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Cina: ragion di stato e libertà di stampa

18/09/2006

Nuove restrizioni per i media cinesi. Le testate sul web e fuori dal web saranno "vagliate" da Xinhua, l'agenzia di propaganda del partito comunista.

Una nuova normativa è stata approvata in Cina, impedendo in 22 articoli la diffusione di notizie contrarie alla Costituzione e a ogni provvedimento legislativo.L'obiettivo è "promuovere la diffusione ordinata e corretta delle notizie". Di fatto nella Cina in piena esplosione economica, meta di visite per le delegazioni straniere, così occidentale e occidentalizzata per certi versi, si sta verificando un giro di vite nella libertà di stampa senza precedenti.Ci saranno infatti nuovi controlli delle comunicazioni tra funzionari dei tribunali e giornalisti. L'agenzia di stampa cinese Xinhua stabilisce che saranno sparpagliati sul territorio diversi portavoce, appositamente per rilasciare le informazioni ai reporter, e qualsiasi fuga di notizie sarà sanzionata. Per il momento, secondo il presidente della Corte Suprema del Popolo sono già stati designati 65 "selezionatori" ed è già stato soppresso il permesso concesso nel 1996 alle agenzie straniere di vendere notizie ai media cinesi. Scontate le reazioni di tutti gli organismi di difesa della libertà di stampa, molto meno vistose invece le reazioni da parte degli altri paesi, per i quali continua a esistere solo la Cina economica.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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