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Rio+20: bilancio positivo per le imprese

30/07/2012

Ad un mese di distanza dalla conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile Rio+20, i rappresentanti di alcune imprese italiane hanno tirato le somme. Alcune criticità ma anche aspetti positivi ed un assunto di fondo: l'evento deve essere un punto di partenza non di arrivo per la definizione di scelte sostenibili per il pianeta. L’analisi di _Rossella Sobrero._

Un mese dopo Rio+20: per le imprese bilancio positivo
di Rossella Sobrero
Durante un incontro promosso da Global Compact Italia e ospitato da Edison, lo scorso 24 luglio, i rappresentanti di alcune imprese hanno discusso dei risultati della Conferenza di Rio+20 a un mese dalla conclusione dell’evento.
Qualche aspetto positivo – ma anche notevoli criticità – sono emerse da questo importante appuntamento internazionale di cui in Italia si è parlato troppo poco.
Durante l’incontro del 24 luglio, Marco Frey, chairman Global Compact Network in Italia e direttore dell’ Istituto di Management dell’Università Sant’Anna di Pisa, ha illustrato le principali azioni delle aziende per la sostenibilità e il contributo portato alla discussione al Corporate Sustainability Forum organizzato a Rio nelle giornate della Conferenza Internazionale. Secondo Frey il vero risultato del Forum «è stato indicare che le istituzioni da sole non riescono a compiere passi concreti e che i negoziati multilaterali tra gli Stati necessitano di maggiore integrazione con società civile e imprese. Un nuovo modello di sviluppo che può essere chiamato green economy oppure Sustainable and Inclusive Growth. Le aziende, soprattutto le grandi multinazionali, che spesso hanno un potere economico (e politico) maggiore di alcuni Stati, devono necessariamente contribuire a questa trasformazione».
Alcune delle imprese presenti all’incontro (e a Rio) hanno sottolineato un altro aspetto positivo: il passaggio dalla presentazione di best practice alla diffusione di processi attivi che si trasformano in standard. Naturalmente per le imprese più attente, sostenibili e responsabili.
Certamente per giudicare i risultati bisogna capire come si è arrivati a Rio. Il rappresentante del Ministero dell’Ambiente, Pierluigi Manzione, ha ricordato quattro fattori: aspettative molto forti; attori diversi rispetto al 1992 (più imprese e società civile); differente velocità del confronto tra i diversi attori; forte rischio che la Conferenza si chiudesse solo con impegni finanziari.
Anche se non ci sono stati impegni cogenti da parte degli Stati ed è mancata la leadership politica, molti si augurano si avveri quanto affermato dal segretario generale dell’ONU: Rio deve essere considerata una piattaforma, un punto di partenza non di arrivo per la definizione di scelte sostenibili per il pianeta.
In conclusione, il principale risultato di Rio+20 sembra essere la nascita di una nuova vivacità portata alla politica nei due eventi paralleli: oltre al Corporate Sustainability Forum, organizzato dal Global Compact, anche il Forum dei Popoli, organizzato dalle associazioni non profit.
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