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E' morto il creativo Marco Mignani

02/04/2008

Noto per la campagna Ramazzotti “Milano da bere”, seguiva e sosteneva con interesse le attività di Ferpi. Non si tirava mai indietro davanti al confronto ‘storico' tra pubblicità e relazioni pubbliche intervenendo sempre di buon grado agli incontri organizzati dall'Associazione.

"E' fondamentale che un politico o un partito presentino un messaggio che si distingua, rappresenti una propria originalità, autenticità e verità e quindi il pubblicitario, prestato alla comunicazione politica, è un artigiano che lavora pazientemente a far sintesi delle idee di una persona, di un progetto politico. Così come fuori dalla politica si trasmette, traduce e sintetizza la "verità" di una saponetta, di un amaro o di un detersivo, altrettanto avviene in politica con idee e persone". E' quanto affermava Marco Mignani all'ultimo incontro Ferpi cui aveva partecipato a Milano.
"Il prodotto politico si deve distinguere e deve trovare una propria identità originaria che oggi appare un po' deficitaria nella politica italiana, forse con la sola eccezione della campagna "Io c'entro" dell'Udc di Follini, anche se non completamente riuscita, ma pur sempre apprezzabile perché ha cercato un posizionamento suo proprio". Mignani aveva accettato con piacere di confrontarsi con Mario Rodriguez il 19 Aprile del 2005 nel terzo appuntamento del ciclo di incontri "Fuori Orario" su "La politica bussa alla porta della comunicazione: chi va ad aprire?"
Marco Mignani, uno dei più celebri pubblicitari italiani, è morto a Milano per un tumore al colon. Mignani, che aveva 63 anni, ha segnato profondamente la storia del costume e ha innovato come pochi altri il mondo della comunicazione pubblicitaria italiana negli ultimi decenni. I funerali si svolgeranno domani mattina alle 9, nella chiesa del Santo Redentore di via Palestrina, a Milano. Molte sue campagne pubblicitarie sono da tempo entrate nell'immaginario collettivo. Dalla Scottex ("Dieci piani di morbidezza") alla Dixan ("Niente lava meglio"), dalla Ramazzotti ("Milano da bere") alla Beltè ("Più buono proprio non ce n'è"), oltre a quelle per il cioccolato Lindor che si scioglie in bocca e per i Fonzies che se non ti lecchi le dita godi solo a metà.
 
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