorio, ma che può essere spiegato considerando che nel Meridione (e lo dice un campano) i mezzi d'informazione, almeno quelli a carattere provinciale, non hanno una forte tradizione di professionalità.Per questo, ad esempio, il presidente del Co.Re.Com del Lazio segnala che:
"È difficile fornire un dato quantitativo, ma certamente non tutti questi media forniscono un reale servizio di informazione. Accanto a testate giornalistiche di grande professionalità, ve ne sono infatti altre che curano poco o nulla l'informazione, in alcuni casi anche per esplicita scelta redazionale."
Il problema, a ben vedere, si risolve non tanto con una crescita del numero dei media, quanto della qualità del contenuto informativo e di servizio che questi offrono, in modo da poter interessare e coinvolgere anche pubblici che non si riconoscono nelle attuali offerte di contenuti.Da questo punto di vista si guarda con interesse ai new media.
"Sicuramente i nuovi mezzi di comunicazione, Internet, Tv Web o telefonia mobile sono destinati a cambiare il settore.Occorrerà potenziare il settore puntando sulle professionalità degli operatori e, soprattutto facendo sì che l'informazione risponda a criteri oggettivi poiché solo in questo modo il trasferimento della conoscenza può diventare momento di arricchimento e di reale sviluppo culturale e sociale per l'intera regione." ** Vincenzo Fierro
Proprio il principale dei new media, Internet, con la sua capacità di far presa sui più giovani, potrà rivelarsi un utile strumento per coprire le nuove esigenze di informazione e servizi. E a conferma di ciò, dalla recente indagine sulla web credibility che la redazione di Spazio RP ha realizzato è risultato un giudizio particolarmente positivo sul grado di fiducia che i "navigatori" hanno nei confronti dei quotidiani locali digitali.In effetti l'economicità e la semplicità organizzativa che permettono di portare on line idee redazionali innovative fanno di Internet un ambiente ottimale di sperimentazione.Una sola grande pecca: anche i ritorni delle iniziative editoriali in Rete sono abbastanza "virtuali". Per questo le idee innovative, supportate da progetti di business deboli, si perdono con rapidità.Per quanto riguarda la professionalità degli organi d'informazione meridionali, più volte è stata segnalata dagli addetti ai lavori l'esigenza di veri editori (non imprenditori prestati all'editoria), magari anche mediaticamente più forti. Se la scarsa concentrazione proprietaria è da un lato garanzia di pluralismo di interessi, dall'altro può essere anche un limite agli investimenti in tecnologie o contenuti innovativi.Concludiamo il discorso sul Meridione citando, ed era doveroso, il "caso sicilia": a fronte di tre soli quotidiani regionali, si registrano ben 74 TV e 110 radio in grado di fornire informazione.
Ma tutte queste emittenti non saranno troppe?
Risponde il Presidente del Co.Re.Com della Sicilia:
"Il numero di emittenti televisive in Sicilia è elevato e certamente sufficiente a soddisfare le esigenze del territorio. Si è spesso sostenuto che si tratti di un numero in eccesso, soprattutto se confrontato alle realtà delle altre regioni italiane, non bisogna tuttavia dimenticare le peculiarità della regione, anche in relazione alla sua conformazione territoriale. In tal senso l'emittenza privata assume un ruolo fondamentale perché "racconta" la realtà locale che, in Sicilia, è molto diversa a secondo delle zone di riferimento.L'informazione è un punto cardine della produzione delle emittenti private, più esaltata dalle televisioni che dalle radio, forse anche in considerazione del fatto che il mezzo televisivo riesce, per la sua specificità, a fornire resoconti più esaustivi delle realtà minori."
E conclude:
"Nonostante la crescente diffusione dei c.d. nuovi media sul territorio regionale - si pensi alla grande massa di informazione resa disponibile dalla rete Internet ma anche ai nuovi contenuti a carattere informativo fruibili attraverso la telefonia di terza generazione - l'utenza televisiva dell'informazione locale non risente ancora di tale fenomeno in modo significativo. E' la testimonianza di una perfetta aderenza della comunità siciliana all'editoria locale."
Al Centro - Nord, in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia, la situazione sembrerebbe già  ottimale: sufficiente il numero degli organi d'informazione, buona la qualità dell'offerta. Più professionalità, dunque.Ma anche più autonomia dalla sfera politica. Tant'è che Federica Gazzotti - Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione presso l'USL di Reggio Emilia, sottolinea:
"I media locali, quotidiani e televisioni in particolare, esprimono in modo abbastanza equilibrato le diverse tendenze politiche degli editori, ovviamente con stili e logiche editoriali diverse."
