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CSR manager: la nuova figura professionale cresce in azienda al ritmo del 30% all'anno
28/02/2006
Lo rivela una recente ricerca di cui Nicoletta Cerana commenta i risultati.
Ha una formazione prevalentemente economica, o giuridica o sociologica. Dipende dall'Alta Direzione e in questa posizione ci è arrivato dall'interno dell'azienda più o meno dopo il 2000. Stiamo parlando del CSR manager una nuova figura manageriale che si sta sviluppando all'interno delle "aziende responsabili" al ritmo vertiginoso del 30% anno. Il profilo di questo nuovo manager l'ha tracciato una ricerca condotta nel 2005, su un campione di 354 aziende, dall' ISVI (Istituto per i Valori d'Impresa) e da ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell'Università Cattolica).Il primo risultato interessante che emerge dalla ricerca riguarda la natura stessa della CSR su cui non sembrano più esserci dubbi: la CSR non può più essere ridotta a filantropia ma è piuttosto una dimensione della strategia di impresa e chi se ne interessa risulta implicato nel processo volto a posizionare l'azienda nei confronti dei propri fondamentali interlocutori (sociali ma anche competitivi).Questa valenza strategica della CSR è crescente in virtù di una serie di fenomeni in atto nella realtà economica e sociale a cui l'impresa deve rispondere: la globalizzazione che ha dilatato i confini geografici dei mercati, l'arrivo sui punti vendita di prodotti realizzati in contesti in cui i diritti dei lavoratori non sono adeguatamente tutelati, il problema ecologico percepito come una minaccia per la sopravvivenza dell'intero pianeta. In questo scenario le imprese si confrontano con soggetti che fino a pochi anni fa disponevano di un potere e di una visibilità limitata come i fondi etici, le agenzie di rating, le società di certificazione, gli enti per il monitoraggio delle forniture, i movimenti di cittadinanza d'impresa, i gruppi ambientalisti, le associazioni consumatori.Il confronto con questi interlocutori e la gestione delle loro attese è appunto il territorio in cui agisce il CSR manager in cui si assommano competenze tecniche, strategiche e di comunicazione. Come emerge dalla ricerca il CSR manager à infatti chiamato a interpretare un triplice ruolo:
innanzitutto gli sono richieste le competenze tecniche per gestire gli strumenti tipici della responsabilità sociale cioè il Bilancio di Sostenibilità, i Codici Etici ma anche le politiche di comunicazione interna, le politiche verso il territorio, le attività di formazione del personale in tema di CSR, le iniziative di welfare aziendale ( asilo nido etc..), le sponsorizzazioni, le campagne di cause related marketing
il CSR manager deve inoltre tenere sotto controllo i trend in ambito sociale e ambientale da cui possono prendere avvio fenomeni assolutamente rilevanti per il business
infine spetta al CSR manager gestire l'ascolto degli stakeholder e impostare le strategie di relazione con loro: dal personale al sindacato, dai clienti alle associazioni con i consumatori.
Dunque il CSR manager non è affatto una funzione "ornamentale" d'azienda ma un interlocutore indispensabile per l'Alta Direzione e il suo peso nella formulazione e nella implementazione della strategia aziendale è destinato a crescere nel tempo.Nell'82% dei casi le aziende hanno attribuito questa responsabilità a personale già presente in azienda. La funzione è stata formalizzata sono nel 32% dei casi e laddove ciò si è verificato (parliamo soprattutto di grandi imprese) il manager si occupa di CSR full time. Nel restante 68% dei casi il manager si occupa di CSR part time e per non oltre il 25% del proprio tempo lavorativo. Sia che lavorino a tempo parziale che full time i CSR manager dipendono nel 40% dei casi dal presidente o dall'amministratore delegato, nel 39,2% dei casi dalla Direzione Comunicazione e Relazioni Pubbliche e nel 29% dei casi del Direttore Generale.Si conferma quindi la tendenza segnalata già in precedenza dalle ricerche compiute da FERPI su questo tema e su questa figura professionale. Per quanto riguarda il futuro i CSR Manager pensano di intensificare notevolmente la propria azione introducendo o sviluppando sistemi di management formalizzati che prestino specifica attenzione alle variabili sociali e ambientali. In particolare si sente la necessità di sviluppare il sistema di qualificazione sociale e ambientale dei fornitori e un sistema di indicatori sulle relazioni con il personale e con la comunità del territorio.Circa i bisogni di formazione, le aree in cui gli intervistati segnalano di avere bisogno di maggiori informazioni sono soprattutto quelle della pubblicità a valore sociale, delle modalità di dialogo con gli stakeholder e dell'inserimento di obiettivi di CSR nel piano strategico. Una sfida subito raccolta da ALTIS che dal 5 aprile al 9 giugno 2006 terrà un Corso di Alta Formazione per i responsabili della CSR presso l'Università Cattolica di Milano. (NC)