Michela de Faveri
Abbiamo chiacchierato con Alberto Puliafito che martedì 4 luglio con il suo corso “Pronto Soccorso AI – La Storia e la tattica”, conclude l’offerta formativa sull’Intelligenza Artificiale promossa da FERPI per i suoi soci. Questo è quanto è emerso.
L’intelligenza artificiale sviluppa macchine o strumenti dotati di capacità autonoma di apprendimento e adattamento, ispirate ai modelli umani. È una rivoluzione che investe tutta la società e le professioni, attrae e spaventa nello stesso momento. L’unico modo che abbiamo per affrontarla è conoscerla meglio.
Alberto, quali sono gli elementi che andremo ad approfondire con il tuo corso?
“Con Pronto Soccorso AI – La Storia e la tattica” andremo ad imparare e usare strumenti di intelligenza artificiale. Alcuni di questi li usiamo già inconsapevolmente, – come i feed dei social per esempio – mentre altri più famosi come ChatGPT o Midjourney li affronteremo in modo più approfondito per imparare a destreggiarci e a capire cosa fa per noi e con quale scopo. Cercherò soprattutto di fornirvi un metodo per utilizzare al meglio questi strumenti.
Quali sono i vantaggi nell’utilizzare gli strumenti di AI?
Questi strumenti rappresentano una innovazione tecnologica rivoluzionaria e possiamo tranquillamente affermare che la loro introduzione, nei mesi e anni a venire, sarà massiva. Dobbiamo capire che è un processo cui non possiamo sottrarci che impatterà moltissimo le nostre vite. Per capirci, potremmo paragonare l’introduzione dell’AI a quella del telegrafo, o del computer o addirittura dello smartphone! Capite bene che cambierà tutto.
Abbiamo motivo di temere l’AI?
Ritengo non ci siano motivi per temerla. Quello che ci deve invece preoccupare è di non avere la competenza adeguata per governarla. Dobbiamo adoperarci affinché strumenti come questi vengano democratizzati, resi trasparenti e ispezionabili e soprattutto reso comprensibile il loro funzionamento e utilizzo. Altra cosa importante che auspico è che venga abbattuto il più possibile il costo per accedervi perché la loro potenza rischia di diventare un motore produttivo di disuguaglianza anziché una straordinaria opportunità.
Quindi non dobbiamo temere lo strumento in sé bensì come lo useranno gli esseri umani.
Devo dire che mi sorprende vedere che si cavalcano paure insensate come quella secondo la quale questi strumenti possono essere usati dagli studenti per copiare oppure nell’ambito del copyright, vorrei invece assistere ad una demistificazione della paura della tecnologia e concentrarci su come le persone decideranno di utilizzarli. C’è una urgente necessità di democratizzazione dello strumento e proprio per questo è fondamentale la conoscenza di questi strumenti. È anche una questione politica!
Quale vantaggio per noi comunicatori?
Per quanto riguarda il mondo dei comunicatori, l’uso che ne faremo e i vantaggi che ne possiamo trarre sono concentrati soprattutto nel risparmiare tempo, nell’automatizzare le attività noiose e permetterci di dedicarci a fare le cose che sappiamo fare meglio come esseri umani: cura ed attenzione! Due attività che comunicatrici e comunicatori dovrebbero saper attuare nel migliore dei modi.