Digital PR e media relations: un’indagine
24/01/2017
Una ricerca, condotta nel 2016 e coordinata da Enzo Rimedio, ha verificato lo stato della percezione, dell’apprendimento e del cambiamento della comunicazione d’impresa e pubblica nell’era del digitale. I dati più rilevanti raccolti in un’infografica.
Nel corso del 2016, il nostro associato Enzo Rimedio ha coordinato un’indagine il cui scopo era quello di verificare lo stato della percezione, dell’apprendimento e del cambiamento della comunicazione d’impresa e pubblica nell’era del digitale.
Alla ricerca, curata da Silvia Arrigoni, hanno partecipato 403 colleghi, su 500 invitati, in prevalenza del settore delle media relations.
Di seguito alcuni dati rilevanti e la relativa infografica.
La maggioranza dei comunicatori “tradizionali” ha imparato ad utilizzare i social media (92%) e pochi di loro dichiarano di avere difficoltà ad utilizzarli. Il 79% afferma che il sito e i canali social ufficiali sono importanti per il corporate branding. Hanno difficoltà nel relazionarsi con i blogger (17%), con gli influencer (25%), ma soprattutto con i clienti/utenti (58%). Il 76% è consapevole che “dialogare” con quest’ultimi è comunque divenuto fondamentale.
Enzo Rimedio commenta così i risultati “Spesso si ritiene che i comunicatori tradizionali non utilizzino le nuove tecnologie, l’indagine invece mostra il contrario.” Alla domanda quale è il vero cambiamento, risponde “La questione più importante è che si comprenda che il ruolo di chi opera nelle relazioni pubbliche sta cambiando in direzione di una maggiore cura del rapporto con i clienti/utenti. La democratizzazione digitale ha permesso a chiunque di dialogare con il Presidente di uno Stato, con un'Amministrazione Pubblica, con un'azienda, pertanto i Digital PR dovranno ben conoscere queste nuove modalità di interazione.”
Il 77% degli intervistati afferma che con l’avvento dei media digitali il rapporto fra comunicatore e top management si è intensificato e che inoltre è cambiata la gestione della crisi, sia in termini strategici che riguardo le tempistiche (74%).
L’80% vorrebbe che le università fornissero maggiori competenze digital per le nuove leve del settore, mentre per la propria formazione, e quindi stare al passo coi tempi nel lifelong-learning, l’83% predilige network fra colleghi, oltre che frequentare corsi online (76%).
Per visionare l’intera indagine cliccare sulla relativa pagina, clicca qui.