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I (social) media che vorrei

28/05/2023

Diana Daneluz

La tecnologia corre come una lepre e il diritto è in vistoso affanno nel raggiungerla…ma una catarsi dell’infosfera è possibile perché per rafforzare la democrazia della Rete diventeranno decisive trasparenza, competenza, cultura digitale e centralità della persona. Accanto alla lungimiranza dei decisori e alla autodisciplina degli operatori.

Quali sono i (social) media che vorrebbe Ruben Razzante?

Da questo volume emergerà alla fine un vero e proprio decalogo, stilato dall’Autore per social media positivi. Il titolo del libro a cura di Ruben Razzante – I (SOCIAL) MEDIA CHE VORREI –, uscito per FrancoAngeli, nel mettere la parola ‘social’ tra parentesi, vuole essere un titolo allusivo, perché i media sono un po’ tutti i social e viviamo in un momento che vede la centralità dei social network nella comunicazione contemporanea, mentre il sottotitolo – Innovazione tecnologica, igiene digitale,  tutela dei diritti – riassume quelli che sono i punti qualificanti di tutti i contributi contenuti nel libro: una innovazione che va governata mediante un’igiene digitale della rete e attraverso la tutela dei diritti. Una tutela di diritti che però non passa soltanto attraverso l’emanazione di buone leggi o per il tramite di sentenze di giudici equilibrati rispettose dei diritti individuali, ma passa anche attraverso due strumenti fondamentali: l’autotutela e l’autodisciplina degli utenti, chiamati a preservare i propri diritti e chiamati a dare un valore, anche economico, ai propri dati, e l’educazione digitale. Strumenti che vanno rafforzati sin dalla scuola dell’obbligo, ne è convinto Razzante, egli stesso da sempre impegnato nella formazione, per aiutare soprattutto i più giovani, nati e cresciuti nell’era digitale, ad affrontare con consapevolezza i cambiamenti tecnologici in atto: imparare a dare valore alle proprie informazioni. Quel valore dei dati personali che molte spesso è sottovalutato e che è invece è una miniera per le piattaforme digitali, ma che può diventare anche una preziosa risorsa per rafforzare la nostra identità digitale. 

Un lavoro scritto a più mani, e da chi si impegna in prima persona, a vario titolo, per (social) media positivi

Preferisce realizzare un “coro polifonico”, questa volta, Ruben Razzante, già autore di altri apprezzati Manuali sul mondo dei media e sul diritto dell’informazione. Il Iibro raccoglie infatti, oltre al suo, i contributi di tanti soggetti attivi nell’infosfera della informazione e della comunicazione. Da Flavio Arzarello sul capitolo prossimo venturo della storia di internet, il metaverso, al Sottosegretario Alberto Barachini, paladino del diritto ad una informazione di qualità. Da Carlo Bartoli che vi porta la voce dell’Ordine dei Giornalisti sul tema fondamentale dell’etica della professione, ad Alessio Butti che scrive di strategie di governo della trasformazione digitale. Il tema della tutela dei diritti in Rete – memoria, oblio, riallineamento della identità virtuale a quella reale – li approfondisce Martina Colasante, e accanto vi è l’altro topic di stretta attualità, quello del contrasto alla criminalità informatica e della ricerca della sicurezza in Rete, proposto invece da Ivano Gabrielli. Cosa sta succedendo all’interno delle aziende editoriali e nel mercato lo racconta Carlo Mandelli. Da Vincenzo Melilli, lo stato dell’arte su proprietà industriale e intellettuale nell’era digitale, mentre Roberto Natale si prende l’onere di verificare il ruolo del servizio pubblico nell’ecosistema digitale. Una esperta della levatura di Gina Nieri, che ha attraversato il sistema tra vecchi e nuovi media, ne analizza il possibile equilibrio e Pasquale Stanzioneaffronta infine lo spinoso tema dei poteri privati nel capitalismo delle piattaforme. 

Un work in progress e le regole del gioco

Basterebbe tutto quanto riportato fin qui e le qualifiche degli autori dei diversi saggi per fare di questo libro uno strumento decisamente utile a chi vive, oggi, di informazione e comunicazione e a chi ne fruisce. Senza pretesa di esaurire gli argomenti, nella consapevolezza che accompagna da sempre il lavoro di questo Autore che questa materia più di altre è un “cantiere”, uno spazio virtuale di lavoro il cui ruolino è in perenne aggiornamento e i cui scenari oscillano con il pendolo che spesso vira verso visioni apocalittiche. Ma un “decalogo” per i (social) media che vorrebbe, Ruben Razzante lo stila comunque. Un decalogo valido per lui oggi, qui ed ora, è che propone quale contributo “all’accensione della luce nella caverna digitale”…“interruttori che possono guidare Stati, organizzazioni, imprese, famiglie, cittadini all’utilizzo sapiente degli strumenti digitali, mettendoli al servizio della crescita individuale e comunitaria”. “Priorità”, che nello stile di Razzante sono indicate con garbo sì, ma con il rigore della conoscenza e dello studio, col solo obiettivo assolutamente condivisibile di enfatizzare la capacità di autodeterminazione degli utenti della Rete rispetto al “ginepraio (apparentemente?) inestricabile di vincoli, insidie, trappole algoritmiche”. Quali sono? Le trovate in un libro che coniuga concretezza e visione e che si muove nella direzione di una delimitazione dei confini del terreno di gioco, di cui scrivere sì le regole, ma tutti insieme. Nel segno di una condivisa cultura digitale. E del progresso.




I (social) media che vorrei
Innovazione tecnologica, igiene digitale, tutela dei diritti
Ruben Razzante (a cura di)
FrancoAngeli, 2023
pp. 166, ‎€ 18,00 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’Autore

 

Ruben Razzante è Docente di Diritto dell'informazione, Diritto europeo dell'informazione e Regole della comunicazione d'impresa all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si è laureato in giurisprudenza e in scienze politiche. È Docente, inoltre, di Diritto dell'informazione al Master in giornalismo dell'Università Lumsa di Roma. Insegna ai corsi di formazione promossi dall'Ordine dei giornalisti. Nel 2020 è stato nominato esperto dell'"Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network", istituita dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'Informazione e all'Editoria. È membro dell'Advisory Board Assolombarda per il sociale. Ha fondato il portale www.dirittodellinformazione.it, che pubblica quotidianamente contenuti relativi alle nuove tecnologie, alla qualità dell'informazione e alla tutela dei diritti in Rete. Ha pubblicato: Giornalismo e comunicazione pubblica (FrancoAngeli 2000); Informazione: istruzioni per l'uso. Notizie, Rete e tutela della persona (Cedam 2014) e Manuale di diritto dell'informazione e della comunicazione (Cedam 2022). Ha curato per i nostri tipi: L'informazione che vorrei. La Rete, le sfide attuali, le priorità future (2018) e La Rete che vorrei. Per un web al servizio di cittadini e imprese dopo il Covid-19 (2020).

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