Expo 2015: la sfida della comunicazione
03/02/2011
Il grande evento del 2015 rappresenta un banco di prova e allo stesso tempo una grande opportunità per Milano e per l'Italia ma anche per il settore e i professionisti delle Relazioni pubbliche. Lo ha sostenuto _Roberto Arditti_ all’incontro _Expo 2015. La sfida di comunicare un evento unico,_ promosso da Ferpi.
“L’Expo è un’occasione da non perdere ma non la panacea di tutti i mali del paese. Il successo della manifestazione dipenderà dagli organizzatori ma anche dal tessuto che circonderà l’evento che potrà renderlo un seme in grado di germogliare nel futuro”: con queste parole Roberto Arditti, Direttore della Comunicazione e Relazioni Esterne di Expo 2015 S.p.A, ha aperto l’incontro Expo 2015. La sfida di comunicare un evento unico , organizzato dalla delegazione Ferpi Lombardia in collaborazione con Poste Italiane e Visionnaire Design Gallery e con il contributo di Cuzziol, introdotto da Fabio Famoso e moderato da Mauro Del Corpo.
La comunicazione e soprattutto le relazioni pubbliche, che hanno già giocato un ruolo fondamentale nella partita per l’assegnazione dell’evento all’Italia, saranno centrali e strategiche nella organizzazione e nella gestione dell’Esposizione Universale del 2015 che si terrà a Milano. Il nostro paese dovrà mostrare le proprie eccellenze e, soprattutto, di essere in grado di accogliere e promuovere un rilancio che ha il sapore di un’occasione unica ed imperdibile in un momento difficile come quello attuale in cui la crisi planetaria ha messo a dura prova i sistemi economici dei paesi avanzati.
Roberto Arditti, giornalista di formazione economica ed autore televisivo, è arrivato alla direzione comunicazione di Expo meno di un anno fa, ma ha le idee molto chiare sulla situazione e sulle difficoltà che dovrà affrontare Milano. E ha voluto subito confrontarsi con Ferpi, che rappresenta i più autorevoli professionisti italiani. “ La prima sfida da vincere sarà lo scetticismo degli italiani ” ha sostenuto Arditti, “una di quelle circostanze tipiche del nostro Paese: dopo esserci aggiudicati l’Expo, lo denigriamo come qualcosa di superato ed inutilmente dispendioso, se non addirittura improduttivo. Una polemica tutta nazionale che non si è mai verificata all’estero nelle precedenti edizioni e che soprattutto non è mai uscita dai nostri confini”. Quella che si svolgerà in Italia sarà un’esposizione diversa dalla precedenti e soprattutto dall’ultima di Shangai. “E’ indubbio che l’Expo di Milano non sarà e non potrà essere l’Expo di Shangai. In Cina ha lavorato alla costruzione dell’area e dei padiglioni un numero enorme di persone, con modalità non applicabili in un paese a poteri diffusi come l’Italia, ma questo nulla toglierà al nostro Expo. Dimostreremo che gli investimenti realizzati serviranno a costruire una struttura all’altezza delle aspettative, capace di generare ricchezze ed opportunità anche nel dopo Expo. Come ad esempio è accaduto con la zona Fiera Milano City, lascito dell’Esposizione Universale del 1906, diventata polo commerciale e culturale che ha sensibilmente contribuito allo sviluppo di Milano, ed ancora oggi in uso”.
Uno dei temi più a cuore a Roberto Arditti è stato ed è quello del supposto ritardo dei lavori. “ Non siamo affatto in ritardo, per una semplice ragione: Milano ha realmente ottenuto l’assegnazione dell’Expo soltanto il 23 novembre 2010, alla conclusione dell’edizione cinese. Fino ad allora nulla era ancora sicuro. La lettera ufficiale con cui l’Italia invita gli altri paesi nel 2015 è datata 4 gennaio 2011 ed il primo paese ad aderire è la Svizzera, con la cerimonia ufficiale del 3 febbraio. La grande macchina dell’Expo si può dire avviata soltanto ora”.
L’Expo è, da tempo, l’evento per eccellenza a livello internazionale e rappresenta per l’Italia una grande opportunità di rilancio, così come lo è stato per molti Paesi. E’ una vetrina internazionale, è un momento di aggregazione e di unità nazionale forte, è un banco di prova per il sistema Paese nelle sue diverse componenti, da quelle politico-istituzionali a quelle economico-produttive, dal mondo professionale al terzo settore. L’Expo 2015 rappresenta, indubbiamente, anche una grande opportunità per tutto il comparto della comunicazione che sarà chiamato a supportare i partner diretti, gli espositori, i diversi attori che faranno parte del sistema-evento e tutti i soggetti che in qualche modo saranno coinvolti nella manifestazione.
“L’opportunità è imperdibile per Milano e per l’Italia. Se per la Cina, l’organizzazione dell’Expo, insieme a quella delle Olimpiadi 2008, è stata l’occasione per dimostrare di essere diventata una delle prime potenze economiche mondiali, l’Expo sarà innanzitutto una possibilità per rilanciare nel mondo il talento italiano, grazie soprattutto ai mille volti di Milano, non più solo capitale finanziaria, ma specchio della nostra cultura, della nostra storia e dello stile “made in Italy”.
Nel tema del nostro Expo, Nutrire il pianeta. Energia per la vita, il business si coniugherà con la cultura. Tutta la manifestazione sarà molto legata al tema del nutrimento, molto importante e strettamente connesso allo spirito italiano, in cui il cibo è intrinsecamente parte del nostro modo di essere”.
Ma cosa vedranno i visitatori dell’Expo? “Al momento è ancora difficile dirlo. Gli spazi verranno organizzati sulla base delle adesioni dei vari paesi. E’ certo però che l’Expo italiano sarà un viaggio, non solo un evento, che vedrà un utilizzo diffuso delle nuove tecnologie e che rispecchierà nel sito stesso il tema, attraverso l’architettura del paesaggio e la sostenibilità. Il nostro target sono i 20 milioni di visitatori ed è previsto il coinvolgimento di 130 paesi, oltre ad una sessantina di aziende, ONG e organizzazioni non profit, con un investimento complessivo di circa 12 miliardi di euro, di cui quasi 2 solo per l’area espositivache vedrà anche la realizzazione di serre bioclimatiche e aree tematiche che presenteranno le innovazioni tecnologiche relative al tema e una visione complessiva sul futuro del pianeta. Investimenti che ovviamente dovranno rimanere nel tempo e non concludersi con la fine della manifestazione come dimostra il proposito di stringere partnership di 5 anni con i Partecipanti. I macrotemi saranno alimentazione, salute e benessere e il ruolo della comunicazione sarà fondamentale. Abbiamo previsto 99 milioni di euro per le spese di promozione e comunicazione, 6 per i servizi alla stampa ed 80 milioni per l’intero programma culturale prima e durante l’Esposizione Universale. La comunicazione sarà strutturata secondo un modello partecipativo e le attività si svolgeranno attraverso iniziative speciali, web communication, media relations, relazioni pubbliche, materiali di comunicazione e pubblicità al fine di raggiungere un alto livello di partecipazione e attirare il più alto numero di partecipanti internazionali, attraverso linguaggi e tecnologie di comunicazione innovativi, un network internazionale che coinvolga le comunità italiane all’estero e iniziative editoriali che producano comunicazione e informazione. Le strategie di comunicazione si modificheranno di anno in anno, all’approssimarsi dell’evento. Al momento l’Expo è un foglio bianco, tocca a noi il compito di riempirlo scrivendolo in maniera totalmente diversa dal passato e dal futuro. La sfida inizia ora”.
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