Vincenzo Manfredi, Direttore scientifico FERPILab
Tutta FERPI esprime a Toni Muzi Falconi, decano delle Relazioni pubbliche e Presidente dell’International Advisory Board di FERPILab, un sereno compleanno.
“Le Relazioni pubbliche sono il governo efficace di tutti i sistemi di relazione che ogni organizzazione pone in essere per il raggiungimento dei suoi scopi”. Con questa definizione Toni Muzi Falconi iniziò una lunga intervista, qualche anno fa, in occasione del suo compleanno.
Anche oggi tutta l’Associazione gli si stringe intorno per festeggiare questa importante ricorrenza, per mandargli i saluti di tutte le donne e tutti gli uomini della FERPI, per esprimergli tutto il nostro affetto e la nostra gratitudine.
Toni Muzi Falconi, fondatore di FERPI è l’uomo che ha voluto fortemente che l’Associazione si dotasse di un think tank, ma non solo come luogo in cui le idee vengono raccolte, analizzate e sviluppate, ma un luogo che possa essere serbatoio di conoscenza. In italiano, la parola “knowledge” si traduce con sapere. Sapere è una parola potente: deriva dal latino e significa sia “conoscere” che “gustare”.
Suggerisce che la conoscenza non è solo intellettuale, ma nasce dall’esperienza reale, dal dialogo vissuto. E la conoscenza nella relazione è rispetto dell’altro, ma anche scoperta, cura, accrescimento. E le Relazioni pubbliche – e anche il purpose del FERPILab – sono dialogo, incontro, ascolto. Toni ha dedicato la sua vita all’esercizio delle Relazioni pubbliche, e quando tanti anni fa, fondò la sua Methodos, aveva capito erano – e sono tutt’ora – la disciplina di riferimento di tutto ciò che è “in cambiamento”.
Toni ci ha insegnato che "la rappresentanza appartiene alla storia della diplomazia e presuppone che ogni organizzazione rappresenti se stessa verso gli altri; la rappresentatività è una quantificazione variabile nel tempo della rappresentanza; la rappresentazione è invece la modalità in cui l’organizzazione rendiconta/racconta la propria identità e gli obiettivi perseguiti agli stakeholder interni, esterni e di confine".
E continuava: “La rappresentanza di interessi è una cosa e non ha solo a che vedere con l’area della decisione pubblica (penso alle associazioni private e sociali che incidono altrettanto sulle decisioni pubbliche). L’issue management, che risale alla seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso, è un importante passo verso la professionalizzazione del governo delle relazioni e identifica, coltiva e opera intorno a questioni vitali per la singola organizzazione, sempre a livello privato, pubblico e sociale”.
Ma per essere fedeli all’ascolto e alla relazione non si può prescindere dalla condivisione di principi e valori etici, che non fanno da cornice, ma sono l’humus della relazione. Le Relazioni pubbliche, come Toni ci ha sempre insegnato, hanno il “sapore” della responsabilità, umana e professionale. Per Toni il FERPILab deve servire proprio a questo: ampliare e rafforzare il ruolo delle Relazioni pubbliche e della comunicazione strategica come funzione sistemica per aumentare consapevolezza e anche capacità di discernimento.
Non si tratta solo di conservare il sapere, ma di riuscire ad attivarlo; le Relazioni pubbliche, di fatto, trasformano il sapere in azione e quindi in capacità di influenza. L’influenza, come sappiamo, è inseparabile dal potere.
Manuel Castells definisce il potere come “la capacità relazionale che consente a un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali, in modo da promuovere la volontà, gli interessi e i valori dell’attore che esercita il potere.” In altre parole, quando trasformiamo la conoscenza in influenza, dobbiamo farlo con cura. Perché il potere è una capacità relazionale e richiede una forte responsabilità etica.
FERPI, durante l’ultima assemblea a Napoli, si è dotata di un Codice di Autoregolamentazione che si focalizza in modo esplicito sulle necessità di agire in modo etico e responsabile. È quella che, in passato, Toni ha definito più volte come agentività, la gestione attenta e attiva della relazione affinché gli attori in campo possano esercitare scelta e negoziazione in modo responsabile. Cioè l’agentività è la capacità attiva e concreta di esercitare un ruolo che sia responsabile e autentico all’interno delle organizzazioni.
Per Toni l’agentività è quindi la “licenza ad operare” e si fonda su due pilastri essenziali: responsabilità e autenticità. Il relatore pubblico deve agire in modo consapevole, etico, contribuendo non solo alla creazione di valore condiviso ma anche a un processo risolutivo per migliorare la qualità delle organizzazioni. E in un contesto dominato dalla complessità, dalla disinformazione e ancora dal caos e dalla guerra, la comunicazione non può prescindere dall’essere trasparente, armonica e attenta alle sfide etiche. L’agentività è dunque potentemente legata all’essere veri e coerenti nel proprio operato comunicativo.
Questa è la funzione principe delle Relazioni pubbliche, creazione di valore per la comunità e la società in cui le organizzazioni si trovano a operare. Cioè quell’arte capace di avere impatto e creare soluzioni e valori, ma solo se esercitata come parte attiva e cosciente, e non semplicemente come pratica strumentale. La sola pratica strumentale, per chi è disposto a tutto, può trasformarla in arma e non in un servizio manageriale di cura etica, autentica e strategica per essere attori consapevoli nei processi di comunicazione e nelle dinamiche sociali e organizzative.
Di fatto quindi le Relazioni pubbliche sono una chiave di lettura e di azione, il senso e il significato che può essere dato della realtà e che può “creare realtà”. Sono una disciplina radicata nelle relazioni, nella gestione etica dell’influenza, nella costruzione attenta delle narrazioni che plasmano il nostro mondo.
Le Relazioni pubbliche sono la disciplina olistica per eccellenza, guidano una rete integrata, che scambia costantemente materia, energia e informazione con l’ambiente. La realtà stessa è relazionale ed è il fondamento della nostra società.
Noi Relatori pubblici dobbiamo reclamare il nostro ruolo di protagonisti della nostra stessa storia. Siamo custodi di saperi interdisciplinari e multidisciplinari. E in quanto custodi, abbiamo la capacità di proporre soluzioni di governance sistemiche, capaci di governare la complessità di questo momento e per creare un futuro migliore.
Toni qualche anno fa aveva proposto la dizione “tessitore sociale” per la nostra professione: è di fatto ciò che facciamo. Siamo architetti delle relazioni e in quanto tali, senza un dettato etico condiviso, potremmo creare disvalori o peggio. Anche come rappresentanti di interessi i Relatori pubblici devono essere capaci di creare percorsi di soluzioni alle problematiche complesse, come la funzione di issue management ma anche l’evidence based policy sono espressioni fondamentali del governo strategico delle relazioni.
La tecnologia ci offre un’opportunità straordinaria: la possibilità di scegliere. Scegliere un’innovazione fondata su responsabilità, trasparenza e cura. Questi devono essere i pilastri della trasformazione digitale e dei cambiamenti che il nostro pianeta deve affrontare per ritrovarsi al sicuro.
La vera innovazione nelle Relazioni pubbliche non risiede solo negli strumenti, ma nell’approccio stesso. Serve un approccio sistemico, condiviso, capace di tradurre la complessità del presente in opportunità reali. Attraverso la cura delle relazioni, possiamo costruire un modello etico, sostenibile e orientato alla creazione di valore condiviso.
Auguri carissimo Toni, buon compleanno da tutti noi!!
Un caro abbraccio.