In questo clima favorevole, non fa eccezione il Piemonte, dove, come sottolinea Mario Berardi, presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, il settore dei media e dell'informazione locale "complessivamente è in crescita, anche per la novità del giornalismo on-line, comprese le pagine telematiche de "La Stampa". Il sistema inoltre si presenta pluralistico, soprattutto per la ricca diversità delle testate locali, che danno voce alla complessa e articolata realtà sociale, culturale e politica del Piemonte."
Unica eccezione è la scarsità, segnalata in alcune regioni del Centro, di quotidiani prettamente locali:
"Riguardo ai quotidiani, ritengo che il numero sia limitato ed in particolare esiste un solo quotidiano prettamente locale , gli altri due quotidiani sono testate nazionali (Il Resto del Carlino- Il Messaggero)che hanno una cronaca locale; le TV locali sono più numerose, ma eccetto l'emittente Rai regionale e al massimo altre due TV, hanno tutte una specifica localizzazione sia in termini di ascolto che di informazione; le emittenti radio sono più numerose e diffuse su tutto il territorio regionale." **Paola Sabbatici - Delegata Comunicazione Pubblica Regione Marche
Sempre al Nord ci vengono segnalati una serie di nuovi aspetti del fenomeno molto particolari, e per questo interessanti.Silvano Casazza, associato Compubblica della Lombardia ci segnala due nuovi importanti elementi su cui riflettere:
"La novità più rilevante è la diffusione della stampa quotidiana gratuita, distribuita alle stazioni di treni, metro e altri mezzi pubblici che la gente utilizza per recarsi al lavoro.E' letta, portata sul posto di lavoro e scambiata tra i colleghi. Essa riporta notizie di carattere generale ma anche alcune locali (seppur riferite ad ambiti territoriali ampi).Anche i comunicatori pubblici hanno colto questo fenomeno ed hanno iniziato ad interessarsi a questi giornali come buoni veicoli di comunicazione.Infine, altro fenomeno relativamente nuovo - se non altro per la cura e la capillarità dell'informazione - sono le pagine locali dei quotidiani a diffusione nazionale. Negli ultimi anni queste pagine sono aumentate, sono diventate più ricche di notizie e più centrate su ambiti territoriali di riferimento."
Elisabeth Och, referente per il Veneto di Compubblica, invece si focalizza su un altro elemento.
"Per un target specifico, hanno poi una discreta rilevanza anche i giornali diocesani. Di particolare valore per l'informazione capillare sul territorio sono le molte radio locali, che possono ospitare all'interno del loro palinsesto spazi di approfondimento originali e ricercati."
La concentrazione editorialePassiamo alla questione della concentrazione della proprietà dei media.Un problema particolarmente sentito a livello nazionale, ma che non sembrerebbe sussistere a livello locale.Qualche commento per tutti, quello di Angelo Gallippi - presidente Corecom Lazio, e di Gianni Marasca - Presidente Corecom Marche.
"La proprietà editoriale è abbastanza frammentata, dato che il numero di società che gestiscono le Tv operanti supera 40. Personalmente mi auguro che nella nostra regione vengano ancora altri editori capaci e vogliosi di investire nell'emittenza privata: migliorerebbe senz'altro il servizio al cittadino." ** Angelo Gallippi
"La proprietà dei mezzi locali risulta ben distribuita e non vi sono concentrazioni di particolare peso né in ambito televisivo, né in ambito radiofonico, dovendosi solo considerare che due TV locali esercitano anche l'attività radiofonica mediante emittenti collegate ai circuiti nazionali." ** Gianni Marasca
Ma forse questa situazione non dovrebbe sorprendere. Anzi è forse quello che vediamo a livello nazionale che può essere interpretato come un'anomalia.Del resto, come sottolinea la sopraccitata Elisabeth Och:
"A riflesso di un'economia che basa la propria forza sulla piccola impresa, il sistema mass-mediatico (locale. Ndr) non registra forti concentrazioni della proprietà editoriale."
In generale sono credibili i media locali?
