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Ecosia: salvare il pianeta con un clic

#Ferpi2Be

21/01/2020

Roberta Sartori

Internet non è indifferente ai crescenti disastri climatici che mettono a rischio il nostro pianeta. Contribuisce alla causa ambientale tramite Ecosia, il motore di ricerca ecosostenibile. Ma come funziona? L’analisi di Roberta Sartori.

Sconvolgimenti climatici, catastrofi naturali, carestie e deforestazioni. Queste sono solo alcune delle cause che spingono un numero sempre maggiore di giovani a battersi in difesa dell’ambiente. Scioperi e manifestazioni hanno permesso che la questione ambientale venisse dibattuta dall’opinione pubblica e dalla classe politica dirigente. Portare l’argomento sulla bocca di tutti però non basta, dobbiamo chiederci cosa possiamo fare concretamente per preservare il nostro pianeta.

Una delle risposte a questa domanda arriva da una fonte spesso sottovalutata quando si parla di azioni concrete: internet. Come può il mezzo di comunicazione per antonomasia più astratto ed etereo di tutti contribuire concretamente alla lotta per la difesa dell’ambiente? Lo fa tramite Ecosia, il motore di ricerca “green” che si pone come obiettivo quello di sviluppare un mondo più sostenibile dal punto di vista economico, sociale e soprattutto ambientale.

Ecosia funziona come tutti i motori di ricerca, analizza dati, restituisce contenuti e lavora attraverso algoritmi e formule statistiche, ma a differenza degli altri sistemi destina l’80% dei propri introiti a progetti di riforestazione. Fondata da Christian Kroll a Wittenberg nel 2009 in associazione con Bing, Yahoo e WWF, la società gode della certificazione B Corporation, il titolo assegnato da B Lab alle aziende che soddisfano determinati standard nell’ambito della sostenibilità sociale e ambientale.

Come ogni motore di ricerca, i guadagni di Ecosia provengono dalle pubblicità legate alle ricerche attuate dagli utenti. Parte dei guadagni deriva poi da link affiliati chiamati “Ecolinks”. Si tratta di collegamenti che consentono agli utenti di generare donazioni attraverso acquisti online: le aziende detentrici dei link, da cui gli utenti di Ecosia acquistano, pagano poi al motore di ricerca fino al 5% degli acquisti effettuati sul proprio sito. In questo modo chiunque può partecipare alla causa di Ecosia attraverso dei semplici clic. Secondo i calcoli della società, per finanziare la piantumazione di un albero bastano 45 ricerche, numero facilmente raggiungibile da ciascuno in un solo giorno o addirittura in poche ore.

I ricavi pubblicitari sono utilizzati per finanziare progetti di riforestazione di aree come la foresta atlantica e l'Africa sub-sahariana. In particolare la società collabora al progetto “Plant a Billion Trees” di The Nature Conservancy, una fra le più attive organizzazioni americane ambientaliste non profit. Le piante vengono piantate con il fine di assorbire CO₂ dall’atmosfera e combattere così l'aumento dell'effetto serra e altri problemi ambientali. Oggi la quota di alberi piantati da Ecosia sfiora gli 80 milioni, e il numero aumenta di secondo in secondo. Si può dunque concludere che il motore di ricerca abbia partecipato alla missione di riforestazione donando un enorme contributo.

Un aiuto alla salvaguardia dell’ecosistema che proviene da un ambito in parte inaspettato, data la natura astratta del web, e in parte prevedibile, data l’impronta giovanile dei movimenti ambientali. Ecosia riesce a fondere due delle principali tematiche che contraddistinguono gli interessi dei giovani: ambiente e tecnologia. Anche i primi social network dedicati all’ecosostenibilità sono già stati creati, di questo passo non ci resta che aspettare che sistemi come Ecosia scalino la classifica dei motori di ricerca ponendosi alla pari di colossi come Google.

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