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Comunicazione Pubblica: se perfino la Ferpi...

15/09/2004

Dalle pagine del Denaro, segnaliamo l'editoriale di Alessandro Rovinetti.

Il nostro ottimo Giancarlo Panico, referente Ferpi per la Campania, da molti mesi svolge un prezioso lavoro settimanale di redigere una intera pagina settimanale dedicata alla comunicazione su Il Denaro, pubblicazione economica assai diffusa nella classe dirigente campana. Pochi però dei nostri visitatori vanno regolarmente sul link che appare sempre in queste pagine per vedere cosa c'è di nuovo. La scorsa settimana è uscito un ‘editoriale' a firma di Alessandro Rovinetti, segretario generale di Comunicazione Pubblica che merita di essere portato all'attenzione di tutti i nostri visitatori. Eccolo:Innovazione, valore per tuttidi Alessandro Rovinetti*Credo che non sia un caso che la nostra Assemblea nazionale sia stata annunciata sul sito della Ferpi con un eloquente titolo: "Viva la 150".Se anche chi, come i colleghi delle relazioni pubbliche, ha più vivacemente criticato la legge sulla comunicazione, oggi dichiara che "questa normativa ha prodotto risultati positivi", qualcosa vorrà pur dire. Ad esempio che quando ci si muove per affermare un interesse generale e non personale, quando si hanno idee, si è disposti a difenderle e, soprattutto, ad essere coerenti con esse, allora la credibilità aumenta e i risultati arrivano.Più in generale l'odierno segnale di positiva ragionevolezza, che considero un elemento importante per l'intero movimento dei comunicatori pubblici, conferma che l'innovazione, quando è vera e non strumentale, rappresenta un valore per tutti. E' una regola che funziona per il sistema privato così come per il pubblico e, a maggior ragione, vale per la comunicazione che nell'innovazione trova la propria essenza. Da parte mia ritengo che l'innovazione sia l'unica risposta possibile per contrastare le mutevoli forme con le quali la vecchia e nuova burocrazia resiste e frena il cambiamento.Per i comunicatori pubblici la 150 ha rappresentato un significativo traguardo che, negli anni '90, pochi ritenevano raggiungibile. Per gli altri è stata ed è un'occasione importante perché della comunicazione pubblica si cominciasse a parlare non più e solo in termini accademici o di solitari primati ma come di un complesso e generale sistema di relazioni e innovazione dentro e fuori le nostre Amministrazioni. Questa insistenza sulla positività della Legge 150 non è un acritico "tributo" che dobbiamo alla normativa della quale, lo ripeto, non ci sfuggono limiti e incongruenze. Ma certamente questa legge è stata decisiva per l'avanzata del nostro movimento e per affermare una linea associativa - di cui l'attuale gruppo dirigente può e deve rivendicare il pieno merito - che ci ha posto al centro di ogni confronto e di ogni seria iniziativa in materia di comunicazione pubblica. Che ci ha resi, in una parola, credibili e autorevoli.Oggi ci avviciniamo alla cruna dell'ago del percorso avviato nel giugno 2000. Siamo cioè al decisivo passaggio in cui la legge non solo deve essere compiutamente adottata ma, soprattutto, deve essere accompagnata dal riconoscimento delle figure professionali e dall'approvazione degli atti di organizzazione delle nuove strutture di informazione e comunicazione. I nostri passi sono stati, fino ad ora, coerenti con le cose dette e conseguenti con gli impegni assunti. Credo opportuno che alla ripresa di settembre e in preparazione di Com-Pa di novembre, tutto questo trovi una prima sintesi in un incontro che l'Associazione dovrebbe chiedere, fin dai prossimi giorni, al ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella. Sarà quella l'occasione per fare il punto su molte questioni e per sentire dall'autorevole voce del ministro cosa si possa e si debba fare insieme.*segretario generaleAssociazione comunicazione pubblica
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