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Paola Zanotto: l’Accoglienza e il ruolo dei luoghi come ponti tra culture e civiltà

09/05/2024

Anna Romanin

Per declinare la parola Accoglienza abbiamo valutato uno solo degli aspetti possibili, forse non il più scontato. Con Paola Zanotto, architetto che vive da 11 anni a Londra, parleremo di accoglienza urbana, delle città di oggi e del futuro.

Accoglienza è la parola chiave di questi tempi perché racchiude il senso di una cultura e di una civiltà. L’Accoglienza riguarda anche le tante occasioni di ognuno di noi nel proprio lavoro e nella vita quotidiana in generale: nuovi colleghi, nuovi amici, nuovi vicini di casa, nuovi clienti, e guarda pertanto anche all’accoglienza di nuove idee e nuovi punti di vista. Ma gli architetti hanno un ruolo importante nell’accoglienza dei luoghi, nell'integrazione urbana e nella creazione di spazi inclusivi. Per questo a InspiringPR ne parleremo con Paola Zanotto, architetto e urban designer, che a Londra ha lavorato prima in un grande studio che si occupa di social housing e ora in uno studio che introduce l'ecologia nella progettazione degli spazi della città. Paola è specializzata in strategie di rigenerazione urbana, progettazione dello spazio pubblico, e creazione di documenti per controllare la qualità dello spazio costruito.

Cos’è per te l’architettura inclusiva e accogliente?
Secondo me è molto attinente al concetto di accoglienza, che in inglese è difficile da tradurre, a metà tra welcoming e inclusivity.” Le città hanno la necessità di essere inclusive, è con questo spirito che vanno progettati gli edifici e gli spazi urbani.

Spiegaci meglio l’idea delle città accoglienti.
Deve esistere l'accoglienza nelle città, nella progettazione delle città e degli spazi della città. Non per dovere morale, o per fare i buoni samaritani, o per coscienza civica. Ma perché è una cosa che conviene rendere le città efficienti, funzionanti, più eque ed esteticamente belle per tutti gli strati sociali. Non si dovrebbero distinguere insomma le case popolari dalle case acquistabili sul libero mercato, come avviene a Londra e come ha insegnato ancora prima Parigi, dove ci sono bellissimi progetti di case popolari, o la Spagna e l’Olanda. Basta ai “ghetti” e agli stigmi sociali, e benvenuti nuovi spazi e un’estetica consapevole. 

Se potessi quindi riassumere cosa diresti?
La parola d’ordine di una cultura dell’accoglienza dovrebbe essere: “Più città e più che case che accolgono”.

Cosa pensi di “prendere” da InspiringPR?
Tanto! Noi architetti sogniamo di essere dei grandi comunicatori. Perché? A volte quello che fa la differenza tra un progetto che si avvia a un progetto che non si avvia è quanto siamo efficaci nel comunicare le nostre idee, la storia che portiamo in insieme al progetto che abbiamo disegnato. Uscirò dalla mia zona di comfort e sarà una bella esperienza.




Paola Zanotto
Paola è un architetto e urban designer. Da più di 10 anni vive in Regno Unito dove ha lavorato per studi di architettura, urbanistica e architettura del paesaggio, portando il suo contributo in progetti grandi quanto un intero quartiere, e piccoli quanto un lotto di 10 case. Fiera di aver avuto la possibilità di studiare allo IUAV di Venezia, Paola si è specializzata in strategie di rigenerazione urbana, progettazione dello spazio pubblico, e creazione di documenti per controllare la qualità dello spazio costruito. Oltre alla sua attività professionale, Paola svolge attività di ricerca dal 2015, dopo aver ottenuto un dottorato presso lo IUAV.

 

 

 

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