Questa settimana descriviamo i contenuti della sessione plenaria finale del Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche. Questa inizierà alle 12 di giovedì 30 giugno, dopo una pausa pranzo di un'ora successiva ai panel conclusivi delle tre sessioni parallele programmate alle nove.La sessione è divisa in due parti e continuerà fino alla fine del festival alle cinque del pomeriggio di quello stesso giorno.La sessione plenaria finale sarà diretta nella sua prima parte e presumibilmente tra le 12 e le 2 da Jean Valin, chair of the Global Alliance e da Sissi Peloso, presidente di Ferpi.Il primo relatore è Gherard Butschi (Switzerland), Managing Director of Digital Management. Gherard è past President di Euprera and attualmente insegna all'University of Memphis (Usa) e Pretoria (South Africa). La sua azienda ha concluso un importante accordo con la Global Alliance che ha concordato di promuovere e implementare un nuovo strumento per la comunicaizone suportato da un sofwtare.La presentazione discute il potenziale, i benefici e i limiti della gestione digitale della comunicazione mostrando una nuova applicazione software create per sostenere la funzione di gestione della comunicazione di imprese, amministrazioni pubbliche e sociali: uno strumento di pianificazione, implementazione e valutazione per allineare piani di comunicazione a breve, medio e lungo termine insieme ad un database continuamente aggiornato contenente informazioni, definizioni e best practice. L'applicazione consente di predisporre e implementare strategie di comunicazione integrata, piani e budget insieme alla valutazione, offrendo nuove prospettive per la pratica della gestione della comunicazione.Il relatore successivo è Michael Morley (Usa), Deputy Chairman di Edelman and leader della task force creata dalla Global Alliance per redigere la prima bozza del rapporto di una task force della Global Alliance sulla risposta della delle relazioni pubbliche allo tsunami del 26 Dicembre del 2005.Il rapporto rende conto di iniziative assunte dalle associazioni professionali, da imprese e da individui; comprende commenti e opinioni di organizzazioni sociali, governative e dei media con una sintesi delle lezioni apprese. Infine, il rapporto si conclude con raccomandazioni ai professionisti delle relazioni pubbliche e le loro associazioni su come in futuro sviluppare le competenze per mitigare gli effetti dei grandi disastri naturali o, ancora meglio, contribuire a prevenirli attraverso efficaci sistemi di avvertimento precoce.Il terzo relatore è Ruben Razzante (Italy), Professor of European Information, Communication Copyright and Cultural Heritage Law all'Univeristà Cattolica di Milano. Socio di Ferpi e autore del Manual of Information and Communication Law (Cedam).I principi di libertà di espressione e il loro equilibrio con i diritti di democrazia economica possono ampliare o restringere gli spazi di uguaglianza sostanziale e di un disegno democratico di integrazione delle diversità. L'intervento analizza la nuova Costituzione Europea con flash sulla Costituzione Italiana e di altri Stati Europei per evidenziare l'importanza che le regole giuridiche e anche quelle etiche (codici deontologici) possono avere nel confronto tra le diversità.Lo speaker finale di questa prima parte della sessione plenaria conclusiva è Franco Frattini (Italia), Vice Presidente dell'Unione europea, Commissario per l'Immigrazione, la Giustizia e la Sicurezza.(il sommario deve ancora arrivare)La seconda parte della sessione plenaria finale, organizzata in collaborazione con l'Università di Trieste,sarà diretta da Anne Gregory (UK), Vice President di CIPR, consulente della UK Cabinet e Professor of Public Relations alla Leeds Metropolitan University, e verterà sulla questione seguente:Impact of diversity on public relations university and professional development curriculaIl panel sarà guidato da: Sriramesh Krisnamurthy (India), Associate Professor alla School of Communication and Information della Nanyang Technological University, Singapore; ha ricevuto nel 2004 il premio Pathfinder dall'Institute for Public Relations (USA); co-editor di The Handbook of Global Public Relations and editor of Public Relations in Asia: An anthology. La globalizzazione ha influito su ogni aspetto e le relazioni pubbliche non fanno eccezione. Ogni relatore pubblico - e non solo l'esperto di relazioni pubbliche internazionali - deve essere sensibile alla comunicazione internazionale e interculturale. Si possono apprezzare la diversità e il multiculturalismo con la formazione. Il corpo di conoscenze di relazioni pubbliche è etnocentrico e orientato prevalentemente da conoscenze occidentali. C'è un bisogno di diversificare queste conoscenze così che studenti e professionisti possano essere preparati al confronto con le sfide di un mondo globalizzato.I panelist saranno:Mafalda Eiro Gomes (Portogallo), Adjunct Professor of Public Relations and Communication Theory alla Lisbon's Superior School of Mass Communication al Polytechnic Institute.In Portogallo insegniamo nella e con la diversità dal 1991. Se questo si può considerare una varabile aggiuntiva che complica le cose, possiamo anche valutarla come una grande sfida ed un notevole aiuto quando ci troviamo ad insegnare la diversità. Credo che avere studenti di origine multinazionale e multiculturale rappresenti un enorme valore aggiunto nel momento in cui si intende raggiungere pubblici diversi, in contesti differenti, con storie diverse (in senso Searliano). Il punto principale è: possiamo insegnare storie diverse? Dobbiamo viverle prima? Insegniamo o semplicemente impariamo insieme?La comprensione è teoricamente considerata l'altro