Passiamo da aspetti quantitativi ad aspetti più prettamente qualitativi del fenomeno: la credibilità dei media locali vista da una platea di opinion leader d'eccellenza.Da questo punto di vista torna un giudizio abbastanza omogeneo tra le diverse aree del Paese.Tutti, eccetto poche stonature, concordano per una sostanziale affidabilità ed influenza dei mezzi d'informazione regionale o provinciale rispetto ai propri pubblici.Tanto che Pino Grasso (Ufficio stampa Università Palermo) ci tiene a sottolineare che "i media locali sono un buon veicolo di comunicazione" per gli uffici stampa, proprio perché particolarmente affidabili per i lettori/spettatori.Qualche commento interessante al proposito:
"Riguardo gli aspetti qualitativi, ritengo che la credibilità dei media locali sia abbastanza elevata. Parlano di fatti che toccano da vicino il cittadino, fatti che egli stesso può verificare e su cui può anche intervenire con il contatto diretto con la redazione.Stampa, televisioni e radio locali sono sicuramente un ottimo veicolo di comunicazione pubblica. Essi sono ampiamente tenuti in considerazione da uffici stampa e uffici comunicazione degli enti pubblici per la veicolazione delle informazioni. E ciò per le ragioni che ho espresso sopra." ** Silvano Casazza - Compubblica Lombardia
"L'informazione locale riveste un ruolo estremamente importante per la collettività. I lettori dei quotidiani o chi guarda le emittenti locali si ritrova nelle notizie, si riconosce, è interessato. Ma i media locali rappresentano un interlocutore fondamentale anche per un'azienda pubblica.... Abbiamo scambi praticamente quotidiani con le redazioni locali e credo che il rapporto, tranne in alcuni casi, sia reciprocamente proficuo e improntato alla professionalità." ** Federica Gazzotti
Volendo focalizzare l'attenzione sull'emittenza radio-televisiva, si deve notare che da quando, alla metà degli anni '70, l'emittenza locale è nata in modo sperimentale, anche grazie alla capacità di alcuni imprenditori - pionieri "tanto il mezzo radiofonico che quello televisivo hanno spesso saputo conquistare credibilità e autorevolezza, tant'è che le radio e le tv locali rappresentano uno dei "pilastri" dell'informazione regionale, affiancati ai servizi della concessionaria pubblica e alla stampa locale.Data la numerosità dei soggetti operanti nella regione, è evidente, infine, che essi rappresentano un capillare veicolo di comunicazione in ambito locale." ** Gianni Marasca - Presidente Corecom Marche
Alberto Nuvolari, presidente Corecom Veneto, ci riporta invece tre caratteristiche delle emittenti locali che ne rappresentano i fondamentali punti di forza "attenzione all'evento, vivacità del dibattito e disponibilità al pluralismo del sistema informativo." 
Quali sono i media più autorevoli?
Le risposte a questa domanda sono state in un certo senso impreviste: non sono stati i quotidiani i media locali indicati come maggiormente credibili quanto le emittenti televisive.Eccezion fatta, ovviamente, per quel che riguarda il target "giovani" che, come sottolinea Paola Guarnieri "traggono le informazioni navigando in Internet."Ma non sono tutte rose e fiori. Ci sono anche puntualizzazioni importanti tese a sottolineare quelli che sono i punti di debolezza che rendono gli organi d'informazione locale per alcuni versi poco affidabili.
"Il vero problema dell'informazione locale è legato alla qualità dell'informazione. In Basilicata il potere esercitato dalla classe politica su quella degli operatori dell'informazione è notevole. Il ruolo, ad esempio, del giornalista non dovrebbe essere quello di compiacere il politico di turno o criticare chi non è del sistema. E' chiaro che fino a quando gli operatori saranno i lacchè di sindaci o presidenti di turno, l'informazione sarà sempre pilotata e mai aderente alla vera realtà, poiché deve soddisfare il bisogno di condizionare il lettore/ascoltatore/spettatore del buon operato dell' amministrazione. Detto questo ritengo che ci siano dei segnali incoraggianti di controtendenza che individuano nei siti internet una finestra di informazione più orientata al servizio pubblico è quindi ad essere più credibile." ** Vincenzo Fierro
"L'informazione data dai vari media è principalmente orientata alla cronaca, quasi o niente ad approfondimenti o inchieste, la sua credibilità è bassa , fatta eccezione per la Rai regionale. Proprio in ragione della loro tipologia, i quotidiani locali poco spazio possono dare all'approfondimento o al giornalismo di inchiesta, mancando di redazioni quantitativamente e qualitativamente adeguate." ** Paola Sabbatini
"La preoccupazione sta piuttosto, a mio parere, in un altro fenomeno sempre più evidente: imprenditori proprietari di televisioni private sfruttano il canale televisivo per creare consenso politico. Come osservatrice del sistema di comunicazione locale, questo processo di degenerazione del carattere informativo desta per lo meno qualche perplessità." ** Elisabeth Och
Chiudiamo con una nota forse pessimista di Sabina Alzona, referente Ferpi per la Liguria:
"Francamente ho la sensazione il trend del giornalismo in Italia rispecchi molto quello della politica e della società: scarsa professionalità, scarsissima autorevolezza, generico appiattimento."
