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Costa Concordia. Un caso di crisis communication

08/07/2013

A quasi due anni dalla tragedia del Giglio, il naufragio della Costa Concordia – e la gestione della crisi che ne è seguita da parte dell’azienda – è un caso da manuale di comunicazione di crisi. Come la compagnia e l’intero settore crocieristico sono riusciti a non soccombere al disastro? _Maria Elena Gaglianese_ ne ricostruisce nel dettaglio la storia.

Il naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio è stato uno degli eventi mediatici più memorabili del 2012 anche per il riflesso che ha avuto sull’immaginario nazionale e internazionale: sembrava rappresentare il destino di un grande paese come l’Italia finito sugli scogli e miracolosamente incagliatosi sul bordo di un precipizio.
Il numero delle vittime di un incidente è, in genere, il parametro per giudicare la gravità di una tragedia. Invece per il naufragio della Concordia è andata diversamente: le perdite, fortunatamente, si sono fermate a 32 sventurati, ma nel sentimento collettivo la tragedia è stata immensa. Le vittime sono state tutte le oltre 4000 persone che quella notte hanno avuto la disgrazia di trovarsi a bordo di quella nave sciagurata; sono stati gli abitanti del Giglio; è stata l’Italia intera colpita sul suo territorio, nella bandiera tricolore issata sulla nave e nel vergognoso comportamento del capitano della nave.
Quali sono stati i meccanismi che hanno prodotto questa reazione? Alcuni fattori sono riconducibili alla situazione dei media nel secondo decennio del XXI secolo, al web 2.0, alla spinta emotiva generata da avvenimenti-simbolo e nel caso specifico, poi, all’imbarazzante coincidenza con il centenario del naufragio del Titanic. Un clima diffuso di sfiducia e incertezza si è identificato, con la viralità degli odierni sistemi di informazione, con lo scheletro di una nave che ancora giace sullo scoglio delle Scole dove ferisce lo sguardo dei turisti e simboleggia un intero paese che affonda.
Capitano codardo, pericolo inquinamento, incendio della Costa Allegra: tutto faceva pensare a un calo del sipario anche sulla gloriosa compagnia dalla C blu, la Costa Crociere. Eppure, nella società dell’informazione, in cui quello che non viene comunicato praticamente non esiste, tutto è ancora possibile e le crociere Costa sono state tra le poche a non cadere vittime di questo naufragio.
Per capire come è potuto succedere questo “miracolo di sopravvivenza” non vi resta che leggere questo ebook che ricostruisce in dettaglio come una compagnia è riuscita a sopravvivere a un disastro molto
più grande di lei.

Costa Concordia. Un caso di crisis communication
Maria Elena Gaglianese
GoWare, 2013
Ebook, €4,99
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