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Professionisti & Organizzazione - Verso una reputation building consapevole

09/04/2014

Da alcuni anni anche gli studi professionali avvertono l’esigenza di adottare strategie e strumenti di gestione delle relazioni con gli stakeholder, puntando su dinamiche di organizzazione e di comunicazione d’impresa, al fine di ottenere una reputation building in grado di renderli competitivi in un mercato particolare come quello delle professioni intellettuali. Lo sostiene _Amanda Jane Succi_ nella terza riflessione della rubrica _Professionisti & Organizzazione._

di Amanda Jane Succi (1)
Caratteristica imprescindibile di ogni struttura o organizzazione, semplice o complessa che sia, è la sua “naturale” tendenza a relazionarsi con il mondo di cui fa parte.
Da alcuni anni anche in Italia professionisti, studi associati e ordini professionali avvertono il progressivo interesse e l’esigenza di adottare, con un approccio consapevole, strategie e strumenti di gestione delle relazioni con i diversi interlocutori e stakeholder, puntando su dinamiche di organizzazione e di comunicazione d’impresa, al fine di essere maggiormente competitivi in un mercato particolare come quello delle professioni intellettuali, e distinguere la propria struttura organizzativa dalle altre presenti nello stesso settore.
Così come per un’azienda o un ente, anche lo studio professionale deve il suo successo ai risultati legati alla reputazione, all’affidabilità, alla credibilità e alla professionalità che, a sua volta, deve garantire e implementare costantemente nel tempo. Fattori che, oggi più che mai, distinguono un’organizzazione economica da un’altra a prescindere dalla sua natura e dal mercato in cui opera.
In questo nuovo scenario, diventa essenziale, dunque, per lo “studio impresa-professionale” (come mi piace coniugare) comprendere l’effetto e le conseguenze derivanti da ogni azione, decisione, comportamento professionale dello studio nel suo complesso, dei suoi collaboratori nonché dal rapporto con i propri stakeholder. Lo “studio impresa-professionale” si trova così a vivere un nuovo ruolo, quello imprenditoriale appunto, con tutto quello che tale ruolo implica nei confronti dei diversi stakeholder, interni ed esterni.
La presa di coscienza e la consapevolezza di tale nuova posizione nel mercato genera immediatamente degli interrogativi, non tanto legati agli aspetti puramente “tecnici” del lavoro del professionista, quanto piuttosto correlati alla reputazione professionale che serve per posizionarsi adeguatamente nel mercato, con l’obiettivo principale di crescere e sviluppare ulteriore business.
Nel capitolo Le dinamiche organizzative dello studio professionale: la visuale esterna vengono affrontati gli aspetti appena indicati, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studi professionali alla gestione strategica della propria organizzazione e delle proprie relazioni esterne (e sono tante) attraverso l’uso della pianificazione di azioni e strumenti di comunicazione e relazioni pubbliche, utili al contempo ad influenzare e ottimizzare il sistema organizzativo dello studio e del professionista nel suo complesso.
In particolare si illustrerà come è cambiato e cambia il ruolo relazionale degli studi professionali, e che diviene sempre più importante generare consapevolezza e creare una cultura communication oriented anche in questo campo di discipline intellettuali. Si andrà sempre più verso l’integrazione delle azioni di relazioni pubbliche e di organizzazione nella governance dello studio, finalizzate a migliorare la capacità di generare e sviluppare ulteriore business. In quest’ottica, vanno definiti gli step organizzativi, la gestione delle fasi della pianificazione dell’organizzazione e della comunicazione, tenendo conto che vi sono diverse funzioni e aree di comunicazione esterna che lo studio professionale può decidere di attivare, ognuna delle quali prevede competenze e definizione di compiti e ruoli specifici e non casuali.
L’azione di organizzazione e di relazioni pubbliche, orientato al lungo periodo, applicata allo studio professionale genera feedback importanti grazie ai quali valutare il processo di crescita della reputazione e di apprezzamento dello studio o del professionista. Un’analisi concreta, non simbolica né condotta per semplici fini statistici ma realizzata per aiutare lo studio a crescere, migliorarsi e a valutare l’impatto che ha la propria reputazione su tutti i suoi stakeholder. Sono questi ultimi, infatti, a giudicare, a interpretare e, ancora più importante, ad essere strettamente collegati e parte attiva del modus operandi e del modus comunicandi dello studio stesso.
(1) Amanda Jane Succi è autore del volume L’Organizzazione per gli Studi Professionali, del gruppo di lavoro Ferpi – Comunicare le professioni intellettuali.

Gli articoli precedenti:
Organizzazione è relazione di Roberta Zarpellon
Dal concetto di Studio professionale a quello di Organizzazione di Laura Calciolari
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