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Come sfidare il cookiegeddon con le email

#Formazione

28/03/2021

Michela Parziale

Dal 1971, anno della sua nascita, ad oggi l'email non è mai veramente invecchiata. Ma per poter sfruttare a pieno le potenzialità degli strumenti di direct marketing è necessario conoscerli bene. Del tema se ne parlerà venerdì 9 aprile durante il corso Digital Express, organizzato da CASP per i soci FERPI.

Nel 2021 l’email compie mezzo secolo di vita: era il 1971 quando Ray Tomlinson, per la prima volta, trasferì un messaggio tra due utenti collegati su computer diversi, di fatto aprendo le porte ad una rivoluzione senza precedenti del modo di comunicare. In questi 50 anni l’email ha vissuto a pieno momenti di alti e bassi: popolare perché veicolo di una comunicazione intima tra mittente e destinatario, amatissima per i ritorno sugli investimenti (ROI) che garantisce, discussa perché “ormai vecchia” e infine tornata a nuova vita perché resa interattiva dalla tecnologia AMP.

Nelle ultime settimane il canale email è nuovamente sotto le luci dei riflettori, in compagnia degli altri strumenti direct come SMS e push notification e sulla scia del tema caldo del momento: dal 2022 Google eliminerà gradualmente i cookie di terze parti (*) nel suo browser Chrome. I cookie di terze parti sono la base per conoscere i comportamenti online degli utenti, i siti web che navigano, i servizi che acquistano, i prodotti di interesse.

Se i cookie di terze parti vengono cancellati, come possono i brand continuare ad alimentare la relazione con gli utenti?

La risposta è, probabilmente, scontata: utilizzando meglio gli strumenti che non lavorano con i cookie di terze parti, e quindi privilegiando le strategie di costruzione di una relazione solida, continua e duratura con i propri interlocutori. Ne sono un esempio tutti gli strumenti di direct marketing (email, SMS, push notification), che si caricano di una importante responsabilità: diventare, per i brand, lo strumento preferenziale per l’interazione personalizzata e one to one con gli utenti.

Per sfruttare a pieno le potenzialità degli strumenti di direct marketing è necessario conoscerli bene: ad esempio, come si utilizza il preheader di una email per ottenere un migliore tasso di apertura? O ancora, poiché il 70% dei carrelli viene abbandonato, come fare perché una serie di email automatiche contribuisca al loro recupero? O, di nuovo, come tracciare i link all’interno degli SMS, e quindi conoscere chi tra i nostri utenti li ha effettivamente cliccati?

L’email è, nella realtà dei fatti, uno strumento articolato, con regole precise e decine di buone pratiche da conoscere e rispettare per un suo utilizzo corretto e, di conseguenza, utile a generare dei risultati. Eccone, ad esempio, alcune che riguardano le versioni mobile di una email, indispensabile per tutti i business mobile first:

  • Scrivere un oggetto breve, che non superi i 35 caratteri, spazi inclusi

  • Utilizzare un font size più grande, ad esempio di 14 – 16 pixel

  • Arrivare velocemente al punto perché l’above the fold arriva molto prima

  • Predisporre una call to action facilmente cliccabile (a misura “di dito”)

  • Rendere cliccabile, se presente, il numero di telefono


Conoscere bene gli strumenti di digital direct marketing è ancora più importante nel momento in cui essi, come sempre più spesso accade, conversano con tutti gli strumenti online e offline a disposizione dei brand  e generano una capacità di relazione omnicanale e, almeno in parte, automatica con l’utente.




Venerdì 9 aprile dalle ore 14.00 i soci FERPI potranno ascoltare Michela Parziale di t.bd – think.by diennea durante il corso “Digital Express: direct marketing digitale. Messaggi diretti e interazioni non mediate”. Il corso è strutturato per imparare a realizzare campagne email e SMS secondo le best practice più recenti, attivare progetti di lead generation e usare la marketing automation e inserirla in un progetto di customer journey.

(*) I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati dagli utenti inviano ai loro terminali, ove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva. I cookie delle c.d. "terze parti" vengono, invece, impostati da un sito web diverso da quello che l'utente sta visitando (garanteprivacy.it).

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