Per chiudere questa ricerca vogliamo segnalare una serie di stimoli che i nostri intervistati hanno segnalato come segnali di nuovi scenari e future sfumature del fenomeno dell'informazione locale.Innanzitutto segnaliamo gli sforzi crescenti che la PA si è impegnata a sostenere pur di far crescere la credibilità della propria offerta di contenuti. Un'ambito di analisi interessante perchè coinvolge non solo il settore dell'informazione, ma anche quello della comunicazione dell'amministrazione locale.Al proposito seguono due preziosi contributi:
"Un ambito fondamentale di innovazione è rappresentato dalla comunicazione pubblica intesa come cultura di servizio ai cittadini, supportata dal migliore utilizzo delle tecnologie multimediali e di internet.Com'è noto, internet è una risorsa straordinaria per le pubbliche amministrazioni che vogliono migliorare i servizi offerti ai cittadini e alle imprese.In quest'ottica il Comune di Reggio Calabria, attraverso le pubblicazioni sul sito comunale, consente ai cittadini di essere informati per quanto riguarda la collettività in cui vivono. Il sito rappresenta un insieme ufficiale ed aggiornato del patrimonio informativo pubblico dell'Ente. In esso le informazioni sono suddivise per argomenti, al fine facilitare la ricerca anche a coloro che non conoscono l'organizzazione della struttura e degli uffici del Comune.Il cittadino ha la possibilità di interagire con l'Amministrazione attraverso il Forum per fare conoscere le proprie opinioni su vari argomenti (cd Piazza virtuale), per presentare suggerimenti, reclami e proposte per migliorare i servizi del Comune." ** Paola Guarneri
"Si fa ancora molta, troppa comunicazione politica e poca comunicazione pubblica o istituzionale , forse perché le resistenze al cambiamento, sia all'interno delle pubbliche amministrazioni che negli ordini professionali, persistono." ** Vincenzo Fierro
Molto sentito è il tema dell'imminente affermazione del digitale terrestre locale. E' da sottolineare che più attenti al fenomeno sono i Corecom, meno i comunicatori e i giornalisti.Seguono dunque tre interessanti commenti di altrettanti Presidenti di Corecom, nell'ordine Lazio, Sicilia, Veneto e Marche.
"Indubbiamente il tema di maggiore rilevanza per i prossimi anni sarà l'avvento della televisione digitale terrestre, con i connessi problemi di riconversione degli impianti e la progettazione di nuovi palinsesti, che sfruttino a meglio le possibilità della nuova tecnologia, soprattutto l'interattività. Attualmente solo tre emittenti trasmettono in digitale con canale proprio, due su Roma e una su Latina, ma non hanno ancora sperimentato servizi interattivi. Diverso è il discorso per la radio, dato che qui il passaggio al digitale, se pure ci sarà, avrà tempi molto più lunghi.Altri mutamenti importanti della fruizione del mezzo televisivo potranno essere prodotti dai progressi della tecnologia, con la possibile diffusione della televisione ad alta definizione e la realizzazione di un decoder unico per il terrestre e il satellitare, che toglierebbe alla televisione satellitare la sua caratteristica di medium di élite."
