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Incentivare il consumo consapevole

24/06/2015

Più prodotti, minori costi economici ed ecologici, cioè minore e migliore uso delle risorse naturali. Questa è la vera sostenibilità. Lo sostiene con fermezza Roberto Brazzale, Presidente dell’omonimo Gruppo del comparto lattiero-caseario.

Cos’è la sostenibilità per un’azienda del comparto food?
La sfida alimentare esiste da sempre e per millenni l’uomo ha sofferto fame e denutrizione. Oggi come non mai l’uomo è, invece, in grado di disporre di strumenti in grado di soddisfare il bisogno addirittura di tutti gli abitanti del pianeta nonostante la loro crescita e la loro urbanizzazione. Dipende solo dalle sue scelte e dalla capacità di preservare certe condizioni. Dal 1970 ad oggi già 3,5 miliardi di persone in più sono state sfamate nel mondo, grazie ad un processo rivoluzionario di aumento della produttività ottenuto grazie allo sviluppo tecnologico, al movimento di capitali, uomini, all’apertura degli scambi internazionali. Perché questo straordinario processo prosegua la condizione principale è la specializzazione per aree, che implica l’allocazione ottimale delle risorse attraverso la libertà degli scambi e del movimento di persone, capitali e merci. L’umanità deve riuscire a ragionare come se esistesse soltanto la carta fisica, non quella politica. Allocare i processi produttivi dove godono di condizioni ottimali è la chiave di ogni successo: più prodotti, minori costi economici ed ecologici, cioè minore e migliore uso delle risorse naturali. Questa è la vera sostenibilità.

Un bell’obiettivo. Ma come raggiungerlo?
Si devono garantire i flussi dalle aree vocate alle aree di consumo, quali le aree urbanizzate e metropolitane, e si deve difendere l’efficienza dalle insidie delle rendite,  di chi non accetta la competizione ed il cambiamento. È necessario garantire libertà e accesso all’uso della tecnologia, lottare contro il protezionismo in tutte le sue forme, anche le più sottili, come la "sovranità alimentare" e la difesa pregiudiziale dei prodotti locali, il boicottaggio tecnologico dei NO OGM. Si devono razionalizzare e ridimensionare le strutture politiche come la PAC, che producono inefficienza, lottare contro monopoli e i trust, garantire le condizioni perché i produttori possano svolgere la loro attività di impresa attraverso la concorrenza, l’innovazione, la distruzione creativa, valorizzare il profitto come il vero motore per il quale ogni giorno miliardi di operatori si alzino la mattina per arare, seminare, mungere, raccogliere frutti, mietere cereali, trasformare prodotti agricoli, trasportarli per poi distribuirli nelle nostre città, sulle nostre tavole, combattere i veri sprechi rappresentati dall’immensa quantità di raccolti perduti a causa di fitopatologie, parassiti, carenze tecnologiche, chiusura ad innovazioni fondamentali come l’OGM.

Insomma, la libertà sfamerà il mondo e lo farà con efficienza crescente, sempre che se ne riconosca il ruolo decisivo e la si favorisca. Tutto però sembra andare in senso contrario, specialmente nella cultura europea, fatta propria dall’EXPO di Milano, e ciò rappresenta un grave motivo di preoccupazione e rischio.

In che modo Brazzale opera in questo senso?
La nostra azienda, pur se appartenente alla categoria delle PMI, ha sviluppato innovativi processi produttivi in Brasile (bovini da carne su pascolo riforestato di Eucalyptus) e Repubblica Ceca (latte e formaggi di alta qualità),  con straordinari risultati in termini di efficienza e sostenibilità, grazie alla libertà con la quale ha potuto operare in un contesto globale. La nostra esperienza diretta ci ha permesso di constatare l’enorme potenziale produttivo  ancora oggi sotto utilizzato nel mondo, un potenziale in grado di esprimersi in forme equilibrate e sostenibili come impossibile in passato. Accanto a questo, la tecnologia offre la possibilità trasparenza ed informazione al consumatore impensabile soltanto cinque anni or sono, così da permetterci di realizzare novità mondiali quali la etichetta di origine multimediale, la determinazione del waterfootprint di prodotto, le etichette nutrizionali in forma di videoclip.

In questo contesto qual è il ruolo della comunicazione?
La comunicazione è sempre più importante perché il consumatore sceglie sempre di più sulla base di informazioni che stanno dietro il prodotto, che riguardano il processo produttivo e le sue caratteristiche. Oggi come non mai si possiedono i mezzi tecnologici per una comunicazione "miracolosa" con il consumatore, immediata, multimediale, disponibile già prima dell'atto di acquisto sullo scaffale. Non soltanto i social media ed i siti internet, ma, ancor di più, il QR code e la diffusione degli smartphone. Ma il mondo non è pronto, non lo è nemmeno il legislatore, che si ostina a imporre modalità anacronistiche e fuorvianti come le etichette nutrizionali cartacee, vere mistificazioni in quanto nessun consumatore possiede gli strumenti per interpretarle. Viviamo nell'epoca più eccitante e appassionante della storia.
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