volto della comunicazione. E' possibile e persino frequente definire la comunicazione efficace' quella che viene compresa. In un certo senso però la diversità sfida questo punto di vista: la comunicazione efficace deve essere infatti pensata prima di tutto come il risultato di una comprensione efficace.Renato Ravenna (Australia), sta completando la sua Masters Thesis on Australian Public Relations practitioners with a diverse cultural and language background alla RMIT University in Melbourne.Gli studenti che intraprendono corsi di relazioni pubbliche possono accedere come mai in passato ad un corpo di conoscenze. Malgrado ciò incontrano difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. L'educazione universitaria è una faccia della medaglia e la formazione professionale è l'altra: entrambi vanno realizzate in accordo con le associazioni professionali. Accademici e professionisti si alternino nel trasferire teorie e pratiche agli studenti. In Australia le università sono piene di studenti internazionali che studiano comunicazione, ma dopo avere concluso il primo e sovente anche il secondo livello non trovano lavoro perché privi di esperienza locale. Esprimono conoscenze multiculturali integrando provenienze diverse con i curricula australiani, ma i datori di lavoro non valutano questa multiculturalità.John Paluszek (Usa), Senior Counsel alla Ketchum, co-chair della PRSA's Commission on Public Relations Education, Ambassador-at-large for the Global Alliance e autore del libro fondamentale sulla CSR Will the Corporation Survive?' (Prentice Hall 1977)."La musica delle idee" Per non soccombere alla disperazione di fronte alla dimensione delle sfide della diversità che abbiamo davanti, dovremmo assumere consapevolezza delle iniziative creative e avanzate che sono attualmente in fase operativa. Dalla nuova visione globale della Global Alliance ai nuovi standard della diversità nelle università che insegnano a studenti di relazioni pubbliche. Sia sul piano pragmatico che morale, siamo usciti dal recinto' con riferimento alla diversità. Adesso dobbiamo avere l'energia e la volontà di accelerare il percorso iniziato.Aurora Pimentel (Spagna), Professor of Public Relations alla San Pablo CEU University di Madrid.Un mondo globalizzato dove l'inglese è lingua franca, impone a noi docenti e ai nostri studenti di essere tutti bilingue. L'Europa richiede professionisti con mentalità europea. Abbiamo molti studenti che si scambiano con i programmi tipo Erasmus etc..ma molti copiano le nostre attitudini verso l'Europa. Non abbiamo mai creduto veramente ad una Europa nazione di nazioni. Ragioniamo sempre i termini di visitare un altro paese oppure di lavorare all'estero. Insegnare alle nuove generazioni di relatori pubblici nei prossimi dieci anni richiede un cambio di approccio alla disciplina. In Spagna le discipline della comunicazione e delle relazioni pubbliche sono fortemente collegate alle realtà locali, privi di visione internazionale. Silva Monti (Italia)(ancora deve arrivare il sommario)Irina Angelescu(Romania) Presidente di PRIME, European Association of Public Relations and Communication Students.La nostra professione e il modo in cui noi studiamo come futuri professionisti sono pienamente integtayi nel processo di globalizzazione. Osserviamo importanti cambiamenti nei curricula educativi - il tentativo di trovare un terreno comune in una professione che varia di paese in paese, di continente in continente. D'altra parte questa variabilità è dovuta all'ampio fenomeno della diversità non solo fra paese e paese ma fra persona e persona. E' ovvio che il sistema educativo, pur compiendo uno sforzo di adattamento sarà sempre un passo indietro rispetto ad una associazione giovane e dinamica di studenti. Ed ecco dove possiamo svolgere il nostro ruolo: portando gli studenti nel terreno, diverso e interdisciplinare della comunicazione in un contesto europeo e mondiale. Una associazione studentesca europea è sempre in movimento, in adattamento costante, cercando nuove frontiere, sfidandole, integrando valori e alcuni dei più diversi aspetti della pratica professionale e dei sistemi educativi, alle persone e ai loro modi di vivere o giudicare il mondo.Dejan Vercic (Slovenia) FCIPR - partner dell'agenzia Pristop e Assistant Professor of Public Relations and Communication Management all'University of Ljubljana. Dal 1994 ha organizzato ogni anno il Lake Bled International Public Relations Research Symposia. Le sue pubblicaizoni più recenti sono The Global Handbook of Public Relations (co-editor K. Sriramesh) ePublic Relations and Communication Management in Europe (co-editor Betteke van Ruler). Le relazioni pubbliche sono Urbi solo parazialmente; hanno più a che fare con Orbi. Casa è una comunità ed è quel che sappiamo; il mondo è la società e non la sappiamo. Prepararsi per una professione e una sua attuazione che ha sostanzialmente a che fare con quel che non si sa e spesso non è voluto richiede competenze per pensare cose non immaginabili e fare cose non gestibili. Ecco cosa manca all'attuale curricula formale delle Università. L'educazione delle relazioni pubbliche dovrebbe integrare alle tradizionali scenze della comunicazione apprendimenti con interesse più ampi e comprendere l'arte di analizzare un problema, dei attuazione e di improvvisazione (Schon). Tale transizione dalla riflettività alla riflessione (Holmstromm) è quello che si sta cercando di compiere sotto l'ombrello delle relazioni pubbliche europee (cav Ruler & Vercic).Il Festival sarà chiuso da Sissi Peloso, Presidente di Ferpi. (tmf)Ecco la descrizione della sessione plenaria finale del prossimo Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche.