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Campagne controproducenti

12/12/2007

In Gran Bretagna gli spot contro l'alcolismo giovanile si rivelano un boomerang che anziché invogliare i ragazzi a condurre una vita morigerata li spinge al bancone del bar. Uno studio mette in luce gli effetti controproducenti delle campagne di sensibilizzazione e invita tutti a rivedere il linguaggio. Adeguandolo al mondo giovanile.

Secondo un recente studio promosso dall'Università di Bath e sponsorizzato dall' Economic & Social Research Council, le pubblicità mirate a contenere e prevenire l'alta ondata alcolica che sembra aver sommerso i giovani e giovanissimi inglesi non sortirebbero alcun effetto. Anzi, conterrebbero al loro interno messaggi magari efficaci per i genitori, o quasi sicuramente per gli autori, ma non sui ragazzi, sui quali avrebbero l'effetto opposto.
A questo proposito vale la pena citare la campagna The Choice Is Yours, promossa da Diageo, che mostra i classici comportamenti da ubriaco, come finire la serata sdraiato in stato semi comatoso sul marciapiede o barcollare e inciampare. Ma la ricerca dell'università inglese (condotta su un campione di 94 adolescenti provenienti da tre diverse regioni della Gran Bretagna) ha rivelato che la percezione dei giovani è quella di assistere a comportamenti abituali o da imitare.
Tra i ragazzi ubriacarsi è considerato sinonimo di divertimento, "di aver fatto serata" e non una potenziale fonte di pericolo, per la propria salute in primis. Spesso, anzi, chi "esagera" racconta le sue gesta con divertimento e vanto. Non bisogna dimenticare che altre generazioni di giovani ispiravano le proprie vite a quelle di rockstar dedite all'uso di ogni genere di droga e di eccesso. Gioventù e trasgressione sono un binomio inscindibile, anche se questo certamente non può voler dire ignorare i problemi e astenersi dal tentare di scovare una soluzione. Ma per fare questo non si può parlare ai ragazzi con un linguaggio diverso dal loro perché in questo modo si ottengono in cambio solo indifferenza e sbuffi annoiati. Le varie campagne indirizzate agli adolescenti si devono adeguare a una realtà, quella dei giovani, che esiste e che talora ha codici e usi differenti da quelli del cosiddetto mondo "adulto".
Redazione Totem - Emanuela Di Pasqua
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