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Come cambia la professione del comunicatore con la legge 4/2013

21/06/2013

Fare il punto sull’impatto della legge 4/2013 sulle professioni e sulle associazioni che ne rappresentano gli interessi. Questo l’obiettivo del convegno organizzato da Ferpi insieme ad Unicom, TP e Piu lo scorso 19 giugno a Padova.

di Lisa Scudeler
Quali effetti ha la nuova disciplina (legge n.4/2013 ) che riforma le professioni non regolamentate? Quale l’impatto sul comunicatore (professione che la legge finalmente regolamenta) e sulle associazioni che ne rappresentano gli interessi?
Questa la domanda che ha portato Ferpi, Unicom, TP e Piu a organizzare il convegno Si svolta! Come cambia la professione del comunicatore con la legge 4/2013, tenutosi il 19 giugno a Padova.
Dopo aver colto l’occasione per sottolineare il valore, non solo economico, del settore nella regione con l’intervento di Valentina Montesarchio – vice segretario generale di Unioncamere Veneto, Antonio de Cal – vice presidente ADACI, ha analizzato nel dettaglio l’articolato. Sfumature tecniche e riflessioni hanno costituito il ponte naturale che ha portato alla tavola rotonda cui hanno preso parte Donatella Consolandi – presidente Unicom, Antonio Margoni – presidente comitato di garanzia TP e Fabio Bistoncini – delegato relazioni istituzionali Ferpi.
Per volontà del legislatore e delle associazioni che a lungo l’hanno cercata, Ferpi in primis, grazie a questa norma “è il consumatore, l’utente finale che deve essere tutelato” ha sostenuto Fabio Bistoncini. “Il vero lavoro inizia adesso, non tanto per l’adeguamento delle strutture delle associazioni quanto perché queste dovranno informare i propri soci e il mercato del fatto che questa legge esiste”.
Oltre il riconoscimento, seppur tanto atteso, la vera sfida è rappresentata dal cambio di paradigma che la norma porta con se. Le associazioni avranno il compito di dare applicazione concreta a tutte le indicazioni previste nella normativa, non solo: di avviare un processo per agevolare il consumatore a scegliere compiendo un sostanziale passo avanti. “Alla rappresentanza, che pur dovrà continuare a essere fatta” ricorda Bistoncini, “si aggiunge la responsabilità (per le associazioni) di contribuire attivamente alla crescita culturale, sia internamente che verso il mercato”.
La riflessione in chiusura, condivisa dai tre rappresentanti presenti in sala, ha ribadito come la legge non imponga alcun obbligo ai professionisti ne tantomeno attribuisca giudizi in merito alla professionalità di ciascuno quanto, piuttosto, garantisca “un percorso dalla qualità certificata”. La legge 4/2013 “non farà avere automaticamente al professionista più appeal sul mercato, affermare il contrario significherebbe ingannare i nostri soci” ha sottolineato ancora Bistoncini. La norma si rivela dunque una grande opportunità di crescita per tutti, per i singoli professionisti di garantire ai consumatori servizi sempre migliori, per le associazioni di essere riconosciute finalmente come gatekeeper culturali del settore.
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