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Blogosfera: l'assenza di una normativa e blogger a rischio condanna

09/09/2008

Secondo una recente sentenza della magistratura i blog di carattere giornalistico intesi come prodotti editoriali vanno registrati, mentre nessuna registrazione è prevista per la "palestra" di opinioni. Vi proponiamo in merito un'interessante riflessione tratta dal blog di FB Comunicazione.

di Nicola Peis


In queste ore si sta parlando molto sulla rete della richiesta di condanna da parte del Tribunale di Modica nei confronti di un blogger, lo storico Carlo Ruta, reo di non aver registrato il proprio sito in Tribunale: multa di 150 euro (più 5.000 di spese giudiziarie) per violazione dell’articolo 16 della legge sulla stampa. La notizia era già conosciuta ma ancora non erano ancora note le motivazioni.


Tra le righe della sentenza si legge che la registrazione non costituirebbe un limite preventivo alla libertà di stampa ma è bensì un controllo formale sulla regolarità del prodotto editoriale. Registrazione che invece non sarebbe necessaria se il blog venisse utilizzato come “palestra” per l’espressione di libere opinioni.
E’ la prima volta che ciò accade riempiendo di fatto un vuoto giudiziario sulla questione scatenando il dibattito sul ruolo e sulla modalità dell’informazione sulla rete.


Quel che è certo è che sulla questione vi è un vuoto normativo tanto che si fa riferimento alla vecchia disciplina sulla stampa (Legge 47/48) espressamente dichiarata applicabile anche ai prodotti editoriali telematici dalla nuova disciplina sull’editoria (Legge 62/2001).


Nella precedente legislatura il governo aveva lavorato su un progetto di legge di riforma dell’editoria, per i giornali e anche per internet. Il testo voluto dall’allora Sottosegretario alla Presidenza Levi si proponeva tra l’altro di imporre seri paletti ai blog prevedendo una registrazione al R.O.C., un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, (con certificato, pagamento di un bollo…) ed avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Norma che aveva ricevuto subito tantissime critiche da parte del popolo della rete e che probabilmente sarebbe stata rivista se il provvedimento fosse partito.


Ad ogni modo sembra comunque a questo punto irrinunciabile riprendere il tema e adottare una riforma che aggiorni in maniera razionale la normativa in base ai cambiamenti nel mondo blog avvenuti negli ultimi anni.


Imporre la registrazione fine a se stessa senza analizzare la situazione in maniera approfondita significherebbe non affrontare il tema e rimanere al livello di Cina e Turchia dove vi sono vari esempi molto simili.


tratto da FB comunicazione blog
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