Ferpi > News > FCC: la fonte dei video news releases va rivelata
FCC: la fonte dei video news releases va rivelata
19/04/2005
La Federal Communication Commission interviene contro la pratica governativa di fornire alle emittenti Usa dei servizi televisivi di promozione del punto di vista dell'amministrazione Bush. Si tratta dei cosiddetti video news releases, prodotti da agenzie federali e dipartimenti del governo e offerti gratuitamente alle stazioni televisive locali, poi presentati al pari di servizi giornalistici indipendenti, mandati cioè in onda senza rivelarne la fonte. Difficile per i telespettatori, dunque, distinguere le news effettive dalle notizie propagandistiche, oggetti di vera e propria manipolazione attuata dall'amministrazione con la complicità dei network.
Di questo e in particolare del caso del commentatore televisivo Armstrong Williams, ovvero la vicenda che ha fatto sì che la cattiva pratica dei servizi simil-giornalistici preconfezionati dal Governo si rivelasse appieno, si è molto parlato su queste pagine.Per rinfrescare la memoria, si può consultare il nostro archivio:Video news releases: negli Usa scoppia un nuovo scandaloNews americane pilotate: scende in campo anche il General Accounting OfficeNews: questione di fonti. E di trasparenza
Il Government Accountability Office, il braccio investigativo del Congresso, ha più volte affermato che nulla vieta al Governo di produrre e distribuire materiale video di propaganda, ma che è essenziale che gli spettatori siano a conoscenza della fonte.Adesso anche la FCC si pronuncia in tal senso.
Le emittenti, al momento della messa in onda, sono tenute a rivelare l'origine dei video news releases prodotti dall'amministrazione o dalle grandi corporation. L'avvertimento è della scorsa settimana e la Commissione interverrà con "azioni appropriate" contro chi non lo rispetterà. La FCC non ha però precisato quali debbano essere le modalità di divulgazione della fonte.
Per approfondire, si leggano i servizi del Wall Street Journal [su abbonamento] e del Washington Post.
S.C.