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L'energia, un bene di tutti

03/05/2013

La soluzione del problema dell'energy divide non è facile. Tuttavia è necessario che abbia come comune denominatore la sostenibilità. Il 2012 è stato designato dalle Nazioni Unite come _Anno Internazionale dell'energia sostenibile per tutti._ Il fiorire di progetti che ne sono seguiti hanno visto Enel tra i principali protagonisti, con il programma _Enabling Electricity,_ avviato in vari Paesi.

Esiste una povertà che riguarda circa un miliardo e mezzo di persone al mondo. Non c’è infatti solo la povertà legata alla mancanza di cibo, cure sanitarie o educazione. Quasi un sesto della popolazione del pianeta non ha accesso all’elettricità, un elemento essenziale non solo per lo sviluppo di un Paese, ma anche per la vita quotidiana dei singoli.
Senza elettricità, 2,7 miliardi di persone devono affidarsi all’utilizzo delle forme più tradizionali di biomasse per cucinare o illuminare le loro abitazioni, con ricadute sulla salute e la vita di ogni giorno. A loro vanno poi aggiunti 3 miliardi di persone che dispongono di un accesso precario o saltuario alle reti.
Il problema dell’energy divide riveste una importanza centrale nel sistema energetico mondiale in rapida trasformazione. La soluzione di questo problema non può essere né facile né rapida. Tuttavia è necessaria e implica strade che, seppure diverse tra di loro, devono necessariamente avere un comune denominatore nell’esigenza di sostenibilità energetica, ambientale e sociale.
Su questo tema le Nazioni Unite hanno dato un segnale forte lo scorso anno, designando il 2012 come Anno Internazionale dell’energia sostenibile per tutti.
Nel 2011, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, aveva rivolto un accorato appello per rendere realtà la visione di un mondo con energia pulita e un’economia low carbon, le chiavi per aprire la porta per un mondo più sicuro, pacifico e prospero per tutti. “Contiamo su di voi”, aveva detto il segretario Onu rivolgendosi a responsabili di governo, società civile e settore privato. “Insieme possiamo cambiare le vite di miliardi di persone”.
Il fiorire di progetti che ne sono seguiti hanno visto il Gruppo Enel tra i principali protagonisti industriali, con un programma specifico di iniziative, denominato Enabling Electricity, che si è affiancato ad altri progetti che il Gruppo aveva già avviato in vari Paesi.
L’intenzione, infatti, è quella di intensificare gli sforzi nei prossimi anni: è stato già annunciato l’obiettivo di raddoppiare quel numero nell’arco dei prossimi tre anni.
Si tratta di una sfida che Enel affronta su più aspetti e livelli, includendo tra le finalità da perseguire non solo l’accessibilità tecnologica e infrastrutturale all’energia, ma anche, più in generale, il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità più povere e remote, l’abbattimento delle barriere economiche e la condivisione delle competenze e delle esperienze.
Per rispondere a questo appello, a partire dal 2012 Enel ha aumentato il proprio impegno lungo le direttrici che ormai da anni la vedono all’opera per sanare l’energy divide che grava su presente e futuro di popolazioni e comunità. Quegli stessi principi che già nel 2004 hanno portato il Gruppo ad aderire al programma Global compact promosso dal Segretario generale Onu, oggi sono alla base di progetti realizzati o in corso d’opera in diversi Paesi di Africa e America Latina. I progetti del programma Enabling Electricity hanno già portato elettricità e sostegno allo sviluppo a oltre un miliardo di persone e rappresentano il trampolino per raggiungere l’obiettivo di raddoppiare il numero di beneficiari entro il 2014.
Enabling Electricity si basa su tre aree di intervento:

progetti volti a facilitare l’accesso all’energia elettrica attraverso nuove tecnologie di generazione distribuita e infrastrutture di rete.

In quest’ambito, il TOB (Triangle-based Omni-purpose Building) è un progetto del centro di Ricerca di Enel, in grado di fornire energia e servizi essenziali off-grid. La struttura è una soluzione abitabile indipendente, di facile montaggio, che integra moduli fotovoltaici e sistemi di accumulo ed è stata progettata per potere ospitare diverse tecnologie per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili in funzione delle disponibilità specifiche dei diversi siti.

progetti per rimuovere le barriere economiche all’accesso all’elettricità in territori come l’America Latina. In Brasile, ad esempio, è già attivo un programma che prevede sconti nella bolletta elettrica a chi porta i rifiuti in centri di raccolta dedicati.

Nei progetti Ecoelce, Ecoampla, Ecochilectra, attivi in Brasile e in Cile, ogni genere di rifiuto è pesato e valutato secondo il prezzo di mercato. Il valore viene immediatamente registrato sulla tessera del cliente e gli sconti vengono trasmessi al sistema di fatturazione di Endesa.

progetti con le comunità locali per investire in capacity building, mettendo a disposizione delle popolazioni disagiate l’esperienza del Gruppo, ad esempio attraverso la partnership tra Enel Green Power e Barefoot College.

Il Barefoot College è un’associazione non governativa che si batte per rendere autosufficienti, in modo economicamente sostenibile, le comunità rurali più svantaggiate di tutto il mondo. Il modello ideato consiste nell’individuazione di giovani nonne (di età compresa tra 35 e 50 anni) da avviare a uno speciale programma formativo che le trasformi in Ingegneri Solari Barefoot. Dopo la formazione, le nonne tornano nei loro villaggi di origine dove esercitano l’attività, formando altre donne ed esportando il modello nei villaggi vicini.
Come ricordato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Fulvio Conti, al Private Sector Forum del Global Compact delle Nazioni Unite il 20 settembre 2011, oltre un milione di persone in tutto il mondo già beneficiano degli innovativi progetti del Gruppo per favorire l’accesso all’energia. Con Enabling Electricity, entro il 2014 Enel intende raddoppiare questi numeri.
Come dimostra la storia dell’ultimo secolo, la diffusione dell’elettricità è stata il motore della crescita industriale. In un momento di recessione economica, un mercato efficiente dell’energia può rappresentare, per i Paesi affermati, un sinonimo di ripresa e per i Paesi emergenti e più poveri una fonte di sviluppo, permettendo alla parte di popolazione con più scarse risorse di accedere a beni e servizi.
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