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Boccia (Confindustria) e le 4 “C” delle Pmi

31/01/2013

Consapevolezza, corresponsabilità, competitività e comunicazione. Sono i quattro pilastri su cui puntare secondo il Presidente della Piccola Industria, _Vincenzo Boccia,_ protagonista della seconda tappa del roadshow promosso da Ferpi a Salerno, nell’ambito dell’accordo siglato a maggio 2012 tra Ferpi e Piccola Industria.

Comunicazione, Impresa & Territorio. Le tre parole scelte da Ferpi e Piccola Industria di Confindustria per la tavola rotonda della seconda tappa del roadshow sull’importanza della comunicazione nello sviluppo delle Piccole e medie imprese, oggetto di un recente protocollo d’intesa, rappresentano gli ingredienti di una rinnovata politica di sviluppo del territorio. Se ne è discusso a Salerno il 25 gennaio in un evento organizzato promosso dalla Delegazione Ferpi Campania e da Confindustria Salerno cui hanno preso parte oltre un centinaio di persone tra imprenditori, manager e professionisti della comunicazione. “Le radicali trasformazioni sociali degli ultimi anni hanno disegnato un nuovo scenario con cui dobbiamo fare i conti – sostiene Vincenzo Boccia – siamo in un nuovo corso della storia caratterizzato dalla cultura della complessità in cui la comunicazione diviene, non solo per le imprese, un aspetto determinante, è divenuta una dimensione organica della governance. La fabbrica, più in generale l’impresa, non è più solo il luogo della produzione e del lavoro, ma è divenuta luogo del pensiero, del progetto, della comunicazione”. Uno scenario, secondo il presidente della Piccola Industria che obbliga a ripensare il modello organizzativo e relazionale, interno e verso l’esterno. “Il futuro delle aziende dovrà essere orientato alle 4 “C”: Consapevolezza, dello scenario e del tempo in cui si vive; Corresponsabilità, verso il territorio e gli stakeholder, nell’ottica di una rendicontazione permanente e integrata; Competitività, sempre di più nella dimensione globale e Comunicazione." E poi sul ruolo delle associazioni di rappresentanza afferma: “Associazioni come Confindustria, ma anche come Ferpi, devono parlare al Paese, non possono più parlare solo ai propri associati, alle istituzioni e alle parti sociali”.
La tavola rotonda introdotta e moderata dal delegato Ferpi Campania e Regional Communication Senior Specialist
Centre-South di Vodafone Italia, Letizia Nassuato, si è aperta con l’intervento del presidente di Confindustria Salerno, Mauro Maccauro. “La comunicazione è un aspetto fondamentale nella governance e nello sviluppo di un territorio così come nelle nostre imprese. La comunicazione che 40 anni fa era molto diversa rispetto a oggi – ha affermato Mauro Maccauro – è diventata sempre più determinante nella promozione dei prodotti e nel posizionamento delle aziende. Ci sono imprenditori che hanno usato la comunicazione come strategia vincente per posizionare i propri prodotti sul mercato ma anche per costruire relazioni e mettersi in rete che sul nostro territorio hanno dato vita a quello che oggi molti ci riconoscono come “modello Salerno”. L’impulso dato dai nuovi media e lo sviluppo di Internet ha fatto si che la comunicazione diventasse un elemento di business vero e proprio per il comparto industriale”. Sull’importanza dei media sociali è intervenuto anche il presidente del comitato locale della Piccola Industria Roberto Magliulo. “Oggi molte delle nostre imprese comunicano attraverso i social network e i media sociali con ottimi riscontri. La rete ha favorito il fenomeno della circolazione delle informazioni molto più di altri sistemi mediatici ma al tempo stesso rischia di confondere gli interlocutori. La nuova esigenza è un’adeguata gestione dei sistemi di relazioni. Oltre che comunicare è importante comunicare bene”.
E’ stato il prof. Alfonso Siano dell’Università di Salerno e direttore del Master Ferpi-Assorel in Relazioni pubbliche, tra i più autorevoli studiosi europei di corporate communication e reputazione a delineare un quadro più dettagliato dei comportamenti e dei fabbisogni comunicativi delle pmi della provincia di Salerno, presentando una recente ricerca condotta su 50 piccole e medie imprese da Alessandra De Sio nell’ambito della sua tesi di dottorato. “Dalla ricerca è emerso un gap culturale da parte delle imprese ma anche professionale sulla comunicazione e nel marketing rispetto alle aziende del nord Italia. Il 50% degli imprenditori dichiara di avvalersi di professionisti esterni per seguire le attività di comunicazione mentre l’altro 50% dichiara di avere un referente all’interno. Circa un terzo delle aziende dichiara che si fa poco o niente in termini di comunicazione nell’azienda. La maggior parte degli investimenti sono impiegati nel rapporto con i clienti, inoltre il budget di comunicazione è concepito più come una spesa che come un investimento”.
