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Come cambiano le Digital PR

29/04/2016

Enzo Rimedio

Dal comunicato stampa al digital content, quali sono i nuovi compiti del Digital PR? Enzo Rimedio ripercorre le tappe evolutive della professione individuando quali siano le nuove competenze richieste.

Scrivere un contenuto interessante e diffonderlo nel migliore dei modi è una delle principali mansioni di un comunicatore, di un PR, di un addetto stampa e lo ancora di più nella loro evoluzione: il Digital PR.

Nelle attività tradizionali, una volta redatto il documento contenente il messaggio che si vuole veicolare, nella versione comunicato stampa, questo viene spedito al più alto numero di giornalisti in rubrica affinché la cura della reale diffusione sia affidata a loro, rinforzando il tutto con un’attività di media relation con contatti via e-mail o telefono o da incontri vis-à-vis.

Con l’avvento del web e la presenza sempre più capillare di notizie diffuse da siti giornalistici e da blog, il modo di operare di un addetto alle pubbliche relazioni non è cambiato di molto, al massimo si è allargato il giro dei contatti, e da rubriche contenenti solo giornalisti stampa, sono stati inseriti anche giornalisti web e blogger, ma il metodo di interrelazione è rimasto lo stesso: io comunico, lui informa.

Oggi, però, nell’era del web 2.0, un comunicatore moderno, un Digital PR, sa che questo non è più sufficiente in quanto, se il proprio compito rimane sempre quello di provvedere alla massima diffusione di un determinato contenuto per migliorare la visibilità di un’azienda o di un prodotto, sono necessari approcci innovativi per via della natura intrinseca dei nuovi media, ove il comunicatore diviene anche lui “informatore”.

Ma quali sono questi ulteriori media? Blog aziendali e personali, ma soprattutto Social Media, sia pagine aziendali che profili personali. Sì, perché se da una parte c’è l’azienda, dall’altra lo stesso Digital PR diviene il primo ambassador della stessa, e deve essere in grado di coinvolgere attivamente in prima persona, come per la comunicazione tradizionale, tutti gli stakeholder e i possibili influencer.

Di solito, quello che viene effettuato dopo aver diffuso il comunicato alla propria lista di giornalisti/blogger in rubrica, è la pubblicazione dello stesso nel sito aziendale e la ripresa con i link nei vari social media aziendali, su tutti FacebookTwitter LinkedIn.

Ma questo è solo il primo passo, e chi vi si ferma probabilmente non ha ben compreso la potenzialità della diffusione del web e dei social media.

Si dovrà quindi passare all’adozione di molteplici varianti dello stesso messaggio, che, da meramente testuale come per il comunicato stampa, si deve dotare di variegate modalità sia multimediali, a seconda del media dove verrà pubblicato, sia interattive, in funzione dalla correlazione che il pubblico di tale media adotterà per una sua partecipazione attiva nello stesso.

Quindi, se il comunicato stampa ha il compito di essere un documento redatto affinché un giornalista vi possa attingere delle informazioni di base per poi scrivere un articolo, magari ricontattando l’addetto stampa per ulteriori dettagli, effettuare interviste, ecc., lo stesso comunicato dovrà essere rivisto, per poi divenire molteplici oggetti.

 

Pubblicato anche su SOS Digital PR
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