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Il Washington Post recluta la gente comune

14/02/2007

La sezione "onBeing" del Washington Post ha come protagonista la gente comune che parla di sé.

Nonostante, o forse proprio grazie a, le difficoltà finanziarie i giornali continuano a innovare e inventare e sempre più spesso i contributi "dal basso" sono i protagonisti assoluti. E' il caso del Washington Post, ma anche di tanti altri.
Qualche giorno fa i media riportavano le dichiarazioni dell'editore Arthur Sulzberger jr.: Non so se tra cinque anni ancora stamperemo il New York Times e francamente non me ne importa molto.
Qualche mese fa la cover dell'Economist si chiedeva "Chi ha ucciso i quotidiani?". La lista di titoli e titoloni sulla vera o presunta crisi della carta stampata potrebbe andare avanti ancora a lungo, poichè sono ormai anni che qualcuno prova a dire che il vecchio giornale sarà sostituito. In realtà fino ad ora non è successo nulla di così clamoroso, eccezion fatta per una certa aria di crisi della carta. Più semplicemente i vecchi formati si stanno attrezzando per stare al passo con le edizioni online, integrando sempre più modelli, competenze e mestieri. I siti dei giornali rivestono via via maggior importanza e le redazioni da qualche parte vengono accorpate. Murdoch parlò qualche tempo fa di convergenza ed è questo forse il vocabolo che meglio riassume questa voglia e necessità di integrazione. L'altra grande rivoluzione è stato il giornalismo partecipativo, grazie a blog o sezioni dedicate in cui i lettori possono dire la loro e promuovere una propria informazione.
Il Washington Post, tra i primi quotidiani americani, "lanciato" dallo scandalo Watergate, il più locale tra i giornali internazionali, inaugura la sezione "onBeing" che ha come protagonista la gente comune che parla di sé. In questo caso più che di giornalismo dal basso si può parlare di voglia di raccontare storie personali e voglia di ascoltarle. Si succedono una serie di video in cui vengono filmate persone comuni che parlano della loro giornata o di Dio, di spiritualità o di soap opere. La cosa più interessante è che, in questa voglia di profonde trasformazioni, ogni giornale americano si sta creando la sua piccola nicchia nella nicchia. Il Washington Post per esempio è noto da tempo per essere specializzato in video, mentre il New York Times si è specializzato in gallerie audio.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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