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Bilancio sociale applicato al bar

22/12/2004

Un articolo di Paolo D'Anselmi.

Sillabario per il bilancio sociale
- Ma lei che lavoro fa? - Faccio bilanci. Come fossi un ragioniere. Faccio libri col bilancio delle imprese e delle amministrazioni pubbliche che sono mie clienti. Potrei fare la stessa cosa per il suo bar. – Grazie, ma il ragioniere ce l'ho già e mi costa pure caro. - Dicevo per dire. – Però il mio ragioniere non fa un libro, fa la denuncia delle tasse e basta. – Diciamo che un bar è un'azienda piccola e fare un libro costa troppo. In realtà io produco qualcosa in più del bilancio: un documento che contiene molte altre informazioni.
Per comprendere che genere di informazioni io raccolgo, lei immagini di voler vendere il suo bar. Uno che avesse intenzione di comprarlo – chiamiamolo Pasquale - vorrebbe vedere le denunce delle tasse. E quello è il bilancio ufficiale, i numeri minimi dell'incasso, che in una azienda si chiama fatturato. Poi Pasquale viene qui al bar, sta con lei dietro al banco, accanto alla cassa, per vedere se il fatturato dichiarato a quelli delle tasse è davvero di meno di quanto lei gli ha detto. Vuole vedere coi suoi occhi se c'è del nero e quanto è. Questa è una diligente verifica delle informazioni che gli ha passato il suo ragioniere. In aziendalese questa operazione si chiama due diligence e ci sono persone specializzate che vanno in giro a dire che quello che c'è scritto nei bilanci è vero. O falso.
Pasquale a fine giornata fa con lei lo scarico della cassa e calcola i totali parziali degli scontrini del reparto pasticceria e del reparto caffetteria. Questa si chiama in gergo contabiità analitica e non sta sulla denuncia delle tasse. Lui sa che la prima è più redditizia della seconda e quindi cento lire di fatturato in pasticceria sono meglio di cento lire di fatturato in caffetteria. Questa si chiama redditività per programmi d'azione: caffè versus brioches.
Ma stando qui Pasquale drizza pure le orecchie su altre cose: vede se i banchisti sono svelti e gentili, se rubano sul caffè. Cioè se c'è customer care e loyalty verso l'impresa. Valuta se i clienti sono di passaggio o sono stabili. Questi ultimi sono segno di soddisfazione (customer satisfaction). Si informa se in quel terreno vuoto ci faranno uffici o un silos per parcheggio. Se questa fermata dell'autobus la sposteranno o meno. Si fa presentare al vigile di zona e capisce che tipo è: se fa storie per una nuova insegna; lo sonda su un possible permesso per tenere i tavolini sul marciapiede.
Pasquale va a prendere il caffè nei bar qui intorno. Si chiede se sopporta il rumore del traffico in questo incrocio. Valuta i prezzi dei fornitori rispetto a quelli della zona dove adesso sta sotto padrone. Questo si chiama benchmark. Verifica se va d'accordo con il certificatore dell'igiene; verifica lo stato del gabinetto e la ventola di quella presa d'aria che rantola ad ogni giro. E quella certa contravvenzione non pagata dove andrà a finire? Insomma Pasquale si fa un quadro delle opportunità e delle minacce, che gli serve per capire se sarà in grado di pagare le cambiali che le firmerà. Questo si chiama merito del debito.
Abbiamo fatto una analisi di quelli che non compaiono nella denuncia delle tasse, ma che influenzano l'andamento del bar. In aziendalese si chiamano stakeholder, portatori di interessi. È solo con tutte queste informazioni che lui sarà in grado di prendere la decisione: lo compro non lo compro. E se lo compro a quanto? Come vede ci sono tante cose che non stanno scritte sulla denuncia delle tasse. Che non si devono scrivere. Questo bilancio esteso si chiama bilancio sociale: è un documento che "te la dice tutta".
Paolo D'Anselmi
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