La polemica nata nelle ultime settimane intorno alla campagna di reclutamento studenti dell'Università di Macerata, accusata di essere volgare e pretestuosa, ma in realtà meno banale della media, fa riflettere sulla opportunità che gli atenei spendano (investano?) tanti soldi pubblici per accapararsi qualche studente in più rispetto al competitor. So bene che i finanziamenti pubblici tengono anche in conto la capacità attrattiva delle sedi e quindi gli atenei che crescono più degli altri hanno diritto a maggiori finanziamenti. Ma sembra un gioco a perdere...per gli studenti si intende.A un amico che mi chiedeva tempo fa se non fosse opportuno che il Ministero o altri istituire un un premio per la migliore comunicazione universitaria, ho risposto di sì, purchè fosse esplicito che il premio era destinato alla comunicazione interna, di cui si sente un bisogno immane, e non a quella esterna. In effetti la domanda (gli studenti e le loro famiglie) ha una percezione della qualità dell'offerta complessivamente molto superiore alla realtà (davvero allarmante).Generalizzando, il gap fra aspettative e realtà è già pauroso prima che ci si metta anche la pubblicità a farlo crescere. Semmai, il Ministero dovrebbe premiare (con finanziamenti, che ormai equivalgono solo al riconoscimento) la sobrietà e la coerenza fra comportamenti effettivi e comunicazione. (tmf)La provocatoria campagna di 'reclutamento' di un ateneo solleva molte domande sulla qualità dell'offerta del nostro sistema universitario.