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Corporate Barter: un nuovo modo di fare CSR

07/11/2012

Uno strumento finanziario a disposizione delle imprese per incrementare la produttività e la redditività aziendale: è il _Corporate Barter,_ un’idea particolarmente interessante in tempi di crisi. Presupposti per realizzarlo, la disponibilità alla collaborazione, la fiducia negli altri, la volontà di sperimentare nuove modalità nella gestione del proprio business, tutti valori propri delle imprese socialmente responsabili, come illustra _Rossella Sobrero._

di Rossella Sobrero
Nasce anche in Italia il Corporate Barter, un nuovo strumento (o forse sarebbe meglio dire antico) che può essere utilizzato dalle imprese responsabili in particolare nei momenti di crisi. Non si tratta dell’ultimo sofisticato software per la gestione di attività di CSR bensì di un’idea vecchia come il mondo che si basa sul concetto di permuta e prevede lo scambio di beni e servizi tra imprese. In pratica è uno strumento finanziario a disposizione delle aziende per incrementare la produttività e la redditività aziendale. Prevede uno scambio reciproco di beni o servizi con la possibilità di un eventuale conguaglio in denaro e, come il contratto di permuta, è regolato da specifiche leggi.
In momenti di difficoltà questa modalità può essere utile alle imprese che possono emettere regolari fatture compensate da importi di pari valore in un arco temporale stabilito.
Naturalmente è opportuna la presenza di un intermediario che assuma il ruolo di facilitatore per creare un circuito di più soggetti e regolare gli scambi tra le imprese partecipanti.
La disponibilità alla collaborazione, la fiducia negli altri, la volontà di sperimentare nuove modalità nella gestione del proprio business sono i presupposti per realizzare iniziative di Corporate Barter. Valori, caratteristiche, visioni proprie delle imprese socialmente responsabili.
1 – La disponibilità alla collaborazione
Per realizzare iniziative di Corporate Barter è fondamentale avere uno spirito aperto e collaborativo. L’inclinazione alla collaborazione è prima di tutto una disponibilità mentale: solo coloro che credono nel valore dello scambio possono avvicinarsi a questa modalità.
2 – La fiducia negli altri
Ancora una volta la fiducia è un ingrediente indispensabile. In particolare per un’attività dove si parla di cessione di prodotti che, anziché essere pagati dall’acquirente con i tradizionali trasferimenti di denaro, vengono pagati attraverso lo scambio di altri prodotti più o meno contestualmente.
3 – La volontà di sperimentare
In questo caso possiamo parlare di innovazione sociale: aderire a un programma di Corporate Barter significa infatti sperimentare nuove forme di relazione e di gestione del proprio business.
Sviluppare iniziative di Corporate Barter può portare risultati interessanti sia per le imprese che partecipano sia per il territorio.
Per le imprese, il vantaggio non è solo nell’aumento del fatturato ma anche nella riscoperta del valore dello scambio e nella possibilità di stringere nuove partnership.
Per il territorio, il vantaggio è nell’aumento della collaborazione tra diversi soggetti economici e nel miglioramento della coesione sociale. Più alto è il numero delle imprese propense alla collaborazione, maggiore successo può avere questa pratica per il sistema economico.
A Rimini, territorio dove la CSR si pratica da tempo e dove è stata lanciata anni fa l’idea del DES (Distretto Economico Responsabile), la Camera di Commercio di Rimini, la Provincia di Rimini e Figli del Mondo, nell’ambito del progetto PercoRSI di responsabilità sociale stanno valutando la fattibilità di un modello di Corporate Barter per il territorio riminese. Le principali associazioni di categoria e l’Ordine dei Commercialisti di Rimini studieranno, attraverso un percorso partecipato, le potenzialità che gli scambi multilaterali in compensazione possono avere per l’economia locale. L’iniziativa si rivolge in modo particolare alle piccole imprese e si propone di incentivare il tessuto imprenditoriale locale attraverso l’aumento delle relazioni economiche e commerciali tra le aziende del territorio e la riattivazione della cooperazione tramite un sistema di transazioni non monetarie.
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