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Ripensare l’educazione, la formazione e la pratica delle Relazioni Pubbliche

26/02/2009

Una riflessione di Toni Muzi Falconi sulla qualità della formazione rivolta ai professionisti, a coloro che studiano e insegnano la materia e ai colleghi che contribuiscono a sviluppare i programmi di educazione e formazione permanente della nostra Ferpi.

di Toni Muzi Falconi


Con questa nota vorrei richiamare l’attenzione di tutti coloro che pensano importante fare il loro lavoro di relatore pubblico con competenza ed efficacia; di coloro che studiano e insegnano a diverso titolo la materia; e, in primis, di quella decina di colleghi che, per una ragione o l’altra, contribuiscono a sviluppare i programmi di educazione e formazione permanente della nostra Ferpi.


L’argomento è il seguente:


Se l’integrazione fra il paradigma dei principi generici e delle applicazioni specifiche con quello del governo delle relazioni, rappresenta oggi la più comprensiva fra le impostazioni concettuali delle relazioni pubbliche, perché non ne teniamo conto quando lavoriamo, studiamo, insegniamo e progettiamo dei corsi?


Parto del presupposto che pochi sono convinti della parte affermativa iniziale dell’argomento, e cioè che tale impostazione rappresenti la più comprensiva impostazione concettuale delle relazioni pubbliche.


E’ sicuramente possibile che lo scetticismo sia fondato e, in tal caso, sarebbe sicuramente un errore assumere quella impostazione come decisiva.


Su questo concordo.


Ma perché non assumerla come integrativa di altre concettualizzazioni che ciascuno di noi ritiene maggiormente adeguata e comprensiva?


Proseguendo poi lungo un ragionamento applicativo, vorrei provare ad articolare come la declinazione di quella impostazione possa svilupparsi a livello formativo:


a) se i principi generici sono gli stessi in tutto il mondo ma validi soltanto se e quando declinati dalle applicazioni specifiche, allora non sarebbe male qualche corso proprio sui principi generici;


b) se le applicazioni specifiche sono condizioni di efficacia, allora non sarebbe male qualche corso su questi (sistema legale/istituzionale, sistema politico, sistema economico, sistema di cittadinanza attiva, sistema socio culturale e sistema dei media). Ma, intendiamoci, non corsi in astratto, ma in cui si sviluppino e si declinino le implicazioni di queste specificità territoriali sulla pratica professionale quotidiana;


c) se il governo delle relazioni va integrato con quel paradigma, allora non sarebbe male qualche corso che non solo declini quel governo in processi e fasi specifiche ma le integri in quel paradigma.


Come vedete è un programma assai articolato e che può essere sviluppato a ogni livello: laurea breve, laurea specialistica, master professionale, ingresso nella professione, stadio professionale intermedio e stadio avanzato e di specializzazione.


Ne vogliamo parlare?
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