Molto apprezzato l’intervento di Luigi Vicinanza, giornalista e direttore editoriale dei 18 quotidiani locali del gruppo Espresso. “La comunicazione è sempre più spostata sul web, il nuovo vero ambiente di riferimento. Mi sorprendo come ancora in tanti, imprenditori, manager, ma anche giornalisti e professionisti della comunicazione sostengano che il web rappresenta il futuro. Internet è il presente e rappresenta la dimensione con cui tutti dobbiamo confrontarci quotidianamente. I media cambiano e si evolvono gli strumenti ma la vera questione resta cosa comunicare e ciò implica conoscere chi sono i nostri interlocutori e cosa si aspettano. Il punto di partenza, non solo nel caso delle imprese, è sempre, però, la qualità del prodotto. Senza di quella non c’è comunicazione che tenga. Piuttosto, nello scenario che si è delineato e che caratterizzerà sempre di più la nostra società è indispensabile aver le idee ben chiare sulla differenza tra informazione e comunicazione. In futuro i giornali locali avranno un ruolo sempre più determinante, la missione di un quotidiano, di carta e in digitale, è di tirar fuori le storie di successo, raccontare il territorio. Deve esserci un’interazione basata sul rispetto reciproco e sul rigore professionale tra chi fa comunicazione per le imprese e chi fa informazione con lo scopo di valorizzare il proprio territorio”.
Agli interventi di scenario sono seguiti quelli di imprenditori e manager di alcune aziende del territorio come Gennaro Lodato di Annalisa (industria conserviera che esporta in 50 paesi, capofila nella creazione del distretto del pomodoro di qualità, esteso anche la Puglia, la Basilicata e il Lazio), secondo cui “il nostro successo, oltre che alla qualità del prodotto, è il risultato di investimenti sistematici in comunicazione e in una interazione con i clienti che passa principalmente attraverso il web; Giorgio Criscuolo della Centrale del Latte di Salerno (azienda nata nel 1928, il 75% lo realizza con il latte e il 15% con altri prodotti) “dobbiamo il nostro successo alla comunicazione, che per noi è l’aspetto più importante assieme alla produzione, anche per raccontare ai nostri clienti lo stretto legame con il territorio e rendicontare il sistema produttivo”, e Luca Borriello di Inward (Osservatorio Internazionale sulla Creatività Urbana, un’impresa sociale strutturata in 4 settori: pubblico, privato, no profit e internazionale, che ha dato vita ad un centro studi internazionale sulla creatività urbana, Inopinatum ). E’ stato Giuseppe De Nicola, responsabile della sezione “servizi innovativi” di Confindustria Salerno a ribadire, portando la case history del premio Best Practices per l’Innovazione che “c’è una forte vocazione dei consumatori a spendere su internet e una forte vocazione delle imprese a investire su internet. Il tema dell’innovazione è fondamentale, è il futuro”.
Prima delle conclusioni del Presidente della Piccola Industria Boccia, l’intervento del Vice presidente di Ferpi di Giancarlo Panico. “Territorio, impresa e la comunicazione che è il collante di ogni sistema sociale e relazionale, sono i tre elementi chiave su cui si giocheranno in futuro lo sviluppo e l’economia del Paese. Come è emerso dall’ultimo World PR Forum ed espresso chiaramente nel Mandato di Melbourne, il documento conclusivo del più importante incontro mondiale dei professionisti delle relazioni pubbliche, bisogna invertire la rotta rapidamente e puntare sulla comunicazione. La novità dei nostri tempi è che oggi, per la prima volta nella storia, l’accesso dei pubblici della comunicazione alla comunicazione stessa come protagonisti rappresenta una nuova sfida e allo stesso tempo un’opportunità le imprese. Comunicare non basta più! Nella network society teorizzata da Castells, in cui siamo tutti interconnessi e per di più always in, sempre in relazione, è necessario ripensare la governance delle proprie imprese passando da una più strumentale e unidirezionale “comunicazione a” ad una “comunicazione con” i pubblici, conversazione che richiede comportamenti trasparenti, rendicontazione permanente integrata e multistakeholder e un issue management orientato ai temi sociali più attuali”.
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