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Fai bei sogni

04/09/2012

L’ultimo libro di _Massimo Gramellini_ contiene interessanti spunti di riflessione per chiunque si occupi di comunicazione, anzi è un chiaro esempio di comunicazione efficace in cui l’autore abbatte il muro della privacy e si dona al lettore. La riflessione di _Daniele Salvaggio._

di Daniele Salvaggio
Nella vita si diventa grandi nonostante, i se sono il marchio dei falliti! Questa affermazione che si ripete più volte, mi ha colpito molto e mi ha consentito di alzare lo sguardo e perderlo nel vuoto, riflettendo su ciò che realmente l’autore ci vuole dire. L’autore è Massimo Gramellini, il libro è Fai bei sogni edito da Longanesi.
L’ho letto tutto d’un fiato, steso su un tratto di spiaggia dorata, in mezzo ad una folla indecente che contrastava con un mare idilliaco. Un paradiso autentico, se mi fossi trovato da solo mi sarei strofinato gli occhi più volte per capire se stavo sognando. Per blindare questa istantanea e conservarne gelosamente l’essenza più pura, ho preso in mano il libro di Massimo ed ho iniziato una galoppata incredibile di emozioni che mi hanno portato in un paio di ore fuori dal mondo, tanto da non rendermi conto del passare del tempo e dello scemare, fortunatamente, delle tante persone che di quel meraviglioso posto ne avevano fatto il loro pezzo di spiaggia privata, ah quanto desideravo il silenzio!
Il libro di Massimo ha subito colto un elemento a mio avviso molto importante in ciò che comunemente definiamo una relazione: si è spogliato di se stesso, delle sue emozioni, per donarle ai suoi lettori. Spesso in molti contesti, il nostro modo di relazionarci abdica a delle regole, a dei “si fa così” ad un canovaccio già scritto da altri, che dobbiamo leggere e recitare senza fiatare, e se accade veniamo etichettati come invasori, come diversi, come quelli che girano al contrario. Peccato però che ognuno di noi è una persona dotata di luce propria e forse per qualcuno standardizzarsi aiuta, piace, fortifica, per altri è umiliante, è spersonalizzante, è in contrasto la propria anima.
“Fai bei sogni” aiuta a comprendere che comunicare significa donarsi agli altri, permettere attraverso le proprie potenzialità, le proprie sensibilità, tutti ne siamo dotati, di relazionarsi e condividere con chi è predisposto a farlo, uno stato d’animo, un sentimento, un’azione, una strategia. In ufficio quanto realmente riusciamo a far emergere le nostre potenzialità, quanto rimaniamo assorbiti da un mucchio di regole che il più delle volte uccidono la creatività e rendono introverso il più estroso dei talenti?
Massimo nel suo libro esce allo scoperto, mettendosi in gioco e ripercorrendo una serie di tappe della propria vita che, tassello dopo tassello, ci permettono di disegnare i tratti di quel giornalista che siamo abituati a leggere sulle pagine de La Stampa e ultimamente anche ascoltare la domenica in un programma televisivo.
Già, un personaggio pubblico, uno di quelli che ce l’hanno fatta, di quelli che guadagnano tanto e che vengono riconosciuti per strada. Infondo c’è molta vita di tutti noi nella vita di Massimo, dai rapporti d’amore, naufraghi e riscoperti, all’audacia e alla fortuna cercata e trovata sul lavoro, alla voglia di non fermarsi mai, di mettersi sempre in gioco, di non aver paura delle scalate. In tutti noi ci sono poi delle paure latenti, quelle che nel libro Massimo chiama “ Belfagor”, paure che ci portiamo dietro dall’infanzia, paure che ci accompagnano e sono pronte a dare i propri segnali nei momenti in cui siamo più fragili. Il mostro di Belfagor mi ha fatto venire alla mente il gatto e la volpe, i protagonisti tentatori di Pinocchio, in cui ogni volta in cui il burattino si trovava in difficoltà apparivano loro a disegnare la via più comoda, quella apparentemente più attraente, il paese dei balocchi appunto. Poi però le conseguenze non si facevano attendere.
Alle volte cediamo a “Belfagor”, altre volte riusciamo a temporeggiare sino a farlo allontanare, ma ancora una volta sono le relazioni, le persone ad indicarci la strada, a valorizzare quello che facciamo. Anche nella vita di Massimo le donne sono state un elemento importante, ognuna gli ha lasciato/tolto qualcosa, ma alla fine ha ritrovato quello che aveva da sempre cercato, se stesso e lo ha fatto attraverso la fiducia, l’amore, la stima delle persone che hanno percorso con lui la vita.
Un altro aspetto che mi ha colpito nelle pagine del libro, è un pensiero che spesso dimentichiamo perché accecati dal nostro ego e dalla nostra presuntuosa sicurezza: le donne si conquistano ascoltandole. Io aggiungerei che qualunque traguardo si può raggiungere se si riesce ad ascoltare se stessi e il contesto in cui ci si trova.
E’ inutile essere draghe quando basterebbe essere dei pittori, è inutile mostrarsi bravi alle persone sbagliate, è inutile dialogare se non si sa poi ascoltare o pretendere di essere ascoltati da chi non ha intenzione di farlo. Quante volte ci capita di non comprendere chi abbiamo davanti e sbagliare messaggio, azione, strategia. E’ una verità inconfutabile quindi che è importante avete intuito per anticipare ma soprattutto orecchie per saper ascoltare prima che siano le parole a parlarci, e molto spesso in questo caso il nostro treno, qualunque esso sia, è già passato.
Il libro di Massimo Gramellini interpreta un po’ le vite di tutti quanti noi, arrivando alla fine a scoprire che c’è sempre qualcuno che mente e qualcun altro che ci è vicino nel momento in cui scopriamo di essere stati traditi. La comunicazione passa anche attraverso l’accettazione di un silenzio segretamente custodito per proteggerci o semplicemente per rimuovere scomode verità.

Fai Bei Sogni
M. Gramellini
Longanesi, 2012
pp. 216, € 14,90
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