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Catania Giampaolo

16/06/2008

Metodologie e tecniche di protezione aziendale. Come affrontare e gestire situazioni di emergenza e di crisi

Sintesi della tesi di laurea
jeanpaul1@inwind.it
IULM – marzo 2001


L’argomento centrale del testo citato, è incentrato su un tema certamente attuale che ha da sempre destato l’interesse del sottoscritto. Come ampiamente dimostrato nel corso del lavoro in esame, i mercati economici moderni si trovano, infatti, sempre più sottoposti al severo controllo di una moltitudine sempre più varia di soggetti privati e pubblici e partecipi, diretti o indiretti, di fenomeni sempre più incontrollabili di turbolenza e di rischio.


Una delle più evidenti conseguenze dell’apertura dei confini aziendali, è rappresentata dal graduale disgregarsi di quelle certezze che fino a non molti anni addietro potevano essere considerate come stabili e sicure protezioni. Le moderne organizzazioni sono costantemente impegnate ad adattare le proprie politiche e missioni in risposta a sempre più cangianti sistemi di valori, fortemente condivisi tra i propri più diretti interlocutori. Lo stesso concetto di responsabilità aziendale si sposta, oggi, verso territori inesplorati sui quali fondare rinnovati vantaggi competitivi, più orientati sul rispetto ecologico e sociale che su concetti legati al profitto.


Anche la qualità è intesa oggi come totale, intendendo con questo termine tutta una serie di componenti immateriali, spesso considerate dai consumatori come più rilevanti di quelle fisiche. Gli stessi strumenti di marketing e di comunicazione sono costretti a ridisegnare continuamente le proprie caratteristiche in modo da rispondere efficacemente a queste mutate esigenze.


Le considerazioni appena citate hanno suggerito di focalizzare l’attenzione su tutte quelle realtà economiche che, consapevolmente o meno, decidono di non impegnarsi seguendo queste linee guida, finendo così, sempre più spesso, per ritrovarsi coinvolte in emergenze e crisi dagli imprevedibili effetti.


Il tema è stato, quindi, analizzato ricorrendo a recenti indagini empiriche tese a valutare con assoluta oggettività tale situazione, riflettendo attentamente sui risultati emersi e traendone importanti spunti pratici. Ulteriore passo è stato sondare i più importati e noti contributi teorici che, nel tempo, hanno dimostrato senza alcun dubbio la propria totale attendibilità.


Mutuando modelli presi a prestito da noti manuali e testi, è emerso come il processo più adatto a spiegare con esattezza questi fenomeni sia da rintracciarsi all’interno della scienza relativa alla Protezione Aziendale, legata, cioè, a tutte quelle attività preventive, conseguenti e susseguenti in grado di difendere il valore dell’impresa e delle sue risorse, materiali ed immateriali.


In quest’ambito, poi, sono state studiante tutte le implicazioni in termini di comunicazione e di immagine, da tutti considerate come gli elementi centrali di simili processi. Al Risk Management e al Crisis Management e Crisis Communication è stata, quindi, aggiunta una fase successiva, denominata “dopo crisi”. Questa ha permesso di dimostrare come solo un’attenta riflessione sulla gestione di una emergenza o di un evento critico, sia capace di consolidarne i risultati e correggerne eventuali errori, evitando che simili occorrenze possano verificarsi nuovamente.


Una delle considerazioni emerse in seguito a questa prima importante parte di inquadramento teorico dell’argomento, ha messo in evidenza come, però, sia difficile se non impossibile attenersi soltanto a studi svolti in passato, spesso realizzati senza considerare applicazioni pratiche delle leggi proposte.


Necessario è stato, quindi, sviluppare una ulteriore sezione più legata ad analisi precise di casi concreti avvenuti recentemente sia nel nostro Paese sia all’estero, tentando di scegliere alcune testimonianze capaci di rappresentare al meglio situazioni e realtà dagli analoghi effetti. Sono state, all’occorrenza, scelte strutture e comparti economici molto coinvolti nell’ambito del tema analizzato e che in passato hanno avuto esperienze simili. La ricerca è stata, però, svolta evitando riflessioni e considerazioni finali, in modo da consentire al lettore, sulla base delle conclusioni espresse nei precedenti capitoli, di trarre personali spunti, avendo comunque a disposizione tutti gli elementi necessari.


Il processo appena descritto ha consentito di realizzare uno studio esaustivo su un fenomeno ancora poco diffuso e sentito anche in ambienti aziendali considerati fortemente giovani ed innovativi. D’altro canto, lo studio della Protezione Aziendale ha dimostrato come sia del tutto impossibile arrivare a definire una scienza esatta sul tema, in quanto questa è soggetta a continui adattamenti e ripensamenti.


Indubbiamente, in conclusione, è stato comunque possibile riscontrare come proprio le difficoltà finora accennate abbiano, paradossalmente, facilitato la realizzazione di un lavoro coinvolgente ed appassionate, in grado di riconfermare il fascino di una professione come quella del Comunicatore d’impresa.
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