"A conclusione del processo di trasformazione tecnologica che sta investendo il mercato radiotelevisivo, le emittenti locali grazie proprio al loro radicamento con il territorio e alle possibilità offerte dalla interattività in ambiente digitale potranno affiancare all'offerta tipicamente televisiva anche quella di servizi a valore aggiunto (della Pubblica Amministrazione ma anche dei privati), in linea dunque con le reali esigenze degli utenti. Si tratta di una grande opportunità per gli operatori locali, soprattutto sotto il profilo della possibile diversificazione delle fonti di reddito: a pubblicità, sponsorizzazioni e televendite, si aggiungono i ritorni economici legati alla interattività (programmi, pubblicità, servizi informativi, servizi transazionali, contenuti on-demand).Naturalmente, il passaggio tecnologico dalla televisione generalista, analogica e unidirezionale a quella digitale terrestre, interattiva e tendenzialmente rivolta ad un consumo più orientato - di tipo personale o rispetto ad uno stile di fruizione - porta con sé la necessità di una riconfigurazione generale dei principi, delle logiche e delle qualità linguistico-culturali insite nel nuovo medium. Il mantenimento della posizione privilegiata del mezzo televisivo anche in ambiente digitale, dipenderà quindi anche dal modo in cui le politiche culturali che ne orienteranno lo sviluppo sapranno cogliere la stretta relazione tra la natura del nuovo medium e quella degli spettatori con la loro nuova domanda di consumo culturale."
"Le emittenti locali si trovano ora di fronte alla importante sfida digitale. A parte la Rai, che ha già iniziato la copertura del territorio in base ad un piano nazionale, le altre televisioni stanno lentamente e timidamente sperimentando alcuni " swich off " parziali nelle ore notturne. Le televisioni venete hanno dimostrato vivo interesse verso la forma consortile per approcciare il digitale terrestre nel migliore dei modi. E' così nato il Consorzio Nord-est che si trova nelle condizioni per iniziare una programmazione comune e presentare progetti assieme ad Enti pubblici finanziabili dal Ministero delle Comunicazioni e dell'Innovazione Tecnologica.Il ruolo che il Corecom Veneto si è imposto sin dall'inizio del suo mandato è stato quello di contribuire alla crescita dell'emittenza regionale con un occhio di riguardo per la qualità dell'informazione. Per il digitale abbiamo organizzato un convegno nazionale e due giornate di approfondimento, una delle quali dedicata alle potenzialità offerte dal digitale alla Pubblica Amministrazione.Sul fronte del digitale, la Regione potrebbe partecipare alla gestione dei consorzi, magari attraverso le sue società finanziarie, finanziandone la fase di avviamento e sviluppo. Va ribadito che tra le potenzialità del digitale terrestre rientra l'utilizzo del mezzo televisivo per erogare servizi infornativi ed interattivi al cittadino."
Ma poiché le opportunità non necessariamente sono opportunità per tutti "gli investimenti per il passaggio al digitale potranno comportare la cessazione dell'attività trasmissiva di alcune imprese minori con relativa vendita delle frequenze (in parte già avvenuto) e la loro  trasformazione in fornitori di contenuti."
Altra sfida che si troveranno a fronteggiare i fornitori di notizie e servizi informativi locali sarà quella della crescente necessità di multimedialità e convergenza tecnologica.
"Oggi per la complessità crescente dell'organizzazione sociale si sono moltiplicati i fatti che toccano la sfera di azione dei cittadini,lettori o radiotelespettatori. E congiuntamente si sono moltiplicati i sensori che registrano i fatti , ovvero giornali, radiotv, internet, telefonia mobile ecc. Il sistema informativo locale è chiamato quindi ad elaborare una strategia di comunicazione aperta alla multimedialità ed in grado di corrispondere ad un pubblico segmentato per interessi e per bisogni." ** Paola Sabbatini
Altro aspetto, questa volta assolutamente negativo, ci viene segnalato dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, che individua un potenziale ostacolo alla futura crescita del sistema mediatico "minore" nella "legge Gasparri, che ha ridotto la pubblicità (a favore di Mediaset e Rai) e ha contemporaneamente imposto nuovi oneri per il digitale terrestre. E' essenziale una modifica della legge."
Sul futuro dell'offerta di contenuti dei mezzi locali, azzarda interessanti previsioni  Giampiero Vecchiato.Per il referente del Veneto di Ferpi i media di cui trattiamo in futuro:a) cercheranno sempre più "opinioni" esterne, per ridurre i costi, per ottenere maggiore credibilità;b) i quotidiani locali diventeranno sempre più scandalistici, rosa e nera;c) ci sarà spazio per poca informazione ma di altissima qualità;d) scarsa o poca l'interazione, almeno per ancora 3/5 anni, con le nuove tecnologie.
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