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Le aziende del futuro: fluide, porose, disponibili al cambiamento

05/12/2017

rossella12

Un fenomeno che si sta affermando in altre parti del mondo anche se non ancora in Italia è la nascita delle società teal, un modello d’impresa che fa leva su strutture decentrate, ruoli fluidi e capacità delle persone di adattarsi rapidamente al cambiamento. Ne parla Rossella Sobrero nella sua rubrica #ValoreCondiviso.

Se parliamo di #Valore Condiviso non possiamo ignorare alcuni fenomeni che si stanno affermando in altre parti del mondo anche se non ancora in Italia. Per esempio, la nascita delle società teal, un modello d’impresa che fa leva su strutture decentrate, ruoli fluidi e capacità delle persone di adattarsi rapidamente al cambiamento. I principi cardine di queste organizzazioni sono infatti l’auto-organizzazione e l’auto-gestione.

Quando le persone passano all’approccio teal (teorizzato da Frederic Laloux nel suo libro Reinventing Organizations) la sicurezza del posto di lavoro fisso diventa meno importante rispetto alla realizzazione di un progetto ritenuto significativo.

Nelle organizzazioni teal scompare la gerarchia in favore dell’auto-organizzazione e l’impresa viene intesa come comunità ed entità vivente. In questa visione olistica le decisioni possono essere prese da chiunque e il potere è distribuito: le organizzazioni teal adottano la flessibilità come principio cardine e non è necessaria l’approvazione delle risorse umane per ridurre le ore lavorate a patto che si trovi un modo per trasferire gli impegni ai colleghi. Quando si vuole tornare e lavorare più ore si può valutare con i colleghi quali nuovi ruoli e impegni assumere per portare valore aggiunto all’organizzazione. Le persone possono quindi scegliere il numero di ore lavorate come dipendenti, passare da un rapporto dipendente a un lavoro autonomo, scegliere di fare volontariato, decidere temporaneamente di non essere coinvolte l’organizzazione rientrando successivamente.

I confini dell’impresa diventano “porosi”, quasi evanescenti e servire lo scopo diventa più importante che servire l’organizzazione.

Questo modello apre nuove possibilità di collaborazione perché abbatte i confini organizzativi: un’impresa può unirsi ad un’altra per realizzare un progetto; un team di persone passare da un’organizzazione ad un’altra, un’azienda condividere temporaneamente il proprio capitale intellettuale etc.

Secondo Frederic Laloux i lavoratori del futuro vorranno poter svolgere impegni part-time o da freelance: per le aziende questo significa imparare a gestire risorse umane che hanno più a cuore progetti evolutivi rispetto all’impiego fisso. L’idea stessa di proprietà cambierà: dall’accumulo della ricchezza come misura di successo si passerà all’azione responsabile per costruire comunità più resilienti e orizzontali dove la concorrenza sarà sostituita dalla collaborazione.

Tutto questo diventa possibile anche grazie alla tecnologia che permette flessibilità, rapidità di scambio, accesso condiviso ai dati senza dover garantire la presenza delle persone in azienda.

Saranno in particolare i giovani ad aderire a questo modello? Molti di loro hanno già abbandonato l’idea dell’impiego a tempo pieno ratificato da un rapporto contrattuale per sperimentare nuovi percorsi. Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro?

 

 

 

 
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